- Vogg - Chitarra
- Covan - Voce
- Martin - Basso
- Vitek - Batteria
1. A poem about an old man
2. Day 69
3. Revelation of existence (The trip)
4. Post organic
5. Visual delusion
6. Flash b(l)ack
7. Invisible control
Horganic Hallucinosis
Finalmente esce sul mercato italiano questo disco tanto atteso dagli appassionati del brutal più estremo. Con i Decapitated, non si può parlare di Death metal, Grind Core, Brutal presi singolarmente; si può solo dire che il loro sound è un mix geniale di tutti questi generi. In passato non avevamo avuto dischi molto entusiasmanti, ma solo vaghi schizzi di quello che la band polacca avrebbe potuto dare. Bene, con questo disco, siamo di fronte al loro capolavoro in tutto e per tutto. Sembra quasi che siano riusciti a mettere ordine riguardo alle molteplici influenze che hanno e che, infine, abbiano optato per equilibrare il tutto per evitare che il risultato fosse un chaos unico senza capo nè coda. Probabilmente, questo, è dovuto anche al fatto che Horganic hallucinosis è il primo disco che hanno inciso interamente sotto la Earache, nota etichetta inglese famosa anche per saper inquadrare le proprie bands, in modo promiscuo a livello economico.
A poem about an old man, apre subito le danze facendo sobbalzare l'ascoltatore. Canzone di chiaro stampo death metal che, però, presenta diversi controtempi che donano al brano un bell'effetto di pesantezza. La voce non è profondissima, anzi, è una via di mezzo tra il growl gutturale e l'urlato sporco. Dopo il primo bridge tra un ritornello e l'altro, non è difficile riscontrare sonorità molto simili a quelle dei Meshuggah. Per sentire le notevoli doti del batterista, bisogna passare a Day 69, in cui assistiamo a una potentissima carrellata di doppio pedale, sorretta da riff pesanti e ben marcati del chitarrista. In questo brano, il batterista, dà le ritmiche più col doppio che con i restanti "tamburi". Canzone di pregevole fattura, che denota un alto tasso di pesantezza. Revelation of existence, rispecchia un pò le caratteristiche dette precedentemente con la differenza che qui, si vuole puntare di più sui controtempi articolando maggiormente i passaggi di tempo. Si nota anche che il brano è molto scandito e frammentario non dando così un preciso senso melodico. Anche questa track è davvero bella e, probabilmente, è una della più brutali. Seguendo sempre il filone brutal, si arriva a Post organic dove non c'è un attimo solo in cui il batterista si ferma col doppio pedale! Bellissimo! La voce sprigiona rabbia, raggiungendo momenti di altissima tensione. La chitarra sfodera riff di grande impatto. Chiunque ascolti questa song, non riuscirà ad esimersi dal roteare la testa per tutta la durata del brano. Visual delusion è la traccia con più richiami ai Meshuggah. Lo si capisce subito dall'inizio, dove la chitarra duetta con la batteria in una carrellata di controtempi e salti di ritmo. Non poteva certo mancare una song in cui la velocità fa da padrona. Stiamo pralando di Flash b(l)ack dove chitarra e batteria sono tirate al massimo riuscendo però a non sporcare il sound, anzi, sembra fatto tutto in modo molto naturale e preciso. Questo sottolinea l'alta professionalità del gruppo polacco. L'album finisce con Invisible control che apre con sonorità stranianti rispetto alle precedenti; è solo l'inizio però. Basta aspettare qualche secondo per ritrovarsi nella brutalità più totale. Batteria tiratissima col doppio che solo in alcuni momenti si tranquillizza per poter permettere un bridge tra una strofa e l'altra. La chitarra è ben delineata dando al brano un forte impatto sonoro.
Dire che è un gran disco, è d'obbligo. Tutti gli appassionati di suoni very hard, ameranno questo album soprattutto per le forti dosi di brutalità che offre. Organic hallucinos è venduto anche in edizione speciale con un dvd che ritrae i musicisti polacchi, durante un loro concerto. Un consiglio: per tutti coloro che soffrono di cuore, il disco è caldamente sconsigliato!