- Petri Lindroos - voce e chitarra
- Markus Toivonen - chitarra
- Janne Parviainen - batteria
- Sami Hinkka - basso
- Meiju Enho - tastiere
1. Dragonheads (05:21)
2. Warrior's Quest (04:53)
3. Kalevala Melody (01:47)
4. White Storm (04:56)
5. Into Hiding (03:49)
6. Finnish Medley (05:09)
Dragonheads
Uno stravolgente cambio di line up può segnare per sempre la storia di una band. Di conseguenza, l’attesa per l’uscita del primo disco composto da una nuova formazione non può che essere grande. Dragonheads degli Ensiferum ne è una prova evidente. Il complesso finnico vive infatti, a cavallo tra il 2004, terminate le registrazioni di Iron, ed il 2005, il suo periodo più buio e delicato. Dal momento che il singer e chitarrista Jari Mäenpää decide di lasciare il gruppo, seguito a ruota da Jukka-Pekka Miettinen e Oliver Fokin, rispettivamente bassista e batterista, gli Ensiferum, ridotti ormai a soli due membri, vedono il proprio futuro più incerto che mai. E’ quindi l’unico fondatore del gruppo rimasto, ovvero Markus Toivonen, a prendere in mano la situazione ed arruolare in fretta Sami Hinkka, già componente dei Rapture, al basso e Janne Parviainen, militante pure nei Barathrum, Sinergy e Valvet, alla batteria. La difficile scelta del nuovo vocalist cade invece su Petri Lindroos, singer dei Norther, a detta di molti soltanto una brutta copia dei Children Of Bodom. Inoltre, per placare almeno in parte l’ansia dei numerosi fan preoccupati per il destino della band, viene rilasciata la compilation 1997 – 1999, contenente tutti e tre i demo degli Ensiferum. Si giunge infine al febbraio 2006 con l’uscita del mini Dragonheads, il quale dovrebbe anticipare di qualche mese la pubblicazione di un DVD ed anche di un nuovo album, in programma però non prima della fine dell’anno.
Purtroppo ad aprire il disco non c’è un’introduzione simile a Ferrum Aeternum e si entra perciò immediatamente in medias res. Altrettanto sfortunatamente però, il primo pezzo del mini non assomiglia minimamente alla splendida Iron. L’impeto, la furia ed il fervore, tutte qualità caratteristiche della titletrack del disco uscito nel 2004, non sono neanche accostabili a Dragonheads. L’opener dell’EP appare decisamente più cadenzata, meno violenta e pertanto anche meno immediata rispetto ai precedenti lavori del complesso finnico. Le marcate componenti Power presenti nel sound degli Ensiferum vengono in gran parte abbandonate in favore di una ritmicità maggiormente epica. Soltanto nella seconda parte di Dragonheads trova spazio una breve ma intensa accelerazione con relativo chorus trionfale. Difficile spiegare il perché di questo drastico cambiamento, se non fosse per la formazione quasi completamente rinnovata. I cori durante il ritornello, e non solo, si fanno sempre più grandiosi, solenni e possono essere così paragonati a quelli dei Turisas di Battle Metal. Quello che accomunava in maggior misura i due gruppi inizialmente era senz’altro la voce graffiante e grezza dei rispettivi singer. Molti si domandavano quindi come sarebbero stati gli Ensiferum senza Jari Mäenpää. Ebbene, il cantato di Petri appare essenzialmente più elaborato e ricercato. Il singer di Ensiferum e Norther, al contrario di Jari, fa uso di uno screaming proprio del Black Metal e conferisce un’inattesa aggressività alla musica proposta dalla band di Helsinki. Terminata la song viene da chiedersi se il prossimo disco del complesso finlandese sarà veramente così diverso, sia rispetto al debutto omonimo che ad Iron, come dimostra Dragonheads. Dal momento che la titletrack del mini è il solo vero pezzo inedito del lotto, potrebbe trattarsi semplicemente di un caso e per dare una risposta a tale dilemma si può unicamente aspettare la fine del 2006 per l’uscita del nuovo full length.
Warrior’s Quest, track numero due del disco, è tratta dal secondo demo degli Ensiferum. La canzone, risalente al 1999, è stata registrata nuovamente per l’occasione in modo da poter arricchire questo lavoro. La versione proposta, escludendo naturalmente le linee vocali, non si allontana affatto dall’originale, tuttavia può risultare utile per ascoltare ed apprezzare la band ed in modo particolare il nuovo singer. La terza song è totalmente acustica e si intitola Kalevala Melody. L’alquanto breve composizione somiglia enormemente a Ferrum Aeternum e Mourning Heart, le due strumentali presenti all’interno di Iron, e, vista la sua immensa dolcezza, si rivela veramente piacevole d’ascoltare. Il Kalevala, per chi ancora non ne fosse a conoscenza, è il poema nazionale finnico, un’opera importantissima per la cultura e le tradizioni del paese scandinavo. Pure White Storm è un brano estratto dal secondo demo della band e, proprio come Warrior’s Quest, viene riproposto in una nuova versione decisamente più godibile, per via della produzione, rispetto all’originale. Al centro della scena c’è nuovamente Petri ed il compito della song è proprio quello di mettere in mostra, ancora una volta, le capacità del singer finlandese. Imperdibile il riffing iniziale, che tutto fa presagire al di fuori di un pezzo Viking. Inoltre i cori, abbastanza fiacchi nel pezzo del 1999, vengono resi più fastosi nella rivisitazione e ciò manifesta a grandi linee la piega che stanno prendendo le sonorità proposte dagli Ensiferum. In opere come Dragonheads, dove si punta più all’impatto che alla consistenza, non è poi così inusuale trovare qualche cover di canzoni di altri artisti e Into Hiding lo conferma. Gli Ensiferum avevano già dato prova di cavarsela piuttosto bene in questo campo, basti ascoltare Breaking The Law e Battery, e riescono incredibilmente a ripetere gli ottimi risultati del passato. Il pezzo degli Amorphis, contenuto in Tales From The Thousand Lakes del 1994, viene eseguito dal gruppo scandinavo in maniera impeccabile. Al primo ascolto tutto pare sicuramente sbalorditivo, tanta è la divergenza fra il sound della composizione e quello classico di Markus e compagni. I toni di Into Hiding, cui testo tratta sempre del Kalevala, sono assai più aggressivi del solito ed accarezzano il Death, uno dei tanti generi suonati dagli Amorphis durante la loro variegata carriera. Bisogna comunque ammettere che Petri Lindroos è un ottimo cantante, dotato di capacità non indifferenti, e la sua interpretazione di Into Hiding lo conferma innegabilmente. A chiudere il mini si trova Finnish Medley, una piacevole rivisitazione in chiave Metal di varie tradizionali canzoni Folk della Finlandia. Gli Ensiferum suonano quindi in sequenza Karjalan Kunnailla, Myrskyluodon Maija e Metsämiehen Laulu, aggiungendo così un interessante capitolo a questo spiazzante mini.
Dragonheads è certamente un disco di transizione, una verifica dello stato della band dopo un periodo molto difficile, un nuovo inizio. E’ proprio questa possibile seconda era che spaventa un po’ i vecchi fan, in quanto non è da escludere un futuro con un sound assai distante da quello che ha reso gli Ensiferum un complesso essenziale per la scena Viking. Se i cinque figli di Odino volevano sorprendere ci sono riusciti benissimo. Ora bisogna esclusivamente attendere per vedere se si è trattato soltanto di un esperimento o di un vera e propria rinascita. Per questo l’EP è consigliato, oltre che naturalmente ai fan della prima ora, anche a coloro che in principio avevano giudicato negativamente la band finnica. Sbalorditivo o soddisfacente, in ogni caso Dragonheads resta solamente un assaggio, nulla più. Appuntamento dunque a quest’estate per il DVD ed alla fine dell’anno per il tanto atteso album. Skål!