- Midnight - voce
- Jon Drenning - chitarra
- Ben Jackson - chitarra
- Jeff Lords - basso
- Dana Burnell - batteria
1. Lady Of Winter
2. Red Sharks
3. Painted Skies
4. Masque Of The Red Death
5. In Dark Places
6. Where Dragons Rule
7. Lonely
8. Burning Bridges
9. Eternal World
10. Transcendence
Transcendence
A due anni di distanza dall'ottimo esordio omonimo del 1986, i Crimson Glory escono con un album che sembra esattamente proseguire quanto già intravisto nel precedente lavoro, infatti Transcendence, con la sua avveniristica ed enigmatica cover-art, non abbandona le atmosfere ora fuligginose e spettrali ora epiche, gli innesti progressive e le influenze preist-iane di Crimson Glory, ed anzi riesce ad elevarne la qualità complessiva consentendo loro di raggiungere l'apice assoluto della loro discografia. La sezione ritmica di Dana Burnell alle pelli e Jeff Lords al basso ha la potenza tipica del classico US metal, tanto che in molti ritengono trattarsi di un disco power, le due chitarra di Drenning e Jackson sono sempre cattive e geniali nella costruzione di riff e melodie, mentre il singer Midnight in quest'album ancor più che in passato mette in evidenza le sue straordinarie doti, incredibili e quasi sovrumani gli acuti raggiunti in alcuni frangenti, basti citare la prestazione sfoderata in Red Sharks, pezzo pesante, violento e devastante, che contiene chiari riferimenti al comunismo e all'ex Unione Sovietica, ma il singer sa essere anche versatile e riesce a destreggiarsi in maniera strepitosa anche quando i toni si fanno più gravi e funerei, ed inoltre dalla loro i cinque della Florida hanno una sorprendente classe in fase di song-writing, ricamando melodie dalle atmosfere scure e sinistre, lasciando comunque ampie concessioni a toni epicheggianti ed anthemici, cosa che avviene con particolare evidenza nella bellissima opener Lady Of Winter, in possesso di un riff efficace e tagliente, di un refrain melodico e di un intermezzo strumentale che pare debba esplodere da un momento all'altro e che invece sfocia sempre nell'anthemico ritornello.
Da pelle d'oca Painted Skies, brano più lento e malinconico, dal sapore drammatico, in cui Midnight sfodera un'interpretazione altamente espressiva e profonda, che si snoda tra strofe pacate ed arpeggiate ed un bel refrain carico di pathos, poi si torna alla potenza di Masque Of The Red Death, dove strabiliante è l'esibizione delle due asce e del drumming di Burnell, in un pezzo ancora una volta potente e angoscioso, come angosciante, cupa e teatrale è la lunga In Dark Places, song che parte appunto oscura e cadenzata ma che prende poi una piega del tutto inaspettata che rivela tutta la classe del quintetto americano in fase compositiva, mentre Where Dragons Rule è certamente il brano più epico del lotto, con una marcia che conduce al ritornello ed un Midnight ancora sugli scudi.
La bellissima semi-ballad Lonely inizia su atmosfere oniriche con la carezzevole chitarra di Drenning e l'interpretazione delicata del singer, poi il crescente ritmo conduce l'ascoltatore in una melodia dai toni più intensi e tormentati, poi un delizioso arpeggio introduce Burning Bridges, grandioso pezzo fiero, epicheggiante e romantico, che ancora una volta parte lento ma poi acquista ritmo e soprattutto intensità in quella continua sequenza di bridge e refrain che Midnight ancora una volta enfatizza al massimo dell'emotività, mentre le due chitarre continuano a sorprendere per la varietà e la bellezza delle esecuzioni, a seguire Eternal World, una vera schiacciasassi, veloce e potente, molto tesa e caratterizzata da un veloce e violento finale strumentale sul quale irrompono le urla a squarciagola del vocalist, infine si chiude con la title-track, la più progressive-oriented del lotto, degna continuatrice di Lost Reflection, in grado di ricreare atmosfere misteriose ed oscure, e rese ancor più sublimi da un Midnight che pare in questo brano ispirarsi ed avvicinarsi a Robert Plant.
Transcendence oltre a rappresentare la vetta più alta raggiunta dai Crimson Glory, sia dal punto di vista qualitativo che in termini di successo di vendite, è anche uno fra gli album più belli e fondamentali che il metal produsse nella decade ottantiana, con il quale l'act della Florida si confermò come uno dei più geniali ed originali gruppi presenti sulla scena.