Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Andrea Evolti
Genere: 
Etichetta: 
Officina Rock/Masterpiece
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Roberto - voce

- Uge - chitarra

- Christian - basso

- Gigi - tastiera

- Ivan - batteria
- Simone - tastiere in I'll Watch You Die e nell'assolo di Kill Your Gods


Tracklist: 

1. Intro
2. Chaotic Age
3. What Lies Behind My Hate
4. Disturbing The Silence
5. "Precious" Existence
6. Kill Your Gods
7. Nuclear Healing
8. I'll Watch You Die
9. Words Of Ancient Wisdom
10. Prelude To The End
11. Dressed In Blood
12. Inhuman Anger

Embryo

Chaotic Age

Un esordio buono e promettente, sotto il profilo compositivo e dell’esecuzione, per i cremonesi Embryo, i quali ci regalano undici tracce più intro, di questo Chaotic Age, equilibrato e piacevolissimo punto d’incontro tra primi Dark Tranquillity, At The Gates, Sadist di Above The Light, Elenium e Children Of Bodom, con un uso di tastiere molto intelligente e pieno di gusto. Il sottolineare all’inizio della recensione l’aspetto compositivo e tecnico non è casuale: infatti, una delle pecche maggiori di questo full-length di debutto è una produzione abbastanza carente ed imprecisa nella taratura dei suoni, in primis voce e chitarre.

Spiace, infatti, che chicche come What Lies Behind My Hate, Nuclear Healing e Dressed In Blood, dove si unisce il Death melodico scandinavo, la dinamica Thrash americana e le atmosfere tastieristiche che molto devono anche alla scuola italiana Prog e Metal estremo (Sadist, Edenshade, primissimi Ephel Duath), siano penalizzate da una voce mal gestita a livello di produzione, visto che la prova di Roberto è più che buona, specie nella ricerca perenne del giusto growling da adeguare all’inerzia del brano ed alle atmosfere, come in "Precious" Exsistence, dove emergono atmosfere che ricordano pezzi dei Sadist quali Desert Divinities. Va detto che, oltre al fatto che il penalizzato risulta anche essere Uge ed il suo ottimi guitar-work ritmico (alcuni assoli non sono il massimo, troppo Slayer in alcuni punti e troppo banali ed approssimati in altri), la voce di Roberto non sempre ha un’esecuzione al 100% delle proprie possibilità e, forse, i modelli d’influenza sono ancora ingombranti e legano lo sviluppo del suo stile. Inappuntabile, invece, l’operato della sezione ritmica Ivan/Christian ed un plauso, anche se ora non è più parte della band, a Gigi, tastierista ora degnamente sostituito da Simone che si produce anche in due pezzi su questo lavoro d’esordio (I'll Watch You Die e il solo di Kill Your Gods), rimanendo sugli alti livelli del suo predecessore. Produzione un po’ deficitaria, una lieve immaturità artistica e tecnica che danneggiano, ma non troppo, un buon esordio di una band con un suo perché ed un suo stile che sta prendendo sempre più forma. Complimenti e si aspettano gli sviluppi futuri.

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