- Luca Franceschini - Voce
- Pierluigi Caramel - Chitarra, Tastiera, Armonica
- Carlo Attolini - Batteria, Percussioni
1. Through Things I Live
2. Lights Went On
3. Letter From Baghdad
4. Dirge For The Affair
5. It's Not A Straight Road
6. Before You Go Away
7. Still With Me
It's Not a Straight Road
Da un musicista che ha mosso i primi passi attraverso band power e heavy, non ci si sarebbe di certo aspettati un improvviso cambio di rotta come quello che il nostrano Luca Franceschini ha compiuto con la sua ultima fatica discografica. It's Not A Straight Road è infatti un disco di folk rock classico, molto (cioè troppo) dipendente dalle radici in cui affondò il cantautorato americano anni '60, che viene in questo disco rielaborato e reinterpretato in chiave moderna, anche se con scarsi risultati e con davvero poca originalità: It's Not A Straight Road risuona infatti come un semplice rito per risvegliare la musica passata dal proprio cimitero, per rievocarla e lasciarla lì, sospesa e addormentata, senza aggiungervi nulla di nuovo e coinvolgente.
Franceschini non eccelle per originalità e varietà compositiva, poche sono le parti in cui il sound riesce veramente a trascinare e commuovere. Dall'opener Through Things I Live fino alla conclusiva Still With Me i cambiamenti stilistici sono infatti inesistenti, come del resto quelle emozioni che faticano tremendamente ad uscire dal loro brodo primoridale, proprio per la scarsa intensità emotiva che il musicista nostrano ha immesso nelle proprie canzoni, proiettandole piuttosto verso un sentimentalismo incompreso e difficile, spesso dolcinato e mai veramente coinvolgente. I (forzatamente) drammatici arpeggi di chitarra e gli inserti di armonica, ad esempio, sembrano infatti troppo ancorati ad una tradizione che effettivamente non ha bisogno di essere riportata in auge senza innovazioni che la rendano almeno un minimo differente da quello che è stata quasi mezzo secolo fa, e di conseguenza tutto il disco si consuma in una melanconica, ma poco affascinante, confessione, nonostante alcuni buoni episodi non manchino (Dirge For The Affair e la titletrack).
It's Not A Straight Road è un disco consigliabile a chi si voglia rilassare con un folk intimo semplice e schietto ma, viste le sue lacune compositive e alcuni suoi plagi plateali alla grande tradizione cantautorale americana, il disco può risultare parecchio scadente, soprattutto per le orecchie più attente e critiche. In effetti la strada non è molto dritta, ma si può migliorare, in fondo è solo l'inizio.