- Ciardo - Voce
- Med - Chitarra
- Lorenzo - Chitarra
- Pondro - Basso
- Thomas - Batteria
1. Liquefied Emotions
2. Trip In Your World
3. Eucharistic Hypnosis
4. DXT Chambers
5. Inverted Re-Logic
6. CyberHuman
7. 15469
8. New Clear File
9. Inside Me
10. Convulsion
11. Crionica
25. H.E.L.L. (hidden track)
CreHated From No_Thing
Nell'ampia e variegata scena Death metal underground nostrana, i Delirium X Tremens si sono ritagliati uno spazio importante nel corso della loro quasi decennale carriera. La band di Belluno è ormai riconosciuta a livello nazionale come una delle realtà più splendenti del panorama death italico, sempre accompagnata da buone recensioni e un'esperienza live invidiabile.
CreHated From No_Thing è il primo full length del gruppo veneto, che alle spalle ha solo un EP targato 2003, e anche se pubblicato quest'anno è stato registrato nel 2005. Un'uscita un pò passata in sordina e che raccoglie in quasi un'ora di musica tutti gli elementi che contraddistinguono lo stile dei Delirium X Tremens. Come per buona parte delle band italiane, possiamo riscontrare un unione equilibrata di potenza e melodia, arricchita da una dose consistente di qualità tecnica. Il sound così si rivela pesante e macchinoso, strizzando l'occhio da una parte agli ultimi Death, in particolare per quanto riguarda riff dalle melodie stranianti e malate, e dall'altro a costruzioni simili ai Messugah e a tratti industrial per gli inserti disarmomici e fortemente ritmati.
Il problema è che la proposta risulta difficile da digerire ed assimilare. Se la fase live, grazie al livello di coinvolgimento che un concerto comporta, non lascia trasparire queste pecche, l'ascolto per intero da cd mostra chiaramente i limiti della band. Inoltre la durata media attorno ai cinque minuti per canzone non aiuta di certo ed i suoni, compressi e ricchi di bassi, non riescono a trasmettere il senso di velocità e potenza richiesto, soprattutto nei momenti più estremi.
Sicuramente tra le migliori troviamo la track di apertura, Liquified Emotions , che ben evidenzia le ottime capacità del quintetto bellunese, oppure la seguente Trip In Your World la quale suggerisce una forte ascendenza del "maestro" Chuck Shuldiner sulla band. Il fatto è che nel proseguo le canzoni assumono tutte una struttura abbastanza simile l'una alle altre, con sempre maggiore difficoltà a separarle e riconoscerle. Prende piede anche in questo caso uno dei maggiori difetti della scena italiana, ovvero l'uniformità ad uno stile e la difficoltà a separarsi in maniera più o meno netta dalle esperienze scandinave (in questo disco, meno Gotemborg e più Stoccolma, Dismember in primis).
Rimangono interessanti certe trovate, dal cantato/recitato in italiano, all'inserimento di elementi elettronici dissonanti fino alla presenza di una traccia nascosta, H.E.L.L., anch'essa in italiano. Questo però non basta a far balzare l'ascoltatore dalla sedia: sembra quasi che alcune canzoni facciano da riempitivo, ripetendo esperimenti già fatti in precedenza. Inoltre la voce suona un pò troppo piatta e senza personalità, in un growl potente e senza sbavature, ma che non si discosta da un'applicazione di stilemi già più volte sentiti. Con ciò, il lavoro comunque è ben prodotto per una band che ancora non ha fatto il salto e dispone di pochi mezzi; dimostra passione, impegno ed una conoscenza delle proprie capacità. Non è bastato però per rendere il disco migliore dei molti che negli anni sono usciti dal vivaio italiano. Attendiamo il prossimo lavoro.