- Fenriz – Voce, Batteria
- Nocturno Culto – Voce, Basso, Chitarra
1. Wisdom of the Dead (4:06) [solo sulla versione CD]
2. Canadian Metal (4:39)
3. Hedninger Fra Helvete (5:12)
4. Bad Attitude (Testors cover) (1:47) [solo sulla versione CD]
NWOBHM
Ad un anno di distanza da “The Cult is Alive” e a due decenni dalla loro nascita, tornano i norvegesi Darkthrone con un nuovo EP-antipasto per il loro tredicesimo album (“F.O.A.D.”) in uscita a settembre per la Peaceville Records, disco che seguirà, a quanto pare, il nuovo stile dei Darkthrone (inaugurato l’anno scorso dall’EP “Too Old Too Cold” ), ossia una cruda e ruvida miscela di Heavy Metal, Punk e Black Metal.
A “NWOBHM” spetta il compito d’ingolosire il pubblico, a dire il vero piuttosto scioccato dal nuovo corso del progetto di Nocturno Culto e Fenriz, il duo che negli ultimi tempi ha rivoltato come un calzino il proprio stile per passare da un truce, tetro e asciutto Black Metal (suonato per tutti gli anni Novanta e Duemila fino a “Sardonic Wrath” compreso) a questo nuovo (?) ibrido, oltretutto vantando un’attitudine sfacciatamente senza compromessi: il loro amore per le sonorità old-school e il Rock dei quattro decenni precedenti agli anni ’90 è oramai dichiarato, ed anzi sbandierato ai quattro venti anche durante le interviste (in una delle più recenti, Fenriz diceva di stare ascoltando i The Byrds e gli Sly and the Family Stone mentre rispondeva, decisamente non proprio la frase che ci si aspetterebbe da un caposcuola del Metal Estremo…); i due non chiedono scusa a nessuno per la decisione di suonare ciò che pare a loro, e bollano senza mezzi termini come ‘chiusi mentalmente’ (non senza torto, va detto) chi boccia ‘a prescindere’ la loro nuova strada. Dopo aver rappresentato ‘la tradizione’ estrema per tre lustri, dunque, i Darkthrone si sono buttati in questa esperienza di ‘riscoperta dei grandi vecchi’ con l’ardore e l’entusiasmo di due fanciulli, componendo l’anno passato l’ottimo “The Cult is Alive”, un disco chiassoso e rozzo, ben riuscito e capace di divertire (alla cui recensione vi rimando per una più particolareggiata analisi del nuovo percorso musicale dei Darkthrone).
“NWOBHM” è pubblicato sia in versione CD (quattro tracce) che in versione vinilica 10’’ (solo due tracce), ed è intitolato con la sigla con la quale comunemente s’identifica la New Wave of British Heavy Metal, movimento inglese che a cavallo del 1980 portò nuova linfa al Rock duro dell’isola (i celeberrimi Iron Maiden furono solo la proverbiale punta dell’iceberg, ma dietro di loro c’era una miriade di altre bands, tutt’ora apprezzate da una ristretta cerchia di cultori): nella versione Darkthroniana, però, l’acronimo sta per New Wave of Black Heavy Metal, espressione che sottolinea il retaggio estremo della band – giochi di parole a parte, si deve far notare come, purtroppo, questa nuova uscita discografica del duo di Oslo non si mantenga sugli standard qualitativi di “The Cult is Alive”, pur trattando uno stile assai similare.
L’acquisto di questo prodotto (privo del fattore novità che l’anno scorso poteva rendere appetibile l’EP “Too Old Too Cold”) è infatti consigliato solo a chi vuole possedere tutto dei Darkthrone: l’esclusiva per questo “NWOBHM” è infatti la presenza del brano “Hedninger Fra Helvete” (letteralmente, “pagani dall’inferno”), non particolarmente ispirato né dotato di chissà quale personalità, essendo caratterizzato dal solito riffing sporco e dall’usuale impostazione vocale grezza ed urlata; si tratta di un brano mediocre, che su full-length avrebbe fatto la sua onesta figura di (magari soddisfacente) riempitivo, mentre qui, nel ruolo di ‘protagonista’ si trova decisamente a disagio, e lascia con l’amaro in bocca chi si aspettava qualcosa di maggiormente curioso e significativo – più particolare ed indovinata è invece la cover di “Bad Attitude” (un brano dei Testors, misconosciuta Punk band americana), cantata da Fenriz: episodio sfrontato e relativamente originale nelle sue inflessioni Punkeggianti, anche per coloro i quali abbiano già ascoltato “The Cult is Alive”.
Le prime due canzoni di questo EP, invece, andranno entrambe a comparire sul platter di prossima pubblicazione, e sono qui presentate in vesti leggermente differenti da quelle definitive: “The Wisdom of The Dead” (in una registrazione ‘alternativa’) è un pastone poco convincente che prova ad addentrarsi in terreni più cadenzati e leggermente più elaborati del solito, fallendo tuttavia miseramente a causa dello scarso grado di coinvolgimento proposto: le carte vincenti dei nuovi Darkthrone sono l’energia e il facile groove del Rock più ‘bastardo’, e qui queste caratteristiche sono totalmente assenti – si tratta forse del peggior brano scritto dai Darkthrone nell’ultimo biennio, e come tale non risulta un’aggiunta degnamente valida a questo prodotto.
“Canadian Metal” (nella stessa versione che s’ascolterà sul disco, ma con diverse parti vocali) è un brano sullo stile di “Too Old, Too Cold”, che a differenza dell’opener è dotata sia di un refrain facilotto che si stampa subito in mente, che di una batteria adrenalinica e pimpante, abile nel sostenere le rudi pennate di Culto su una chitarra elettrica registrata alla bell’e meglio, in pieno stile Darkthrone (questo sì, è rimasto costante negli anni, loro fedele ed imperituro marchio di fabbrica...). Si tratta di un episodio per nulla malvagio, che ben riprende le coordinate dello scorso album e, pur non raggiungendo particolari vette, risolleva le speranze per il prossimo disco, da cui ci si attende, comunque, un livello qualitativo nettamente superiore a quello ascoltato in questa occasione.
Il giudizio su “NWOBHM” è pertanto negativo, in quanto pubblicazione realmente inutile – il ‘nuovo’ stile non è più tale da oramai un annetto, e di un EP apripista i Darkthrone in questo caso non ne hanno assolutamente bisogno, soprattutto se consideriamo come questa release non chiarisca le idee su (eventuali) accorgimenti stilistici innovativi che potrebbero sorprenderci su “F.O.A.D.”: se intendete investire dei soldi sui Darkthrone, quest’estate, ignorate “NWOBHM” ed attendete “F.O.A.D” senza alcun rimorso di coscienza.