Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Frohike Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Koma - chitarra
- Sisto - chitarra, synth
- Fede - voce
- C - basso, noises
- Enrico - batteria


Tracklist: 

1. L'Ultimo Giorno (13:22)
2. Giorno Zero (Fallout Primario) (08:03)
3. Il Primo Giorno (11:10)
4. Il Secondo Giorno (15:51)
5. Adesione Al Principio Di Conservazione Della Materia (05:05)

Dyskinesia

Dyskinesia

Il moniker Dyskinesia, patologia legata ad un disordine motorio, appare efficace ed appropriato nella definizione della dimensione sonora che la formazione piacentina riesce a plasmare in un lavoro di studio frutto di tormento Post-Hardcore e di malattia Sludge.
Il quintetto emiliano sembra voler sottolineare con intensità l’origine del proprio identificativo, come si evince dalla lunga descrizione della natura della "discinesia" riportata all’interno della confezione curata e professionale che riveste il primo capitolo discografico omonimo; cacofonia industriale e inquietudine Drone si fondono per scavare nei meandri più oscuri dell’animo umano, con la consapevolezza di non dover conferire spazio all’emotività dell’ascoltatore.



Nell’annientamento tessuto dalle cinque colossali tracce che compongono l’album, i Dyskinesia cercano di ricondurre all’unità un sound volutamente frammentato, impiegando come collante soffocanti esalazioni di sintetizzatori e nubi di effetti tossici, degni dei migliori acts della scena a cavallo tra le arcane sperimentazioni dei Neurosis e il vuoto monolitico dei Sunn O))).
Tentacolare e minaccioso, l’universo dei Dyskinesia avvolge ed opprime l’ascoltatore in una sorta di monologo antiritmico, caotico ed intriso di venature Noise.
A tal proposito si deve rammentare anche il contesto vocale tracciato nei cinque episodi del platter, denso di lamenti, urla disperate e vagiti spettrali; risulta però quasi impossibile distinguere stilisticamente i pezzi, poiché la malsana atmosfera respirata aleggia sull’intero full-length, alternando alle sezioni Ambient più tetre l’acido andamento Sludge/Post-Hardcore che in Italia ha permeato già le opere di Ufomammut, Morkobot e Lento.
Solo la conclusiva Adesione Al Principio Di Conservazione Della Materia riporta ad un contesto estraneo alle divagazioni estreme di chitarre e batteria, protagoniste indiscusse di un prodotto di matrice postindustriale.

In definitiva, sebbene i Dyskinesia riescano nell’intento di stregare con il loro timbro cosmico e con i loro spasmi angoscianti, l’album di esordio pecca leggermente in monotonia, non garantendo possibilità di uscita dal contorto vortice di una musica dai tratti apocalittici e privi di aperture luminose. Forse avrebbe avuto un maggiore impatto l’inserimento di chiaroscuri marcati, di intervalli variegati o di strutture più canoniche, ma in generale si deve riconoscere che Dyskinesia rappresenta una testimonianza alternativa di come anche in Italia sia possibile esplorare i lidi dei generi più di nicchia e poco accessibili al panorama nazionale.

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