- Mauro 'Seven' Maccarini - voce
- Andrea 'Dr.Rock' Tinnirello - chitarra
- Manuel 'Hellcat' Gatti - basso
- Simone 'Oldboy' Oldofredi - batteria
1. Hard To Say No
2. Give Me A Reason
3. Ka Boom
4. I Hate You
5. Never Seen Before
6. Dogs N'Bones
7. All We Need
8. Smell Of Death
9. God Of Rock
Dirty Fuckin' Loud
Nati a Brescia inizialmente sotto il monicker G@ttitude, questi quattro ragazzi lombardi nel 2004 escono con un mini intitolato Rock Target, che ottiene presto un buon responso tanto da stimolarli a lavorare su un full-lenght in maniera professionale. Vanno così alla ricerca di una figura che li possa guidare nella realizzazione del loro prodotto, e la trovano in Dario Mollo, uno che in molti anni ha lavorato tra gli altri con Anathema e Lacuna Coil, ed è così che nel 2006 la band entra nei suoi Damage Studio Inc. a Ventimiglia per iniziare le registrazioni di Dirty Fuckin' Loud.
Nel frattempo il quartetto lombardo decide di cambiare il proprio nome nel più fruibile, specie all'estero, Dogs 'N' Bones, mentre la Graveyard Productions, dopo aver sentito l'energia che questo gruppo sprigiona, non perde tempo a metterli sotto contratto, infatti il loro è uno sleaze/hard dal piglio moderno, un po' punkeggiante e un po' street, una sorta di incrocio tra le sonorità di Backyard Babies o Hardcore Superstar da una parte e Faster Pussycat o L.A. Guns dall'altra, e già l'immagine in stile cartoon, o fumetto, della ragazza punk in copertina rende bene l'idea della musica da loro proposta.
L'opener Hard To Say No si presenta subito energetica e dinamica, la chitarra di Dr. Rock ed il basso di Hellcat si mostrano in gran forma un po' su tutto il cd, il lavoro di Oldboy alle pelli è incalzante come richiesto dal genere, ed anche la performance del singer è positiva, anche se talvolta appare fin troppo controllato per la loro ricetta, facile ipotizzare infatti che una maggiore impulsività ed un piglio più sguaiato e sgraziato gioverebbero di certo a brani come Ka Boom, che è comunque un ottimo brano sleazy che diverte in tutta la sua freschezza ed energia, o nel punk di I Hate You, anch'esso un bel brano che molto li avvicina ai succitati act nordici.
Si sente un po' il modern rock di Velvet Revolver e simili in pezzi come Give Me A Reason e Never Seen Before, quest'ultimo in possesso di un bell'intermezzo strumentale caratterizzato da quel riuscito stop and go che fa sobbalzare l'ascoltatore, e così si susseguono brani sempre ben ritmati, dinamici ed energetici, come del resto la title-track, anch'essa sleaze/punk-oriented che riesce ad elevarsi qualitativamente sul resto, mentre lo street/hard di All We Need con quel notevole solo del guitar-man o la più cadenzata Smell Of Death con il suo groove potente non rappresentano niente di particolare, anzi si rischia adesso una scarsa diversificazione della proposta, ed infine la chiusura affidata alla buona God Of Rock, fra le più belle del lotto con quel suono di chitarra un po' alla Guns N' Roses.
Discreto e promettente esordio quindi per i rockers bresciani, che sfornano un concentrato di energia e sano divertimento con il loro Dirty Fuckin' Load, si noti infatti come non ci sia nemmeno una ballad a spezzare il ritmo, e dire che con quella voce il singer ne potrebbe benissimo cantare, mentre al tempo stesso potrebbe osare un po' di più, specie perché le qualità sembrano esserci, e perfezionare così la resa finale dei loro brani con un'interpretazione a più alto tasso alcolico. Riescono bene comunque ad ottenere il risultato voluto, cioè quello di divertire e rendersi immediati, a tal proposito un lieve affinamento del song-writing, che soprattutto riesca a diversificare un po' la proposta ed a renderla più accattivante, potrebbe permettere loro un eccezionale salto di qualità.