Tornati prepotentemente alla ribalta due anni orsono con il magnifico “Hex, Or Printing in the Infernal Method”, gli Earth di Dylan Carlson sembrano vivere una nuova giovinezza: i meriti del disco sopracitato, l’importanza finalmente riconosciuta al pionieristico suono della band e i soddisfacenti tour intrapresi ne gli ultimi tempi hanno definitivamente ridato smalto ad un nome che sul finire degli anni ’90 sembrava dovesse finire la propria carriera nel più misero anonimato.

“Hibernaculum”, pubblicato dalla sempre più attiva Southern Lord , testimonia questo momento di grazia. Disponibile sia in una versione in vinile (solo audio) che in un’edizione CD+DVD (audio e video), questo prodotto non è da considerarsi come ‘il nuovo disco degli Earth’ quanto piuttosto come uno sfizio per i fans, specialmente per quelli avvicinatisi solo di recente alla musica di Dylan Carlson. Questo poiché “Hibernaculum” non contiene alcun brano inedito, ma la ri-registrazione di quattro brani provenienti dal passato più o meno lontano della band, eletti come rappresentanti dei vari stadi evolutivi della band: la celeberrima “Ouroboros Is Broken” proviene addirittura dal primo EP del gruppo, “Extra Capsular Extraction” (1991), mentre la coppia “Coda Maestoso In F (Flat) Minor” e “Miami Morning Coming Down” ha visto la luce attorno alla metà dei nineties; infine, abbiamo “A Plague of Angels”, disponibile finora solo su “Angel Coma”, un raro split con i Sunn O))) distribuito durante il tour che, lo scorso anno, coinvolse le due band.

Proprio dalla tranche europea di quel tour è estratto anche il materiale che compone i sessanta minuti del DVD, il documentario “Within the Drone” filmato da Seldon Hunt, comprendente interviste e materiale registrato durante le live-performance degli Earth. Tornando alla sezione audio, è importante far notare come le nuove versioni ricalchino stilisticamente quanto sentito su “Hex, Or Printing in the Infernal Method”, riproponendo quello stesso suono asciutto, pulito, spazioso che sembra ritrarre sconfinati paesaggi desertici e atmosfere da Far West, grazie anche all’inserimento di accordi ed arrangiamenti dal retrogusto Country e Southern Rock – le nuove versioni mantengono le melodie degli episodi originali, ma demoliscono quel ‘wall of sound’ costituito da riff pesantissimi che caratterizzava i vecchi Earth, sostituendolo con nuovi, più ariosi arrangiamenti e con l’anomalo approccio ‘Hex-iano’ in modo da poter dire qualcosa d’inedito anche a chi conosce a menadito la band di Olympia: i risultati ottenuti da questa operazione di ‘svecchiamento’ sono davvero gradevoli, e garantiscono una serie di ascolti soddisfacenti per chi non può vivere senza la propria regolare ‘dose’ di Drone Rock.

Inutile dilungarsi in ulteriori disamine: chi non apprezza il nuovo corso degli Earth si tenga alla larga senza rimorso alcuno, mentre chi ha amato “Hex” (e, magari, chi non ha ancora potuto assaporare il quarto d’ora della corposa ed succulenta “A Plague of Angels”) si precipiti ad ascoltare i 36 minuti di “Hibernaculum”: avrà di che godere...