Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Matteo Panin - voce

- Alessandro Pomaro - chitarra

- Silvio Maestri - chitarra

- Mattia Baratto - basso

- Luca Boscarato - batteria



Tracklist: 

1. Dirty World

2. Dark Fire

3. Weak Voices

4. Sometimes Sleeping

5. Slow

6. Friendshit

Everglade

The October Sessions

Solitamente si associa il grunge in primis al quadrato storico di Seattle, cioè Nirvana, Alice In Chains, Pearl Jam e Soundgarden. In secondo luogo anche altre band, come quelle che li ispirarono (Melvins, Pixies), diversi gruppi minori di Seattle nel periodo dell'esplosione del genere, o altri acts extra-statunitensi, come per esempio i canadesi Bush che nel bene e nel male si ritagliarono una certa notorietà. Per questo molti potrebbero stupirsi nel sentir parlare di un gruppo in Italia che si presenta al pubblico come band grunge. E' il caso degli Everglade, in precedenza di nome Etilika, che dopo un lungo periodo di gavetta passato a macinare live su live (preparati accuratamente e con sempre ottimi responsi tra il pubblico) spaziando fra brani propri e numerose cover dei Pearl Jam, nell'ottobre del 2005 registrano fra le paludi (everglades) in quel di Rovigo il loro demo d'esordio, The October Sessions.

Il sound è roccioso e incalzante, con i motivi creati dai due chitarristi Maestri e Pomaro che hanno ben imparato la lezione dei loro insegnanti americani e sanno offrire un buon repertorio di riff energici e divertenti. Sembra promettere buone cose anche l'impianto ritmico di Baratto al basso e Boscarato alla batteria, sicuri nell'esecuzione. Il cantante Matteo Panin ha una voce ruvida e sporca che, anche se migliorabile dal punto di vista dell'impatto e della profondità, rende il sound più selvaggio, e viene spontaneo il paragone con mostri sacri come Eddy Vedder dei Pearl Jam. Il risultato è ascoltabile e di sicuro interesse per i fan della "rivoluzione anni '90"; ovviamente non aspettatevi qualcosa di nuovo o rivoluzionario, si tratta di un demo, come è lecito ipotizzare, di forte derivazione, composto con ben in mente quali stilemi adottare e cosa cercare di emulare.
Una nota di merito per la registrazione, davvero apprezzabile, molto al di sopra di quel che si potrebbe temere da un demo. Ma partiamo con le canzoni: acida e grintosa, così è Dirty World col suo riff in puro stile grunge che introduce all'ascolto di The October Sessions, con un brano duro e divertente. Dark Fire parte all'attacco col suo bel groove impostato dalla sezione ritmica e portato avanti dalle chitarre; probabilmente in sede live si può rivelare come uno dei brani di maggior impatto. Weak Voices, una ballata praticamente, ispirata da alcuni dei momenti simili dei Pearl Jam, inizia con una serie melodica di timidi arpeggi, per poi dare energia con l'arrivo della batteria e inserire le chitarre distorte solamente nel finale. Come parentesi è ottimamente inserita in quanto rende più variegato il demo, ed evita che sia ripetitivo. Sometimes Sleeping parte nuovamente con degli arpeggi clean, fortemente somiglianti all'intro di My Friend of Misery dei Metallica, ma con atmosfere decisamente diverse, più spensierate e meno malinconiche. Nel complesso si avvicina alla canzone precedente, ma con molti più momenti schitarrati. Viene ora la chiusra affidata a due brani brevi (di due soli minuti), Slow e Friendshit, che tornano sul classico bagaglio di riff duri di puro grunge, con forse alcuni degli spunti più vivaci del lotto.
In definitiva un demo onesto, divertente, ovviamente di chiara e forte influenza Pearljamiana, che può risultare davvero godibile dagli amanti del genere, a meno che esigiate proprio qualcosa di nuovo e che non riproponga il sound di Seattle dei primi anni '90. Ma per il momento, come demo per la prima prova al banco, gli Everglade vengono promossi, e auguriamo loro soddisfazioni per il futuro e il raggiungimento di quella maturazione e personalizzazione del sound che può dar loro un'agognata considerazione.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente