Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Temporary Residence
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Mark Smith - chitarra
- Munaf Rayani - chitarra
- Christopher Hrasky - batteria
- Michael James - basso

Tracklist: 

1. The Birth and Death of the Day (07:49)
2. Welcome, Ghosts (05:43)
3. It's Natural To Be Afraid (13:27)
4. What Do You Go Home To? (04:59)
5. Catastrophe and the Cure (07:56)
6. So Long, Lonesome (03:40

Explosions in the Sky

All of a Sudden I Miss Everyone

Dal 2004 gli amanti del Post Rock attendevano con ansia il quarto full-lenght del gruppo texano riunito sotto il moniker di Explosions In The Sky e, dopo ben tre anni di assenza dalla scena internazionale, All Of A Sudden I Miss Everyone viene pubblicato per la Temporary Residence. Nel periodo che separa le due opere il gruppo non ha rallentato comunque il suo processo di song-writing, dando alla luce la colonna sonora del film Friday Night Lights e il progetto The Rescue: giunti nel 2007, questo All Of A Sudden I Miss Everyone si presenta come il degno successore di The Earth Is Not A Cold Dead Place, poiché le atmosfere disegnate dagli Explosions In The Sky ripercorrono completamente quelle che contraddistinsero lo splendido dalvoro del 2004.

Suddiviso in sei tracce, per un totale di 44 minuti, il quarto capitolo discografico si prospetta come l’usuale viaggio etereo nei meandri dell’interiorità; le influenze di Godspeed You Black Emperor! e Mogwai sono evidenti, come chiara è la struttura che compone ciascun episodio: costanti sali e scendi sonori si contrappongono a sezioni più distese ed arpeggiate, delicati piatti appena sfiorati si alternano a marce ritmate in pieno stile Post Rock, per conferire quell’alone meditato e riflessivo che accompagna l’act statunitense fin dal suo esordio.
Le lunghe sezioni strumentali prive di batteria prendono forma già nell’opener The Birth and Death of the Day, che riesce a svilupparsi ritmicamente solo dopo diversi minuti; l’intreccio delle chitarre ripercorre il sound di The Earth Is Not A Cold Dead Place e questo forse è l’aspetto più contrastante per quanto riguarda la valutazione: le atmosfere sono costruite in modo cerebrale e ricercato, ma non si può parlare di diversità da ciò che gli Explosions In The Sky avevano prodotto col precedente full-lenght.
Alcune tracce potevano essere composte in modo più efficace (l’ordinaria Welcome, Ghosts) e solo pochi episodi conferiscono un lieve tocco di originalità al disco, grazie al valido intervento del pianoforte (What Do You Go Home To?).
E se Catastrophe And The Cure rappresenterà il punto più alto dell’album, con i suoi crescendi struggenti ed irraggiungibili, So Long, Lonesome invece risulterà piatto e statico nel suo accennato sperimentalismo.

Ci si sarebbe dunque aspettati un approccio diverso da parte di una delle formazioni chiave della scena Post Rock contemporanea. Certamente le canzoni prodotte dagli Explosions In The Sky conservano il timbro unico ed irripetibile della band, riconoscibile fra molti, ma mancano elementi innovativi rispetto a The Earth Is Not A Cold Dead Place: si deve tuttavia ricordare che il termine “innovativo” in un genere come il Post Rock è comunque relativo, soprattutto se la musica analizzata è quella di una realtà che ha fatto sognare migliaia di fans, cullando ed amplificando le loro emozioni.

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