- Mac - voce
- Umbe - chitarra
- Luca - chitarra
- Nicola - basso
- Martin - batteria
1. Intro (00:53)
2. My Violent Past (02:08)
3. Not For Free (02:25)
4. Unspoken (02:08)
5. Hands Of Hope (02:07)
Demo 2006
La scena bolzanina sta sfornando una serie impressionante di talenti, gli ultimi in ordine di tempo si chiamano Dead Return. La band si forma nell’estate del 2006 dalle ceneri dei Gates Of Hell, scioltisi qualche anno prima per vari problemi di line up. Il nome scelto per il gruppo sta proprio a significare questo ritorno dopo un periodo di silenzio. La voglia di fare bene è tanta ed i membri della band ritrovano presto la sintonia che un tempo li univa, mentre con l’arrivo di Mac dietro al microfono la formazione si stabilizza definitivamente. Dopo aver debuttato dal vivo in Slovenia assieme a DayShineRising e To Nørway, per i Dead Return arriva anche l’esordio discografico, intitolato semplicemente Demo 2006. Il complesso bolzanino fa sapere di aver registrato il disco in sala con un semplice computer portatile e dei microfoni. Per quanto concerne invece l’artwork, curato da Yomo (anche singer degli Atacksya), niente da ridire: la copertina, sebbene non troppo originale, è ben realizzata ed il libretto contiene tutto l’essenziale per un lavoro di questo tipo.
Il demo contiene cinque tracce, ma la sua durata si aggira soltanto intorno ai dieci minuti, data la brevità delle singole canzoni. I Dead Return propongono un potente Hardcore melodico, dove i cori rivestono un ruolo sempre primario. Numerosi sono i cambi ritmici, i quali conferiscono al disco dinamismo e fervore, due qualità fondamentali se si vuole suonare un genere come questo. Le chitarre di Umbe e Luca lavorano ottimamente in coppia e sfornano riff su riff con grande stile. Purtroppo la produzione non rende loro giustizia, penalizzando gran parte del lavoro svolto dai tutti e cinque i ragazzi altoatesini. La qualità del suono non è infatti perfetta, ma resta comunque accettabile e basterà poco per poter apprezzare il demo in ogni sua sfaccettatura.
Si parte con Intro, brano che apre le porte al successivo My Violent Past. Mac urla tutta la sua rabbia sostenuto da una sezione ritmica impeccabile, anche durante le fasi più concitate. Migliorabili sono invece la parti cantante, spesso fiacche quando non sostenute dai possenti cori che caratterizzano l’intero lavoro. Sarà forse colpa della produzione, ma la voce di Mac appare talvolta sottotono, ed è un vero peccato date le potenzialità del combo bolzanino. Davvero validi, al contrario, i testi delle canzoni, i quali trasmettono speranza e spingono a lottare per cogliere gli aspetti positivi della vita. La struttura dei pezzi non è così lineare come ci si potrebbe aspettare, di conseguenza il sound dei Dead Return si rivela fresco ed avvincente anche dopo numerosi ascolti. Il tutto viene poi impreziosito da passaggi suggestivi ed al tempo stesso inaspettati: Unspoken, ad esempio, vanta un breve stacco di pura quiete nella frazione centrale, seguito da una strofa vicina al Metalcore per via del cantato.
Bolzano può essere orgogliosa di aver dato i natali ad un altro sorprendente gruppo. Già, perché i Dead Return non hanno assolutamente niente da invidiare a nomi ben più conosciuti del panorama Hardcore nazionale quanto a songwriting; sono certo che un disco prodotto come si deve lo dimostrerà pienamente. Non resta che complimentarsi con i Dead Return per il buon lavoro svolto fino a questo momento ed augurare loro buona fortuna!