:
- Rainer Nygard - voce e chitarra ritmica
- Marko Utriainen - chitarre
- Aadolf Virtanen - basso
- Heikki Malmberg - batteria
1. Shadow World
2. Damien
3. Together As Lost
4. In Sorrow We Trust
5. Mimic47
6. Condition Red
7. Kalla
8. Blackheart
9. Kathryn
10. Rebellion of One
11. D.O.A
Mimic 47
Il nome Finlandia viene spesso associato a death e power metal, generi che vanno per la maggiore e che sfornano vere e proprie cult band. Ma il freddo nord produce anche i Diablo, band nata nei primi anni 90 che suona un thrash carico, dalle loro stesse parole debitore a Testament, Death e soprattutto Slayer.
Il combo si presenta negli inizi del 2006 con il loro quarto prodotto, Mimic 47, album che riesce ad uscire dai confini scandinavi, dove la band è già riconosciuta dal 2000, anno dell'esordio.
L'album è un sapiente dosaggio di thrash puro e cadenzato, sonorità metalcore e atmosfere dark.
Non a caso mentre ascoltiamo l'album nomi quali Fear Factory, Soilwork, Coal Chamber e apputo Slayer continuano a riemergere dalla nostra mente.
A Shadow World il compito di darci il primo impatto; la canzone, come le succesive Damien, Together As Lost e In Sorrow We Trust si presenta con cadenze pure e chitarre che si intrecciano nella creazione di reprise e atmosfere quasi gotiche, mentre il basso molto pronunciato e la batteria riempiono il suono creando una metrica semplice ma efficace. La quinta traccia è il singolo che da il nome all'album: Mimic 47. Ci accorgiamo fin dall'intro che la canzone è più dura e veloce, aggressiva e graffiante nelle chitarre. Il cantante Rainer, che per timbro vocale ci ricorda molto Araya, si cimenta in uno scream avvolgente, che ci conduce al ritornello, durante il quale fare headbangig viene naturale e spontaneo. Trend che prosegue con Condition e Red Blackheart, quasi fosse la seconda parte del disco, più solida e diretta. Le due canzoni sono intervallate dalla strumentale Kalla, che ritorna alle sonorità della prima parte del disco, lenta e atmosferica, chitarra arpeggiata e dalla presenza del vento, tipica delle canzoni new age. Kathryn e Rebellion Of One sono un ritorno al thrash cadenzato ma non troppo veloce, e sembrano l'anello mancante tra l'omonimo Coal Chamber e Stabbig The Drama degli svedesi Soilwork. L'album viene chiuso con D.O.A., canzone che racchiude un pò in sintesi le tematiche e il songwriting dell'album, dove le parti lente dicono thrash e le veloci core, guarnite anche da una sorta di coro, tanto cara al pubblico statunitense, e all'arpeggio solistico intrecciato dal solo che preludono al finale.
Mimic 47 offre in sostanza una quarantina di minuti di buon thrash, dove il combo svedese mette in mostra le proprie doti di musicisti e compositori. Le atmosfere create sono molto particolari, anche se non ci troviamo di fronte ad un gruppo innovativo; sono infatti chiari i riferimenti alle più blasonate band sopracitate.Per il resto rimane comunque un disco più potente che aggressivo, non complicato, e di facile impatto.