Alessandro Fiore - Vocals
Christian Scigliuzzo - Guitar, backing vocals
Germano Panico - Guitar
Davide Bisanti - Bass, backing vocals
Matteo Solida – Drums
1. We Want to Drink 03:02
2. Bimbominkia 03:16
3. War of the Whores 04:09
4. A Moment of Lucidity 06:09
5. In Thrash we Trust 03:22
In Thrash We Trust
Una storia travagliata per questo combo leccese dedito ad una forma pura di divertentissimo thrash metal. I Dreker (dalla pronuncia salentina della birra che i Nostri si scolavano durante le prove) muovono i primi passi nel 2008 grazie al vocalist Alessandro, il quale vuole in tutti i modi sfogare la sua passione per il genere. Numerosi cambi di formazione e le solite difficoltà che un gruppo underground italiano può incontrare non scoraggiano il singer e così ecco che nel 2009 una prima line-up stabile dà alla stampe il debut-EP dal titolo In Thrash We Trust.
Una registrazione ancora leggermente amatoriale ed uno stile speed/thrash molto diretto con testi deliranti sono gli elementi portanti della proposta di questi folli giovani. Chiare influenze derivanti dai Tankard si possono già riscontrare a livello lirico e musicale di una tiratissima We Want to Drink. Si prosegue all’ascolto del disco con l’arrembante Bimbominkia, dal testo chiaramente votato a criticare lo stile dei ragazzini etichettati normalmente come “tamarri”. I riffs si susseguono senza sosta ed anche i momenti più rallentati sono perfettamente eseguiti; la carica distruttiva del combo non scema mai ed è facile lasciarsi travolgere da strutture facilmente memorizzabili. La voce di Alessandro è acida ma sempre graffiante e mai eccessivamente urlata (cosa che puntualmente “rovina” almeno l’80% delle moderne proposte musicali del genere).
Le urla di alcune ragazze che si azzuffano servono da introduzione a War of the Whores. Senza neanche sforzarsi, il messaggio che il gruppo ci vuole lasciare lo si capisce bene sin dal titolo e vi invito anche ad ascoltare il testo con attenzione. Musicalmente parlando, non posso far altro che rimarcare le ottime sezioni in mid-tempo che annunciano il ritornello e le successive velocizzazioni. Questi ragazzi sono veramente un portento.
Incredibilmente potenti le partenze in velocità della strumentale A Moment of Lucidity, tra vari rallentamenti dal groove incalzante. Leggermente più curata e meno diretta la fase solista della chitarra in questa occasione, la quale sfocia anche in alcuni arpeggi accompagnati dal suono dell’armonica a bocca! Sì, avete capito bene ed il risultato funziona alla grande! L’assalto finale ci viene regalato con la title-track, concentrato di adrenalina allo stato puro. Purtroppo la registrazione troppo amatoriale non dona la giusta potenza ai riffs durante le ripartenze, anche se qui possiamo comunque notare a tratti alcune influenze risalenti ai Sodom di Tapping the Vein, soprattutto per la tonalità che Ale assume dietro al microfono, oltre che per la velocità di esecuzione.
Insomma, un prodotto veramente valido, consigliato a tutti i cacciatori di talenti o semplicemente a coloro che masticano thrash per colazione. Ancora una volta, direi di puntare maggiormente ad una registrazione più potente ma a parte ciò, questo EP è sicuramente tra le sorprese più gradite dell’ultimo periodo. La copertina poi è veramente originale e simpatica. Forza, ragazzi!