- Mkh979 - voce, sintetizzatore
- Framaz - batteria, basso, chitarra
1. Enter in the Black Light (Intro) (02:19)
2. Way for the infinite (09:06)
3. Eternal (09:06)
4. Forest's Shadows (08:28)
5. Season of Desperation (08:06)
6. Absolute Scar (09:49)
7. Last Message (Outro) (01:36)
Abandoned Shadows
Tenebrosa e appunto sbiadita è la musica dei Faded, un concentrato di Folk nordico e di Black Metal, privo di timbri caldi e più diretto verso sonorità depressive con ampi inserti acustici.
Dopo aver autoprodotto nel 2003 il primo promo Metamorphosis, il gruppo marchigiano, formato da due membri degli Omonimo, Framaz e MKh979, pubblica il full-lenght di debutto, Abandoned Shadows, limitato a 500 copie con booklet professionale e composto da sette tracce cupe e decadenti. La registrazione si pone su due livelli discostanti, in quanto, seppur ottima nelle sezioni acustiche, diviene grezza nell’interpretazione dello screaming e nei riff di chitarra elettrica.
Dopo Enter in the Black Light, breve introduzione dotata di suoni di passi sulla neve, di gracchi di corvi in sottofondo e di un sintetizzatore che disegna un’atmosfera tipicamente nordica con l’apporto degli arpeggi di chitarra acustica, inizia il brano principale di questo Abandoned Shadows, il lungo Way for the Infinite, molto legato ai primi lavori dei Borknagar e capace di accostare alla crudezza di alcuni passaggi la solita melodia Folk, abbastanza originale e gradevole.
L’esecuzione vocale non può dirsi altrettanto buona, poiché non supportata da una registrazione eccellente e poiché troppo filtrata in alcuni casi: MKh979 tuttavia cerca di variare alquanto i registri vocali, adottando diversi approcci nei confronti della parte musicale, ma il risultato rimane grezzo e a tratti spiritico. Gli stacchi acustici invece rappresentano piccoli e stupendi spunti che impreziosiscono un tessuto aggressivo, giungendo alle sonorità dei primi Ulver, conditi da uno squallido e deprimente alone Doom.
Anche la terza Eternal si pone su questo piano, poiché il sintetizzatore che propone timbri di strumenti a fiato, non stona affatto con il contesto dell’album e anzi crea l’ambientazione adatta a far proseguire lentamente la canzone: più voci si accostano, spesso in clean sommesso e mesto, a volte sospirate e sibilanti.
Fredde emozioni riempiono Forest’s Shadows, il pezzo migliore dell’album, provvisto di un lento andamento atmosferico e Folkeggiante, su cui si inserisce la voce in screaming e le chitarre, testimonianza di un sound oscuro e di un song-writing evoluto. Il ritmo lento è spezzato da un intermezzo parlato, non granché apprezzabile ma seguito da una buona ripresa fulminante, che trasporta l’opera in pieno contesto Black Metal.
Anche nell’ultima sezione del cd si possono ricercare decenti idee vicine alle sonorità degli Agalloch di Pale Folklore (Absolute Scar), nonostante il duetto marchigiano non sia facilitato dalla registrazione e da alcune soluzioni compositive abbastanza azzardate, che dovranno essere riprese e meglio sviluppate nei prossimi lavori.
Insomma un discreto prodotto, che forse sarebbe stato valorizzato maggiormente se interpretato con un approccio vocale differente, facendo predominare ampi cori clean e scelte già sentite ma inedite al panorama italiano. Al momento i Faded stanno preparando il nuovo album, che si spera possa superare il debutto, ben congegnato ma ancora troppo avventato e impreciso.