Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Woodcut Records
Anno: 
1997
Line-Up: 

- Victor - Chitarra, Backing Vocals
- Michael Apofis - Chitarra
- Caer Hallam Generis - Batteria
- Harald Tannin - Basso


Tracklist: 


1. Kun Ismishla Itki
2. Closed The Gates Of Tomorrow
3. Crescentian
4. Under Autumn Trees
5. Amma I Piad Sa Matriiax
6. A Wolf Among Sheep
7. A Dream Of Basaltic Submarine Towers Of Titanic Proportions And Nightmares Angels
8. Afar
9. When Tears Run Dry
10. Bonedancer
11. Black Flame Of Satan Burning

Enochian Crescent

Telocvovim

Con Telocvovim parte la fantastica, seppur breve, carriera degli Enochian Crescent, ovvero i vandali blackster finlandesi che a suon di occultismo e magia nera hanno splendidamente reinterpretato il black metal europeo. Malefici, misantropi, diabolici ma con una vena malinconica non trascurabile, la band capitanata da Victor risulta essere una delle più particolari (oltre che tra le più serie) del panorama estremo europeo, tanto per la profondità delle lyrics, quanto per il complessivo disegno musicale che si è venuto col tempo a creare. Non si tratta di poser, nè di fantocci nè di decadenti giullari nichilisti, ma di un gruppo che ha portato il black metal al suo stato primordiale fatto di odio, violenza, ma anche di uno straziante melodismo. Telocvovim ne è il perfetto esempio.

Ad introdurci in questa atmosfera infernale è Kun Ishmilha Itki, che però non rende al meglio per la sua pessima produzione. Nonostante ciò, già dall'opener (presa dal precedente demo del 1996) si evincono i cardini su cui Telocvovim si mostrerà in seguito: possenti riff di chitarre, batteria pestante e urla agghiaccianti. Da qui in poi, i capolavori cominciano a susseguirsi con una continuità pazzesca; Closed The Gates Of Tomorrow alterna perfettamente l'atmosfera occulta e sotterranea del black europeo a sensazionali aperture melodiche (su cui si impongono i giochi solisti di Victor e la ricercatezza ritmica di Generis), Crescentian (come anche A Dream Of Basaltic Submarine Towers Of Titanic Proportion And Nightmare Angels) stupisce invece per il commovente climax atmosferico incastonato centralmente nel complesso riffing del brano, mentre è con Under Autumns Trees, Amma I Piad Sa Madriiax e Wolf Among Sheeps che l'ira, la rabbia e la violenza iconoclasta prendono il sopravvento senza alcun freno inibitorio. Un mondo di rituali sotterranei, di orge sataniche, di maleodorante occultismo che prosegue con l'andamento veloce e compulsivo di Afar e i continui sbalzi atmosferici di When Tears Run Dry che si perde in meandri thrash/black per poi arenarsi su delicate pause melodiche.

La performance esecutiva del gruppo è encomiabile (le prestazioni di Generis sono una finezza continua), ma ancor di più lo è la prova compositiva e di songwriting offerta Victor e soci: poche volte nel black si è assistito ad una così profonda ed emozionante messa in scena sonora, un baccanale melodico esaltante e oscuro, capace di prolungare i brividi sulla nostra pelle per tutta la sua instancabile durata. E a concludere quest'estasi paranormale non potevano che esserci altri due gioielli assoluti, che chiudono l'album nella maniera migliore che ci si sarebbe potuti aspettare; dapprima con Bonedancer e le sue ricercatezze strumentali oltre che il suo incredibile impatto atmosferico, infine con quella che rimarrà la vetta incontrastata dell'album: Black Flame of Satan Burning è un delirio rock di chitarre e urla che si dimenano, fino a che, tutto d'un tratto, l'atmosfera del brano si piega, si chiude, e si suicida in un commovente crescendo strumentale ed emotivo, che porta tristemente l'album verso la sua conclusione.

Sapore diabolico ma raffinato gusto melodico, furia iconoclasta e riflessione interiore: Telocvovim è un disco dal valore inestimabile, soprattutto se messo in relazione con un panorama black che, fatte le dovute eccezioni (che stranamente non provengono però dalla Scandinavia bensì da Francia, Inghilterra e Germania), non è più in grado di affascinare come un tempo. Un tempo che gli Enochian Crescent hanno riesumato e hanno incastonato in un disco sensazionale, tenebroso ma al contempo toccante: sebbene manchi della più sconvolgente furia satanica di Babalon Patralx De Telocvovim, il primo album dei finlandesi rimane una delle migliori composizioni black degli ultimi anni, e il solo fatto che qualche anno più avanti gli EC saranno in grado di ripetersi quasi agli stessi livelli, lascia riflettere su quanto questa band sia stata effettivamente seminale per la musica nera estrema del vecchio continente.

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