Nick Tart - voce
Brian Tatler - chitarra
Andy Abberley - chitarra
Eddie Mohan - basso
Karl Wilcox - batteria
1. Skin On Skin
2. I Feel No Pain
3. This Planet And Me
4. Reign Supreme
5. Killing Me
6. Tonight
7. Pray For Me
8. What's In Your Head?
9. Nothing To Lose
10. Calling Out
11. Victim
What's In Your Head?
Fu uno dei gruppi più influenti e sottovalutati della NWOBHM, ma presto, anzi troppo presto, i Diamond Head caddero nel dimenticatoio dopo avere sfornato una serie di ottimi lavori che puntellarono gli inizi e l'affermarsi dell'epopea del British Heavy Metal, dall'immenso esordio del 1980 con Lighting To The Nations ai successivi Borrowed Time e Cantarbury. Ma dal 1985 in poi la band inglese ha vissuto soltanto periodi contraddittori ed altalenanti, caratterizzati da brevi reunion, continui cambi di line up e sparute esibizioni live, riuscendo tuttavia a stampare nel 1993 il buon Death & Progress, unico studio album concepito dalla loro prima reunion avvenuta tra il 1991 ed il 1994.
Il nuovo What's In Your Head? segue invece a due anni di distanza il non del tutto convincente All Will Be Revealed, frutto dell'ennesima reunion, che purtroppo ha deluso le aspettative anche dei loro più acerrimi fan di vecchia data, nonostante avesse fatto intravedere qualche barlume di speranza, reso tale più che altro da qualche freddo consenso e dalla possibilità per loro di riprendere un'intensa attività live.
Il chitarrista Brian Tatler è l'unico membro rimasto dell'originaria formazione, e proprio lui con le solite rituali dichiarazioni che anticipano l'uscita di un qualsiasi album tanto atteso aveva suscitato un certo interesse e forti speranze presso gli amanti del più puro heavy, definendo quest'ultimo lavoro come una naturale continuazione del loro sound degli esordi, ed in particolare del loro miglior disco, cioè Lighting To The Nations. Purtroppo così non è stato.
What's In Your Head? scorre via in maniera anonima ed insignificante, priva di quel mordente, quella convinzione e quella verve necessarie a rendere quantomeno accettabile il risultato finale, e così anche dopo svariati ascolti quasi niente rimane all'ascoltatore, se non una serie di passaggi a vuoto che non suscitano la benché minima emozione o attenzione. Il singolo che lancia l'album This Planet And Me è uno dei pochi brani che meritano di essere ascoltati anche per merito di una strofa ben costruita e di un refrain più catchy e grintoso rispetto alla mediocrità e alla piattezza generale che contraddistingue tutto il resto, come qualche moderato elogio può essere rivolto alla doppietta finale composta da Calling Out, che parte lenta per presentare poi un buon fraseggio chitarristico ed anche sprazzi di zeppeliniana memoria, e Victim, che ha il pregio di essere più cattiva ed energica.
Altri inconcludenti echi zeppeliniani (Reign Supreme) e della NWOBHM (I Feel No Pain) sono presenti un po' ovunque, mischiati e confusi con qualche velleità modernista ripresa dal precedente All Will Be Revealed, approdando in conclusione a risultati tutt'altro che piacevoli e soddisfacenti, come avviene con le noiose e monotone Pray For Me e Killing Me o peggio con le soporifere Tonight e What's In Your Head?.
Non resta che consigliare un po' a tutti di rispolverare o di procurarsi i primi tre album di questo combo inglese, che vive un presente purtroppo distante da un passato tanto glorioso ed importante da avere positivamente influito sullo stile di molte metal band, tra le quali anche i Metallica.