- Nils K.Rue - Voce
- Glen Drover - Chitarra, Tastiere
- Adrian Robichaud - Basso
- Shawn Drover - Batteria
1.The Parallel Otherworld
2.Arcturus #09
3.The Eternal Call
4.Ghost World
5.Thousand Winters Old
6.Spirit Sanctuary
7.Order Of The With Light
8.Astral Fight
9.Shadowanderer
The Parallel Otherworld
I canadesi Eidolon presentano al pubblico il nuovo The Parallel Otherworld, settimo studio album in dieci anni di attività. La band è nota soprattutto per la militanza dei fratelli Glen (chitarra e tastiere) e Shawn Drover (batteria) nei Megadeth del burbero Dave Mustaine, un’influenza che emerge a tratti durante l’ascolto di questo platter, in particolare nelle parti più veloci dei brani.
Gli Eidolon riescono però a proporre una formula sonora abbastanza personale, che pesca in pari misura da un power/speed melodico e barocco di tradizione mitteleuropea, un thrash piuttosto tecnico e ragionato e alcune sfumature progressive, avvertibili nei continui cambi di tempo e nelle “fantasie” vicine ai Dream Theater del periodo mediano tessute dalle tastiere. Inoltre spuntano qua e là alcune atmosfere rarefatte e sinistre memori di King Diamond (Glen suonò le chitarre nella band del Re Diamante tra il 1998 e il 2000) e dei Mercyful Fate, non a caso omaggiati dall’ottima rivisitazione di The Oath che troveremo in coda al CD.
Una varietà percepibile già nella titletrack, posta ad aprire l’album, una lunga suite che fa propria la grandiosità di una intro di musica classica per poi evolversi in un brano di speed/thrash melodico sostenuto ma non indigeribile, arricchito dalla versatilità vocale di Nils K.Rue, già vocalist dei progsters Pagan’s Mind. Tra gli episodi più convincenti segnaliamo poi The Eternal Call, brano dotato di un refrain avvincente e tutto sommato assimilabile, nonostante i complessi ricami di tastiera tessuti da Glen, l’ottima Spirit Sanctuary, ben più sostenuta e ancora l’epica Astral Fight, dove si registra un ottimo utilizzo delle parti corali.
L’ascolto procede sempre in modo liscio e non scade mai nelle ripetizioni, in forza di un bagaglio tecnico certamente lodevole ma che punta ben più sull’emozionalità piuttosto che sull’esercizio di stile. Un disco vario e piuttosto originale che potrà essere apprezzato sia dagli abituali fruitori di power metal sia da coloro più affascinati da sonorità pesanti e complesse. The Parallel Otherworld saprà darvi tutto questo.