Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Jem Godfrey - tastiera, pianoforte, voce
- John Mitchell - chitarra elettrica, violino, voce
- John Jowitt - basso
- Andy Edwards - batteria
- Declan Burke - voce, chitarra acustica


Tracklist: 

1. Experiments In Mass Appeal (08:00)
2. Welcome To Nowhere (05:31)
3. Pocket Sun (04:28)
4. Saline (06:06)
5. Dear Dead Days (06:50)
6. Falling Down (05:49)
7. You/I (01:06)
8. Toys (03:03)
9. Wonderland (15:48)

Frost*

Experiments In Mass Appeal

Decisamente inatteso giunge il secondo lavoro di studio degli inglesi Frost*, capitanati dal musicista e produttore Jem Godfrey che di ritorno dal tour promozionale del debutto Milliontown alla fine del 2007 aveva sciolto apertamente la band con un annuncio congiunto su MySpace e sul sito dell’Inside Out.
Tornata presto in attività, la formazione ha impiegato più di sei mesi per arrivare alla composizione del nuovo tassello discografico, tale Experiments In Mass Appeal, pubblicato nuovamente sotto l’etichetta tedesca.
Scavando nelle radici del Progressive Rock di matrice scandinava, la band di Jem Godfrey è riuscita ad ottenere un sound particolare, valorizzato da un ragionato uso di voci e tastiere e dalla sfrenata propensione per la melodia.
Experiments In Mass Appeal appare fin da subito un album capace di accostare al timbro di Milliontown sfaccettature inedite per i Frost*, raggiungendo una dimensione di stampo prettamente inglese, debitrice in certi tratti dell’influenza più contemporanea di Radiohead e Muse (Pocket Sun ne è la testimonianza più viva).

La matrice di base rimane comunque saldamente legata al Progressive, come dimostrano le ricche strumentazioni, i complessi intrecci, certi tempi irregolari e le svariate evoluzioni interne; la maestosità di tracce come Experiments In Mass Appeal avvolge l’ascoltatore trasportandolo nel mondo dei Frost*, a volte oscuro e a volte suadente. Le strutture vocali garantiscono atmosfere distese ed eteree, che variano dalle sezioni corpose della title-track alle eleganti code di Saline; tra i capitoli più memorabili si ricordano sicuramente Falling Down, che si colloca a cavallo tra reminescenze Alternative e il marchio dei Pain Of Salvation, e Toys, una cavalcata che attraversa una certa influenza degli ultimi Sieges Even.
Experiments In Mass Appeal non è però privo di cadute di stile, quale l’acida Dear Dead Days, che appare come un imponente esperimento che inserisce elementi Progressive Metal estranei al tessuto sonoro dei Frost*, o quale la monotona ed insapore You/I.
Tuttavia, se confrontato con le diverse uscite pubblicate sotto la Inside Out, il secondo episodio discografico dei Frost* può essere considerato leggermente sopra la media perché Jem Godfrey riesce a plasmare canzoni notevoli a livello di interpretazione e di struttura, anche se spesso carenti nell’ambito originalità.

Infatti, sebbene i lidi musicali toccati dai Frost* siano stati più volte visitati in passato dai vari A.C.T., Sieges Even, Spock’s Beard e Mind’s Eye, la melodia che permea certi passaggi rimane impressa, rendendo Experiments In Mass Appeal un prodotto gradevole e variegato.
Non può infine essere messa in discussione la tecnica in possesso del quintetto (Neo) Progressive inglese, perché tutti i musicisti rappresentano la vecchia scuola ottantiana di IQ e Arena, così come impeccabile è la registrazione del full-length, avvenuta ai Cube Studios dello stesso Godfrey.
Si consiglia pertanto di accostarsi e di dare una possibilità a questo ultimo scorcio di Progressive in un 2008 che ha visto susseguirsi parecchi lavori, spesso non all'altezza neanche della preparazione e dell'esperienza di certi musicisti.

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