Voto: 
5.5 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Mercenary
Anno: 
1987
Line-Up: 

- Robby Takac - voce, basso
- Johnny Rzeznik - chitarra, voce
- George Tutuska - batteria

Tracklist: 

1. Torn Apart
2. Messed Up
3. Livin In A Hut
4. I'm Addicted
5. Sunshine
6. Hardsores
7. Hammein Eggs (Metal Song)
8. Don't Fear The Reaper
9. Beat Me
10. Scream
11. Slaughterhouse
12. Different Light
13. Come On
14. Don't Beat Me (With A Baseball Bat)

Goo Goo Dolls, The

Goo Goo Dolls

Nel 1986 a Buffalo inizia la storia dei Goo Goo Dolls, trio Punk/Rock formato da Robbie Takac, basso e voce, dal chitarrista Johnny Rzeznik e dal batterista George Tutuska. Inizialmente infatti la band di Buffalo, che si faceva chiamare Sex Maggots e che ha poi cambiato il suo nome su insistenza del loro manager in quello attuale, si dedica ad una sorta di Punk/Rock, che in molti definirono hardcore melodico, a causa della loro propensione verso contaminazioni Metal, rintracciabili nelle pesanti linee di basso e chitarra, inoltre dietro il microfono troviamo inizialmente il bassista Takac, certamente più adatto con la sua voce stridente per l'originario sound proposto, che non aveva di certo bisogno dell'enfasi interpretativa del miglior Rzeznik.

L'omonimo debut del 1987 esce comunque senza particolari ambizioni, presentando ben quattordici brani dalla struttura semplice e dai tempi corti, si trattava infatti di pezzi di durata sempre compresa tra i due e i tre minuti, come spesso avviene nella tradizione Punk, veloci e dai ritornelli anthemici, con un buon lavoro di batteria, basso e chitarra. Una cantilena apre Torn Apart, pezzo che fa subito capire le intenzioni del trio, ritmi frenetici e ritornello orecchiabile e ripetitivo. Tra i vari brani si distinguono innanzitutto una versione punkettara della bellissima Don't Fear The Reaper dei Blue Oyster Cult, l'allegra e veloce Beat Me che sembra vagamente ricordare i Sex Pistols, Livin In A Hut, altro bel pezzo Punk dove i colpi del batterista sono così veloci da metterti in agitazione. Buone anche I'm Addicted e Slaughterhouse, melodiche ma sempre veloci e soprattutto cantate da Rzenick, e si sente visto che risultano tra le migliori del lotto. Traccie maggiori invece della loro propensione metallara si notano nella strumentale Hammerin Eggs il cui sottotitolo non a caso è (Metal Song), e nell'altra strumentale Messed Up ed in Hardsores, altri due brevi pezzi che sembrano essere una sorta di parodia nei confronti del Thrash. Tutte canzoni che comunque non si faranno ricordare nel tempo, come non lasciano nessun segno particolare neanche le varie Scream, Come On, Sunshine Of Your Love.

Goo Goo Dolls (l'album) fu quindi un esordio sottotono che rimase nell'anonimato per molti anni, e che se è stato riscoperto lo si deve soltanto al successo ottenuto nel 1998 da Dizzy Up The Girl e dal singolo Iris, inserito dall'autorevole rivista Rolling Stone in una lista comprendente le 100 canzoni più belle, ma questi tempi sono lontani ancora dieci anni, e purtroppo si sente.


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