- Chrigel Glanzmann – Voce, Chitarra acustica, Mandola, Flauti, Cornamusa, Gaita
- Meri Tadic – Voce, Violino
- Anna Murphy – Hurdygurdy, Voce
- Sevan Kirder – Flauti, Gaita, Voce
- Rafi Kirder – Basso, Voce
- Ivo Henzi – Chitarra elettrica
- Simèon Koch – Chitarra elettrica
- Merlin Sutter – Batteria
1. Samon
2. Primordial Breath
3. Inis Mona
4. Grey Sublime Archon
5. Anagantios
6. Bloodstained Ground
7. The Somber Lay
8. Slanias Song
9. Giamonios
10. Tarvos
11. Calling The Rain
12. Elembivos
Slania
I grandi consensi strappati dal debut-album “Spirit” hanno fatto divenire il nome degli svizzeri Eluveitie uno dei più caldi della scena Folk Metal centro-europea: non ha mancato di accorgersene una label smaliziata e potente come la Nuclear Blast, il cui contratto ha permesso al progetto elvetico di effettuare un non indifferente salto di qualità a livello di potenziale – a breve gli Eluveitie saranno in concerto con altri pesi massimi del genere nel tour itinerante Paganfest, mentre la promozione per l'album è già serratissima, soprattutto se confrontata a quanto accadde per un disco ancora 'underground' come “Spirit” (uscito per la ben più settoriale Fear Dark Records) o per l'acerbo EP di debutto (autoprodotto) “Vên”.
I tempi sono maturi, ora si fa in grande: Chringel e compagni sembrano averlo capito, e tirano fuori, con questo “Slania”, il disco che li consacra come una delle band più fresche ed in forma del momento.
A livello di sound (si fa apprezzare l'ottima produzione, con suoni ben calibrati e una buona resa degli intrecci, sia vocali che strumentali) le coordinate sono le stesse già collaudate con lo scorso album: un Death Metal di stampo melodico svedese (la cui influenza è maggiormente incisiva in questo disco, rispetto al passato) si mescola alle indovinate, ricche melodie di Folk celtico e gaelico (a volte derivate da brani tradizionali), mentre il graffiante ruggito di Chringel Glanzmann si alterna a poderosi interventi corali per donare ulteriore impatto ad ogni brano; ritmiche veloci, precise e potenti, di basso, batteria e chitarra (con le sei-corde a prendersi spazi ben più importanti e d'effetto) rendono “Slania” un disco aggressivo e tumultuoso, con le armonie d'altri tempi delle cornamuse e dei violini a donare un tocco personale al moderno Metal dei sette elvetici.
Sono due, i brani che fungono da colonne portanti del disco, e sono posti l'uno in apertura, l'altro nel finale: il primo degli assi è la trascinante “Inis Mona”, aperta da un leggero giro di flauto, ma condotta da ritmiche al contempo pesanti ed accattivanti – bridge e chorus traboccano di melodie che centrano il bersaglio fin dal primo ascolto, e rendono questa traccia un singolo ideale; l'altra gemma è “Slanias Song”, in cui si alternano malinconiche melodie cantate dalla voce femminile con sottofondo Folk, e più graffianti sezioni Melodic Death con i rauchi e possenti growls di Chringel: il ritornello sovrappone i due elementi, per un effetto dall'impatto armonico pienamente soddisfacente.
In aggiunta a due estremamente brillanti canzoni (con tutta probabilità le migliori mai scritte dal gruppo svizzero), il resto del disco ci offre un piatto succulento, con numerosi altri picchi (la devastante “Primordial Breath”, l'atipica e spirituale conclusione “Elembivos”) e alcuni piccoli cali (anonima “The Somber Lay”), inframmezzati da riposanti interventi di puro Folk celtico (“Anagantios” e “Giamonios”): il risultato finale complessivo è dunque altamente gratificante per chi segue con interesse il Folk Metal, ed il nuovo parto degli Eluveitie rappresenta un'uscita che rafforza la personalità e la statura del gruppo rossocrociato, ora da annoverarsi definitivamente e con pieno merito tra i più ispirati esponenti dell'affollata scena del vecchio continente.