Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Iso666
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Claudio Alcara - chitarra
- Gherardo Giannarelli - basso
- Gionata Potenti - batteria, voce
- Lorenzo Sassi - voce


Tracklist: 

1. What Could Have Been (04:59)
2. Long Gone (03:54)
3. Last Will (01:50)
4. Devilish and Mournful (04:12)
5. A Moment Long a Lifetime (03:29)
6. A Warm Yesterday (02:49)
7. With Your Emptiness (03:17)
8. Neon Lights (02:35)
9. Joyless and Soulless (02:49)
10. Once Was Gold (04:21)
11. Ten Thousand Miles Ahead (02:38)
12. It Heals, It Hurts (04:42)

Frostmoon Eclipse

Dead and Forever Gone

E’ raro trovare formazioni, soprattutto nel panorama nazionale, che ad un certo momento della propria carriera decidono di abbandonare il genere proposto affidandosi a sperimentazioni di nuove sonorità: i liguri Frostmoon Eclipse, ormai arrivi dal 1994 nella scena Black Metal nostrana, giungono al 2005 pubblicando il terzo album ufficiale (dopo svariati Ep e demo), tale Dead An Forever Gone, un’opera veramente interessante che va a distaccarsi da tutte le realizzazioni precedenti, rendendosi accessibile ad un pubblico diverso ed amante dei timbri ricercati. L’album, formato da dodici tracce, è completamente acustico, sulla scia di celebri gruppi del quali Opeth, Anathema e Agalloch o di affermati artisti quale il grande Tom Waits.
Un fascino decadente, emanato dai costanti accordi ed arpeggi della chitarra acustica, pervade Dead And Forever Gone, lavoro sicuramente più valido dei già buoni prodotti del quartetto di La Spezia: l’oscurità presentata sui precedenti platter viene qui trasferita sotto forma delle atmosfere delle malinconiche chitarre e della voce soffocata che emerge.

Ogni capitolo del full-lenght sembra uscire dalle magiche composizioni di Damnation degli Opeth, dove melodici temi si affiancano e si rincorrono, marchiando di dolore e sconforto ciò che incontrano sulla loro strada: dark alla Katatonia (quelli di Discourgaed Ones) e folk nordico alla Agalloch sembrano intrecciarsi in molti passaggi come l’opener What Could Have Been o altre tracce successive come l’inquietante Long Gone.
Niente voci sporche o scream, ma solo un mesto clean, spesso sussurrato, si eleva dal cupo sottofondo strumentale e il risultato appare ottimo e per nulla scontato. Attraversando altri episodi che possono apparire alla lunga monotoni, ma pervasi di atmosfere misteriose ed avvolgenti fraseggi di chitarra acustica, si giunge alla quinta A Moment Long A Lifetime, la migliore del lotto, che dipinge con colori freddi un quadro sonoro tipicamente nordico, gelido e dimenticato.

Non si consiglia certamente il platter a chi fosse abituato alla vecchia direzione timbrica dei Frostmoon Eclipse, ma si deve riconoscere l’alto profilo sperimentale di una tale pubblicazione, difficile da comprendere nella sua profondità e capace di cullare per oltre 40 minuti con le sue raffinate ed eleganti soluzioni. Dead And Forever Gone costituisce l’album della svolta per i Frostmoon Eclipse, che hanno ormai trovato il loro vero equilibrio musicale, e rappresenta il capitolo discografico più ricercato e curato dal quartetto di La Spezia: ciò che dispiace solamente è che un album talmente valido non sia uscito sotto un’etichetta italiana, ma sotto la greca Iso666, con cui la band è sotto contratto dal lontano 2001 in occasione della pubblicazione del debut ufficiale Gathering The Dark. In definitiva, Dead And Forever Gone è un lavoro diverso, capace di ammaliare con i suoi toni tristi e i suoi infiniti arpeggi, simbolo di una splendida e rinnovata realtà nostrana.

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