- Mikko A. – Voce
- Hasjarl – Chitarra
Le identità dei restanti membri del gruppo non sono conosciute.
1. Obombration (4:48)
2. The Shrine of Mad Laughter (10:37)
3. Bread of Bitterness (7:49)
4. The Repellent Scars of Abandon and Election (11:40)
5. A Chore for the Lost (9:15)
6. Obombration (2:07)
Fas - Ite, Maledicti, in Ignem Aeternum
Intensità, Caos, Atmosfera.
I Deathspell Omega sono una band francese circondata da un’aura di mistero e sacralità, cui si deve una larghissima fetta del successo di quella corrente del Black Metal denominata ‘religiosa’ o ‘ortodossa’, scena che propone un approccio più profondo, serioso e filosofico a quei temi satanisti, nichilisti ed esistenziali che furono alla base del Black Metal dei 90s, inserendo perfino argomenti di stampo metafisico e teologico – la musica si accorda di conseguenza, proponendo motivi sonori ancor più apocalittici, soprannaturali e malefici, presenza di cori gregoriani e sacri, chitarre taglienti ed oppressive: la bontà delle creazioni di gruppi quali Ondskapt, Funeral Mist, Armagedda è viva testimonianza di come il Black Metal abbia saputo ‘reinventarsi’ con efficacia pur rimanendo a strettissimo contatto con le proprie radici. I più celebrati ed acclamati esponenti del movimento rimangono comunque i Deathspell Omega, i cui due colossi “Si Monumentum Requires, Circumspice” e “Kénôse” hanno avuto un impatto enorme sullo sviluppo musicale ed estetico del movimento: “Fas – Ite, Maledicti, in Ignem Aeternum” (d’ora in poi semplicemente “Fas”) è la nuova opera di questo collettivo francese, proseguimento tematico di una trilogia iniziata da “Si Monumentum...” e giunta al suo secondo stadio.
Incredibilmente difficile ed esigente, ma in grado di restituire immense soddisfazioni a chiunque riesca nell’impresa di capirlo, “Fas” è un album che necessita di una predisposizione particolare all’ascolto, poiché esso rende degnamente solo se ascoltato avendo in dotazione un buon paio di cuffie, una sostanziosa dose d’attenzione e un ambiente silenzioso. Il suono di “Fas”, infatti, è assolutamente pieno, bollente, denso, strapieno di dettagli che vanno a nascondersi dietro un muro di suono assolutamente devastante e monumentale. Pare quasi che i francesi abbiano voluto concentrare in ogni singolo attimo di questo disco quanta più furia distruttiva fosse loro possibile, potenziando a dismisura le parti ritmiche; a proposito di “Fas”, c’è chi scherzosamente (o forse no?) s'è inventato la definizione Math Black Metal, oppure l'ha paragonato a una 'versione Black' dei Cryptopsy – queste descrizioni estreme, per quanto inesatte, potrebbero forse esservi utili per capire quanto i patterns del batterista dei Deathspell Omega siano violenti e complessi – il ‘tarantolato’ (e sconosciuto) drummer, infatti, riempie ogni spazio con i suoi colpi micidiali e velocissimi, mantenendo una veemente varietà che è tuttavia facile scambiare per puro caos ad un ascolto superficiale.
Un discorso analogo può essere fatto per quanto riguarda il riffing, spesso privo di continuità melodica in quanto ogni scheggia elettrica è seguita da un frammento dissonante e affilato, sebbene perfettamente inserito e connesso all’atmosfera generale: vi è infatti un filo logico compositivo ben preciso (seppur arduo da individuare) a legare le esecuzioni impetuose, schizofreniche ed aggressive dei chitarristi con le brutali incursioni della batteria e il cupo canto di Mikko, uno screaming rauco, ferale, piuttosto grave, ma che talvolta si schiarisce in inflessioni dal tono declamatorio. In sottofondo, echi e rumori di stampo Dark Ambient, qualche coro sommesso e sparsi rintocchi scordati del pianoforte si miscelano con il perpetuo martellare del basso, rimanendo sotterrati dalla potenza degli strumenti primari durante le sezioni più tirate, ma ricevendo notevole spazio durante i numerosi break ovattati, uno più malato ed inquietante dell’altro e solitamente preludi a nuove, ancor più travolgenti offensive di puro e nerissimo Black Metal.
Le composizioni di “Fas” sono difatti prolungate ed articolate (eredità del'atipico "Kénôse" e delle interminabili tracce sparse per gli split delle recenti annate), prive di strutture convenzionali o idee melodiche facilmente memorizzabili, e l’alternarsi di sezioni crudelmente feroci con depravate ambientazioni atmosferiche pare seguire uno schema casuale, le cui variazioni assecondano la recitazione delle liriche: il numero di ascolti necessari per sfondare quest’impenetrabile ostacolo è decisamente elevato, rendendo l’assimilazione di “Fas” molto più laboriosa rispetto alla media delle produzioni di questo genere musicale: non sarà forse azzeccata formalmente, ma la definizione di Avant-garde è piuttosto vicina alle idee singolari ed elitarie che hanno portato ai tremendi, sconvolgenti scenari dipinti dai Deathspell Omega targati 2007.
Riprendendo l’incipit di questo articolo, “Fas” può senza dubbio alcuno essere catalogato come una delle composizioni musicali più intense e sferzanti create nell’ambito del Metal estremo, essendo un disco dalle atmosfere terribili e vive, le cui caotiche trasformazioni risultano in sonorità nettamente più sperimentali rispetto a quelle di “Si Monumentum Requires, Circumspice”: del predecessore, tuttavia, sono mantenute ricchezza, ispirazione e profondità, oltre al feeling assolutamente sincero e autentico; tradotto, tutto ciò sta a significare che “Fas – Ite, Maledicti, in Ignem Aeternum” è uno degli album più validi del panorama estremo odierno, risultando nettamente convincente (anche quando messo a confronto con i prestigiosi episodi precedenti, peraltro discretamente differenti sotto il profilo musicale) e dotato di un fascino singolare: se a muovere il vostro interesse sono motivazione e passione, l’ascolto è pertanto caldamente consigliato.