- Carlo Cassaro - voce
- Paolo Maccaroni - chitarra
- Gian Paolo Cesarini - basso
- Andrea Iacobelli - batteria
1. Cold
2. Silence
3. Changes
4. The Waiting
5. Bodies
6. Running
7. Calling
8. Last Night
9. Fatalities
Echoes of Silence
L’italiana In The Night Time si sta assumendo il non facile compito di tirare a lucido le realtà musicali dark underground del proprio paese, puntando su ristampe come quelle della band storica Thelema, o su band nuove di zecca che mirano a raggiungere il pubblico oscuro nazionale e mitteleuropeo. Una scommessa insomma che fino ad ora si sta rivelando davvero interessante e a buon esito. A cominciare dall’appoggio agli Echoes Of Silence viene subito presentata una band che ha sicuramente fatto suoi gli essenziali canoni sonori del dark classico. Tanto per citare dei nomi si possono fare quelli dei Joy Division, dei Cure o dei Sisters Of Mercy di Eldritch & C. Una volta messa molta carne al fuoco, ecco che il quartetto di Roma si giostra con abilità tra le varie influenze annoverate, esprimendosi con semplicità e chiarezza, senza mai mancare nel riffing o nella struttura ritmica.
L’unica nota leggermente spiazzante all’inizio può essere un vocal poco canonico, un po’ dissonante e svogliato, che però, approfondendo l’ascolto, si rivela in tutte le sue potenzialità. Così dopo un inizio da Unknown Pleasures (Joy Division, 1979), ben assimilato in Cold, si procede attraverso percussioni alla Siouxsie and The Banshees e arpeggi onirici ed esili proprio come quelli dello smithiano Disintegration. Di questo passo insomma ci si sente come capitati in una sorta di revival eighties quando stava ancora sbocciando, fresco e inarrestabile, il seme dark. Ci si permette da qui addirittura delle chicche come la struttura ritmica nella terza Changes nettamente rivolta ai tempi d’oro di First And Last And Always (The Sisters Of Mercy, 1985). Detto ciò, l’ascoltatore che fruirà di questo disco proverà sicuramente piacere nel sentire un mood glaciale, oscuro e dinamico come solo certi masterpiece – opere d’arte – riuscivano a fare. Sembrerebbe perciò un’ottima prima pietra per gli EOS che si propongono con il loro omonimo debut-album come valida realtà musicale nazionale, che ha tutte le carte in regola magari per incamminarsi su una strada più luminosa.