Voto: 
4.0 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Wolf Age / Hau Ruck SPQR
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Diego Banchero – Basso elettrico, chitarra acustica, tastiere, voci, percussioni, melodica, - programmazione, coro
- Carolina Cecchinato – Voci, tamburello, coro
- N.H. Guglielmo Amore – Voci, percussioni, coro
- Mirko Giorgini – Chitarra classica ed acustica
- Fernando Cherchi – Fisarmonica
- Daniele Santagiuliana – Harmonium

Tracklist: 


1.Storia di una Rondine
2.L'Ottobre Nero di Mosca
3.Il Giorno delle Chimiche Brume
4.Theos Aniketos

Egida Aurea

Storia di una Rondine

Gli Egida Aurea sono un progetto genovese formatosi nel 2006 per iniziativa di due membri dei conterranei Recondita Stirpe, il polistrumentista Diego Banchero e la cantante Carolina Cecchinato, e successivamente espansosi (con l'ingresso di diversi altri elementi della band-madre) fino ad arrivare alla formazione attuale, composta di sei musicisti.

Il mini-CD “Storia di una Rondine”, pubblicato in Italia dalla Wolf Age Records e distribuito in Europa dalla Hau Ruck! SPQR, segna il momento del debutto per gli Egida Aurea, che finora avevano solamente presentato una canzone in una compilation di settore; il gruppo ligure sforna quattro canzoni di Neo Folk contaminato da spiccate ritmiche marziali ed influenze cantautoriali – si nota (positivamente) l'esperienza maturata con Malombra, Segno del Comando e Recondita Stirpe dal leader e compositore Diego Banchero, tanto che più d'una volta si intuiscono idee davvero valide, con break di chitarra acustica e tastiere davvero evocativi ad alternarsi a severe strofe supportate da un uso marziale e ritmico di percussioni e piano (“Storia di una Rondine”). Si colloca, invece, a metà tra Neo Folk (lo sfondo acustico, le melodie di fisarmonica) e Dark Wave (gli effetti di tastiera, le meccaniche ritmiche incessanti) la terza “Il Giorno delle Chimiche Brume”, mentre “Theos Aniketos” chiama in causa  atmosfere e cori d'estrazione balcanico-ellenica, con l'intermezzo “L'Ottobre Nero di Mosca” a chiudere il quadro facendo riferimento a melodie di stampo slavo, con intrecci vocali che tentano di restituire un'atmosfera cupa e grigia, ma dalla notevole, decadente maestosità.

A inficiare sulla resa della musica degli Egida Aurea è però un approccio vocale decisamente sconclusionato, in quanto affidato, per la maggior parte dei momenti solisti, alla mediocre ed acerba voce di Carolina Cecchinato, in palese difficoltà nell'intonare degnamente i brani (su tutti, la title-track, paradossalmente la più promettente dal punto di vista strumentale e melodico); se si può encomiare il piglio deciso e sentito della vocalist, nonché la discreta riuscita dei momenti corali (cui partecipano anche alcuni componenti maschili della band), non si può evitare di notare la rovinosa sorte subita dalle armonie in cui a prevalere è il timbro della singer genovese, armonie (talvolta anche ambiziose) che andrebbero interpretate con ben altro spessore tecnico e maggiore personalità, non solo nell'aggiunta di sfumature e abbellimenti, ma anche in una più corretta modulazione della propria voce.

Partenza falsa, dunque, per gli Egida Aurea, il cui discreto potenziale è menomato da alcuni problemi di portata piccola (il feeling talvolta sintetico, dovuto alle nette influenze Dark che caratterizzano il loro suono) o grande (l'assenza di un/una vocalist capace di trasmettere emozioni e di interpretare con abilità e superiore perizia le tracce); dispiace bocciare un complesso che s'impegna nel presentare delle idee personali e talvolta anche interessanti ma, allo stato attuale delle cose, agli Egida Aurea serve un netto miglioramento per raggiungere i livelli di altre formazioni Dark Folk dello stivale.

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