- Ivan - voce
- Giane - chitarra
- Boris - basso
- Carlo - batteria
1. Senza Di Te (02:08)
2. Eliminato Dalla Terra (02:08)
3. Morte Cerebrale (01:58)
4. Stati Mentali (01:56)
5. Attimo Eterno (02:24)
6. Morta (01:00)
7. Thrash (02:10)
8. Senza Un Padrone (02:34)
9. Drunk Side (02:34)
10. Non Puoi Decidere (01:40)
11. Chiesa (02:24)
12. Mi Ritrovo Nascosto (02:36)
13. Automa (02:12)
14. Orrenda Strage (02:52)
Drunk Side
I Drunk Side nascono a Seregno (in provincia di Milano) nel 2002, per volere di quattro amici accomunati dalla passione per la birra e l’Hardcore di casa nostra. Pur non avendo alcuna esperienza di tipo musicale alle spalle (i diretti interessati dicono addirittura di non aver mai preso in mano uno strumento prima!), nel giro di un anno i Drunk Side incidono un demo, in presa diretta, contenente cinque tracce. L’attività live consente ai quattro amici di crescere dal punto di vista tecnico e compositivo, tanto che nell’ottobre 2007 vede luce il primo full lenght del combo milanese, intitolato semplicemente Drunk Side. L’album, registrato fra il quattro ed il sei giugno 2007 presso l’Avatara Studio di Milano, si presenta attraverso una copertina in cui troneggia un logo quanto mai esplicito e d’effetto.
I brani di cui si compone Drunk Side sono ben quattordici, tutti comunque dalla durata piuttosto breve. Nell’insieme, in sostanza, si tratta di una buona mezzora di musica. Le caratteristiche stilistiche della band milanese sono rintracciabili in un Hardcore di stampo prettamente italico, con tanto di cantato nella nostra lingua madre. Questo semplice aspetto di Drunk Side relega il disco in una posizione abbastanza svantaggiosa in ambito europeo, dove solitamente lavori del genere trovano poco spazio. Non solo: gli stessi appassionati di Hardcore potrebbero non trovare Drunk Side particolarmente interessante, in quanto davvero poco originale e privo, dal punto di vista tecnico, di spunti che potrebbero attirare l’attenzione.
Il sound dei Drunk Side risente purtroppo di un’esperienza ancora insufficiente, la quale influisce negativamente sulle quattordici tracce dell’album. Le chitarre non offrono un riffing avvicinante, restando costantemente inchiodate ai soliti cliché. Non vi è nemmeno traccia di accelerazioni valide, poiché il ritmo, pur variando spesso nel suo incedere, non influenza poi molto il risultato finale. Un ulteriore limite è rappresentato dal cantato di Ivan, davvero poco apprezzabile nonostante la dedizione alla causa. Nemmeno la produzione aiuta Drunk Side a risollevarsi dall’oblio in cui sembra destinato, ma perlomeno in questo caso è lecito chiudere un occhio a riguardo, trattandosi pur sempre di un’autoproduzione.
Difficilmente Drunk Side potrà contare su un’accoglienza calorosa da parte del pubblico, un pubblico senza dubbio ristretto rispetto a quelli che sono gli standard dell’Hardcore. C’è ancora tempo per maturare, d’altronde quando si decide di vendere un proprio album alla modestissima cifra di cinque euro la mentalità c’è tutta.