Inara George è un’artista molto dotata, di provenienza californiana, che delizia il pubblico indie mondiale della sua incantevole voce nella sua prima produzione personale, All Rise. Dopo aver collaborato con diverse band di estrazione indie/pop, produce un’opera che esprimere appieno il suo talento e la sua concezione musicale. Scritto in collaborazione con il celebre Michael Andrews, compositore delle musiche di Donnie Darko, l’album si presenta strutturato in undici tracce molto compatte stilisticamente, ricamate dalla voce eterea e dolcissima di Inara, davvero comparabile ai grandi nomi di Bjork o Emiliana Torrini. Il sound è poi impreziosito e sfumato da ottimi escamotages di tastiera, molto sfumati e calibrati, in modo da non far percepire come pesante il contributo dell’elettronica.

Sono dunque quarantadue minuti di ottima qualità che spaziano attraverso molteplici situazioni emotive, a cominciare dalla prima splendida e toccante Mistress, che esprime ai massimi livelli la piacevolezza del vocal di questa ragazza e la funzionalità del riffing di chitarra acustica e basso. E’ un disco prezioso, di carattere onirico, che dipinge storie ad acquarello.
Ad esempio la seconda Fools Work o la parallela Fools In Love mantengono delle linee melodiche tenui e delicate, a sottolineare un mood malinconico e appassionato. Lo stile del songwriting è poi influenzato dall’esperienza familiare – del nonno, Lowell Gorge – del cantautorato e resa sublime da un’atmosfera jazz. Le esperienze pop rock o anche summer-pop precedenti (percepibili in Genius o in What Number), comparabili ai compatrioti Headlights, hanno poi arricchito la preparazione di Inara che si presenta con un biglietto da visita squisito, dalle potenzialità enormi.