Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Black Widow Records
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Myriam Sagenwells Saglimbeni - voce, chitarra, basso, arpa

- Tina Vadalà - voce, cymbals

- Raymond Sgrò - pianoforte, tastiere, basso, flauto

- Roberto Mazza - batteria



Tracklist: 

The future

1. Total War:

- Gloria

- Black Out

2. Remembrance

3. The New time’s hero

4. Renegade

5. Caled’s last flight

6. Reminiscenze



The past:

7. The maid and the Willow

8. Dragon Lord

9. Lullaby

10. Spring’s Dance

11. War Again

Crystal Phoenix

The Legend Of The Two Stonedragons

Dopo una lunghissima attesa, durata ben quattordici anni, i Crystal Phoenix riescono dall’oblio che li aveva tolti dalla scena underground italiana. Nel 2003 esce infatti The Legend of the Two Stonedragons che segue il primo full-length, Crystal Phoenix, del lontano 1989. Un primo lavoro che aveva significato anche l’inizio dell’attività della Black Widow Records, label che negli anni successivi avrebbe scovato bands molto interessanti.
Innanzitutto la formazione è costituita da nuovi elementi. Attorno alla fondatrice della band, Myriam Sagenwells Saglimbeni, che aveva creato e suonato Crystal Phoenix stanno questa volta Tina Vadalà, Raymond Sgrò, Roberto Mazza. Il genere del combo piemontese è sempre sull’epic-progressive, ma questa volta molto più puntellato dalla componente epica, addirittura folk in certi punti.

Il nuovo lavoro è un concept strutturato in due parti opposte tematicamente e stilisticamente, futuro e passato. Viene delineato in questo modo un lontano 2147, quando un conflitto mondiale porta il mondo in una situazione di decadenza e caos. A difesa della popolazione, oppressa dai potenti della terra, si oppone un ristretto gruppo di eroi e in particolare un uomo, Caled che dopo aver perso la propria famiglia si sacrificherà per la gente in cerca di vendetta. Uno scenario apocalittico che viene accompagnato strumentalmente da sonorità più sperimentali e progressiste, in sintonia quindi con le tematiche e le liriche affrontate. Iniziando l’ascolto, la prima track, Total War, è strutturata in due parti opposte. Gloria funge prima a creare un’atmosfera molto particolare, rilassata, rotta dalla successiva, Black Out.

Emerge poi dall’ascolto delle successive tracks come la formazione che gira attorno alla polistrumentista Myriam Sagenwells Saglimbeni unisca l’uso di tastiere con strumenti classici, tipicamente epici, come il clavicembalo, l’arpa, il flauto. L’utilizzo di questi strumenti è costante nella seconda parte dell’album. A cominciare dalla settima track, The maid and the Willow, si entra in the past, con atmosfere molto medievaleggianti, in stile quasi Rhapsody. Track che lasciano dunque molto più spazio all’introspezione, determinata dagli elementi strumentali piuttosto che dalle parti cantate. Il vocal d’altronde in molte parti del disco non tocca delle particolari punte emotive, ma al contrario con un ascolto ripetuto rimane sempre su livelli mediocri.

Queste song epiche sono poi molto ricche di folclore oltre che per gli accompagnamenti strumentali, grazie alle liriche. Tematicamente è mantenuto poi il filone riguardante la decadenza morale dell’uomo, punito da un drago che si risveglia ogni mille anni a difesa della giustizia. Viene poi cantata in modo molto dolce una danza di primavera in un villaggio e l’attesa speranzosa di una ragazza che attende il ritorno dell’amato. Su questo sfondo sono dipinte poi delle melodie molto oniriche, leggere, quasi fragili, che ispirano appunto tempi antichi di lotta, come di speranza e amore.
Si conclude poi con la dodicesima track, War Again, che denuncia una sorta di ordine cosmico, costituito da un eterno avvicendarsi di contrari. “This eternal cycle is ending, ice and fire give us cold and heat, earth and sky together are our world, love and war give us life and death”. The Legend of the two Stonedragons complessivamente soddisfa e soprattutto riafferma i Crystal Phoenix a livello nazionale, dopo una storia abbastanza travagliata.

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