- Bobby "Blitz" Ellswort - voce
- Dan Lorenzo - chitarra
- Job The Raver - basso
- Mike Cristi - batteria
1. Sweeter
2. Evil, In The Bag
3. Wij Leven Us God In Frankrijk
4. Breaking Her Down
5. Best Of The Worst
6. Native Tongue
7. Serpenthine Slither
8. All's Right
9. One Time
10. Queen Of The Down
11. Generate Her
Room Full Of Sinners
Esordio discografico per i Cursed, band formata da veterani esperti e navigati come il cantante degli Overkill Bobby Ellswort ed il chitarrista degli Hades Dan Lorenzo, a cui vanno ad aggiungersi Mike Cristi dietro le pelli e Job The Raver al basso.
I quattro si prodigano in undici pezzi di impostazione thrash ed heavy caratterizzati principalmente da aggressività e ritmi mai troppo veloci e sostenuti, ma nel complesso è facile denotare una certa carenza di idee che si esterna poi in un guitar-work ripetitivo, una serie di riff simili l'un l'altro, sezione ritmica standardizzata e per niente varia, tempi ridotti al massimo, si pensi che l'album supera di poco i trentacinque minuti, e nel bel mezzo di questa modestia solo la voce roca e cattiva di Ellswort contribuisce a dare quel pizzico di gusto a composizioni che altrimenti rischierebbero di scorrere nella più assoluta indifferenza dell'ascoltatore.
Qualche spunto interessante si nota qua e là, non mancano infatti esigui e poco efficaci tentativi di differenziare la proposta, ma alla fine poco e niente rimane a chi ascolta l'album se non la sensazione che qualcosa di più poteva essere fatto, e che invece pare si sia preferito fare le cose di fretta e senza troppe idee.
Si inizia in maniera aggressiva con Sweeter, batteria rullante, riff tagliente e la voce roca e rabbiosa del singer, più cadenzata e dal vago sapore southern metal Evil, In The Bag, sembra proprio questa la parte migliore dell'album, infatti adesso si continua con Wij Leven Us God In Frankrijk prima, strofe aggressive e cantate con fare cattivo e gutturale da Ellswort e refrain d'impatto, e Best Of The Worst poi, altro brano aggressivo ed un po' più vario rispetto agli altri, mentre la brevissima Breaking Her Down si pone nel mezzo delle due senza mostrare particolare utilità.
Native Tongue è un modesto pezzo che alterna parti più tirate ad altre particolarmente cadenzate, Serpenthine Slither sarebbe una buona introduzione degna dell'ultimo geniale Chris Caffery, ma purtroppo è l'intero brano, infatti anziché accelerare o sfociare in una parte più sostanziosa si trascina inutilmente per quasi quattro minuti, poi All's Right e la più scura e vagamente à la Zakk Wylde One Time anticipano Queen Of The Down, certamente tra i brani migliori della seconda parte del disco, mentre si chiude in maniera piuttosto scialba con Generate Her.
Room Full Of Sinners offre veramente poco, e quel poco è praticamente concentrato nelle prime cinque tracce, in cui spiccano particolarmente Evil, In The Bag e Wij Leven Us God In Frankrijk. Del tutto inutile e fuori luogo fare paragoni o confronti a distanza con una band cardine del thrash come gli Overkill, ma di certo da questo nuovo progetto che vedeva coinvolti Bobby Ellswort e Dan Lorenzo era naturale attendersi qualcosa in più.