Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
EMI
Anno: 
1987
Line-Up: 

- Bo Lindmark - voce
- Anders Lindmark - basso
- Ola Lindstrom - tastiere
- Leif Westfahl - chitarra
- Mats Dahlberg - batteria

Tracklist: 

1. Caroline
2. No Reason
3. Losing My Mind
4. Loving You
5. You're Not My Lover (But You Were Last Night)
6. We're Into Rock
7. I Think About You
8. I'm On the Run
9. Gimme, Gimme

Dalton

The Race Is On

Formati in Svezia verso la metà degli anni '80 dai fratelli Bo e Anders Lindmark, i Dalton non riuscirono mai a riscuotere quel successo che invece avrebbero tanto meritato, in virtù di un'abilità compositiva notevole che faceva di loro dei veri e propri maestri nell'edificazione di linee ed armonie melodiche capaci di entrare nella mente di qualsiasi ascoltatore e non uscirne mai più. Ma quando le qualità sono alte ed evidenti, come appunto nel loro caso, spesso è il tempo a rendere giustizia, e così è stato anche per i Dalton, quindi è del tutto normale se i due lavori di questa band svedese sono entrati di diritto tra quei prodotti (o rarità) di culto che ogni amante dell'AOR e del melodic hard vorrebbe possedere nella propria discografia personale.
Essi non avevano da temere assolutamente nessun confronto o paragone con i più quotati protagonisti di quella che fu definita la scena "Scandi-AOR", e che vide imporre per tutti gli "eighties" una grandissima moltitudine di band più o meno note, ma comunque capaci di scalfire il proprio monicker nella storia di questo genere, dagli svedesi Treat, Glory ed Alien, ai danesi Fate, fino ai norvegesi Stage Dolls, Return e DaVinci, solo alcune delle tantissime band che spesso vedono oggi relegato il proprio nome allo status di band culto ed i loro vecchi successi destinati a diventare prelibate rarità ed a raggiungere quotazioni stellari su e-bay o su altri canali di vendita.

Il loro esordio è targato 1987 e risponde al nome di The Race Is On. Si tratta di un album di puro AOR di stampo scandinavo, in cui si susseguono nove brani, tutte potenziali hit da radio, nell'accezione ovviamente più americana del termine, mentre titolo dell'album e copertina trovano un primo evidente riscontro, è proprio il caso di dire, in partenza, in quanto è la voce di uno speaker ed il rombo dei motori ad introdurre la spettacolare Caroline, la quale sorretta da un bel riff e scandita dal battito della batteria si fregia di una melodia calda e seducente che sfocia in un refrain incisivo su cui si inseriscono gli esaltanti chorus, ma il brano riserva anche il notevole assolo di Westfhal che conduce all'inebriante finale.
Le tastiere di Lindstrom diventano protagoniste nella sontuosa No Reason, in cui l'interpretazione del singer si fa più sofferta e graffiante, duettando nei refrain con le limpide ed intense backing vocals, mentre l'ottima prestazione dietro le pelli di Dahlberg diventa una costante al sopraggiungere di Losing My Mind, sempre giocata sull'apporto delle tastiere e sul timbro caldo e graffiante di Bosse Lindmark, ma il brano risulta nel complesso meno brillante dei due precedenti come anche della seguente ballad Loving You, romantica e dall'alto tasso emotivo, in possesso di melodie vellutate, assoli struggenti e refrain rarefatti e paradisiaci.
Dopo aver raggiunto il culmine emotivo del loro lavoro, gli svedesi continuano a stupire con divagazioni "american style" sullo stesso tema, come avviene in You're Not My Lover, brano che vede la partecipazione in fase compositiva di Desmond Child, Ritchie Sambora e Jon Bon Jovi e che pur mantenendosi abbastanza simile alle altre composizioni assume venature in stile Bon Jovi di Slippery When Wet, e soprattutto in I Think About You, scritta da Michael Bolton, dove maggiormente si sente un approccio più in stile americano ed un po' lite AOR.
Più decisa ed hard rock invece We're Into Rock, ma sempre melodica ed imponente grazie al sontuoso suono delle keys, anche se l'ennesima perla di questo bellissimo disco risponde al nome di I'm On The Run, sempre sorretta dal buon lavoro di chitarre e tastiere e condotta dal drumming efficace di Dahlberg, il brano si rivela una scarica di energica vitalità, prima di concedersi definitivamente con la pur piacevole ma decisamente inferiore Gimme, Gimme.

La produzione è buona ed accettabile, anche se un po' impastata, con le chitarre che non riescono ad emergere per quello che effettivamente donano al sound delle varie composizioni, ma la vera unica pecca di The Race Is On è dovuta alla sua scarsa reperibilità sul mercato, e di conseguenza agli alti prezzi richiesti per potere entrare in possesso di questo poco noto ma assoluto must per ogni fans dell'AOR, ed in particolare di quello scandinavo. L'avventura dei Dalton è solo all'inizio, ma purtroppo già quasi alla fine, infatti si ripresenteranno per l'ultima volta solo due anni dopo con l'altrettanto valido e bello Injection, nel quale si spostano verso un melodic hard fortemente influenzato dagli Europe.


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