- Fenriz - Batteria
- Nocturno Culto - Basso, Chitarra e Voce
- Zephyrous - Chitarra
1. Natassja In Eternal Sleep (03.34)
2. Summer Of The Diabolical Holocaust (05.20)
3. The Dance Of Eternal Shadows (03.41)
4. Unholy Black Metal (03.29)
5. To Walk The Infernal Fields (07.52)
6. Under A Funeral Moon (05.06)
7. Inn I De Dype Skogers Favn (05.25)
8. Crossing The Triangle Of Flames (06.14)
Under a Funeral Moon
Se già con il precedente A Blaze In The Northern Sky (considerato da molti addirittura come primo vero album black metal) i Darkthrone avevano conquistato diversa notorietà a livello soprattutto underground, con Under A Funeral Moon il gruppo si afferma definitivamente come uno dei più importanti, a pari merito con Burzum e Mayhem, della allora florida scena Black norvegese. Questa importanza è dovuta soprattutto all’innovazione che i Darkthrone portarono nel genere con i primi album, plasmando quello che poi sarà il raw Black Metal così come è conosciuto oggi: tempi velocissimi, riff grezzi e malati, produzione marcia e screaming malvagio. Tantissimi gruppi tenteranno di emulare quanto fatto dai Darkthrone in album come questo o Transilvanian Hunger, ma pochissimi (o proprio nessuno, come affermano i maggiori sostenitori del gruppo) riusciranno nell’obbiettivo. Grande importanza va riconosciuta ai Darkthrone non solo per le innovazioni musicali, ma anche per quanto riguarda il modo di intendere il Black Metal non solo come musica, ma come portatore di certi ideali, di una sorta di filosofia di vita, misantropa e malvagia.
Musicalmente Under A Funeral Moon non è eccelso; se uscisse ora, non presenterebbe nulla di originale, sembrerebbe uno dei tanti album black pubblicati oggi, di buona qualità sicuramente, ma certo non in grado di stupire più di tanto un ascoltatore. Ma se si considera come “capostipite” di un modo di pensare il Black, e se ci si immerge nelle atmosfere che riesce a creare, ecco che prende quota; l’importanza di questo disco nella storia del genere, infatti, è grandissima, in quanto uno dei primi a proporre tanta malvagità e inquietudine. Tra le otto tracce che compongono l’album trovano spazio alcune di quelle più famose dei Darkthrone e dell’intero Black, come l’opener Natassja In Eternal Sleep o la malefica title track; tutti i brani comunque si assestano sugli stessi schemi e, anche qualitativamente, non ci sono grandi “sbalzi”: difficile dire quale sia la traccia migliore o quella peggiore, in quanto tutte di ottimo livello. Proprio il fatto della troppa somiglianza tra le canzoni è una delle critiche più comuni a quest’album, e in generale ai Darkthrone, ma se si è amanti del Black Metal senza compromessi difficilmente non piacerà questo disco.
È un album molto omogeneo anche per quanto riguarda la durata delle tracce, tutte comprese tra i tre e i cinque minuti (tranne l’ottima To Walk The Infernal Fields, che sfiora gli otto minuti), e per lo stile musicale, ormai definitivamente lontano dal Death che aveva caratterizzato le sonorità delle prime uscite del gruppo e, in parte, anche quelle di A Blaze In The Northern Sky; la “maturazione” è ormai completa, il suono proposto è inequivocabilmente black metal, che piaccia o no. E proprio questo è uno dei classici atteggiamenti dei Darkthrone e del black in generale: non scendere a compromessi anche se la musica proposta non piace. E i componenti della band di Fenriz sono sempre stati molto coerenti in questo, sia nel gruppo “principale” che nei vari side project, come Isengard o Storm.
Insomma, Under A Funeral Moon è sicuramente uno degli album più importanti del Black Metal, e se si vuole conoscere appieno il genere non si può non tenerlo in considerazione. Certo, a livello strettamente musicale ci sono diversi dischi (anche degli stessi Darkthrone) che lo possono superare, ma, se lo si riesce a prendere nella sua “interezza”, piacerà, e molto.