CD 1
1. CONGOS - Fisherman (04:09)
2. BIG YOUTH - Feed A Nation (03:48)
3. HORACE ANDY - Love Love Love (03:30)
4. MAX ROMEO - Give Praises (03:36)
5. TONY TUFF - Master Builder ( 03:30)
6. PRINCE JAZZBO - Live Good Today (03:30)
7. FREDDIE McGREGOR - Man Should Know (03:30)
8. DEAN FRASER - Fisherman’s Anthem (03:48)
9. U ROY - Fisherman Style (04:27)
10. SUGAR MINOTT - Captain Of The Ship ( 03:48)
11. DILLINGER - Row Fast ( 03:19)
12. MYKAL ROSE - Let Your Love (03:30)
CD 2
1. LUCIANO - Going Home (03:48)
2. LUTAN FYAH - Whitewash Walls ( 03:42)
3. PAUL St HILAIRE - Carthage (03:30)
4. COUNTRY CULTURE - Make Poverty History (03:25)
5. EARLY ONE - Jig Jig Jig (03:42)
6. MacLAW - Nuh Worry Your Mind (03:36)
7. Mr RAGGAMONICA - Fisherman Melody (02:56)
8. GREGORY ISAACS - Spot And Beat The Bank (03:42)
9. RICKY CHAPLIN - Behold Jah Live (03:42)
10. LUCAN I - Nine To Five (03:30)
11. AL PANCHO - Enjoy Your Blessings (03:08)
12. UPSETTERS - Bring The Mackaback (04:05)
Fisherman Style
Un assiduo frequentatore di dance hall e sound system nella Giamaica di metà anni ’70 avrebbe sicuramente riconosciuto, durante una serata all’insegna della musica, diversi brani già noti interpretati da nuove voci e caratterizzati da svariate sperimentazioni: in quegli anni era infatti abitudine dei dj giamaicani riproporre numerose versioni di un classico, nelle quali fosse mantenuta la base musicale, ma cambiasse l’idea vocale quanto a melodia e a testo. Questo fenomeno fu immortalato per la prima volta da Rupie Edwards, che nel 1974 pubblicò un album contenente dodici brani basati sul pezzo rocksteady My Conversation di Slim Smith And The Uniques. Fu proprio questo disco, secondo molti, a segnare la nascita del concetto di remix, tecnica che si sarebbe diffusa sempre più col passare degli anni.
La label inglese Blood And Fire, che già vanta esperienza in questo campo (The Abyssinians And Friends - Tree Of Satta, 2004) dà il via, nella primavera del 2005, alle session di The Congos & Friends - Fisherman Style, lavoro che vuole proporre su due cd ventiquattro brani ad opera di diverse band, sulla base di una vecchia hit dei Congos, Fisherman.
CD 1
Il primo disco è interamente riservato ai veterani del Reggae, a tutti quegli artisti la cui fama è già consolidata ed i cui nomi sono conosciuti nel mondo intero. Molti dei grandi cantanti che spiccano tra i protagonisti di questo primo capitolo dedicano la propria lirica alla lode di Jah Ras Tafari, mentre i deejay mantengono perlopiù la tematica propria del brano dei Congos. Quest’ultimo costituisce chiaramente l’opener del disco, mentre la sua versione Dub chiuderà il secondo cd. La qualità delle registrazioni è impeccabile e la scelta degli artisti decisamente azzeccata.
Fisherman / CONGOS
Il brano, prodotto dal geniale Lee Perry, risale al 1977, anno di pubblicazione di Heart Of The Congos, capolavoro della versatile band capitanata da Cedric Myton. È proprio il carismatico leader del gruppo a proporre l’idea di questo one-rhythm album alla Blood And Fire. In effetti il riddim della canzone si presta particolarmente alla creazione di nuove version: esso presenta infatti una struttura molto semplice. La batteria di Paul Douglas dà il via ad un breve preludio tendente al Dub, accompagnato da voci, le più acute delle quali creano un netto contrasto con le più profonde. La melodia è ripetitiva e facilmente memorizzabile, mentre interessanti restano le polifonie vocali e le linee di basso, che andranno poi a caratterizzare tutte le track seguenti. I Congos narrano della loro vita in povertà in un piccolo villaggio sul mare, dove i bambini affamati aspettano con ansia il ritorno del pescatore: nonostante siano trascorsi quasi trent’anni dall’uscita di Fisherman, i sentimenti che la canzone riusciva a trasmettere sono ancora vivi.
Feed A Nation / BIG YOUTH
Il Deejay Style di Big Youth è riconoscibile fin dalle prime parole: il grande artista del ghetto sfoggia l’enorme creatività che gli ha permesso di cambiare un intero genere. La base del pezzo rimane praticamente invariata rispetto e quella originale, eccezion fatta per brevi frammenti in cui il ruvido suono della chitarra scompare conferendo maggior importanza alle note del basso. Per ciò che concerne il testo, all’iniziale idea dei Congos, Big Youth aggiunge dei riferimenti a Rastafari, suo massimo ispiratore.
Love Love Love / HORACE ANDY
Andy è certamente uno dei più celebri artisti Reggae di sempre. Dal 1969, anno in cui entra a far parte della prestigiosa cerchia di Studio One, Horace pubblica una quantità impressionante di album, riscuotendo enorme successo non solo in Giamaica ma in tutto il mondo, grazie anche alle numerose collaborazioni con gli inglesi Massive Attack. La sua voce è davvero particolare, difficilmente se ne trovano di simili. Ancora una volta Andy dà prova delle proprie qualità in quest’inno all’amore, riuscendo a creare un pezzo del tutto nuovo, nonostante l’utilizzo del riddim.
Give Praises / MAX ROMEO
È ancora l’Onnipotente l’oggetto di questa lirica piena di passione: dopo lo scandalo nonché il successo di Wet Dream, brano che nel 1969 scala le classifiche inglesi, Max, abbracciato il Rastafarianesimo, dedica buona parte delle canzoni al proprio Dio e si conferma come voce di spicco nella scena Roots mondiale. La struttura di Give Praises è piuttosto simile a quella della precedente Love Love Love: i vocalismi iniziali richiamano l’idea proposta da Andy e le melodie scelte non si allontanano troppo da quelle già proposte. Da notare la presenza, oltre al coro della base, di altre voci che accompagnano abilmente quella di Max nel ritornello.
Master Builder / TONY TUFF
Tra i veterani del Reggae non può certo mancare Tony Tuff: dopo aver militato nel trio vocale The African Brothers e più tardi nella band Soul Syndacate, l’intraprendente Tuff si dedica alla carriera solista, che lo ripaga con un successo notevole. Master Builder prosegue sulla stessa via seguita dalle due track precedenti. La voce nasale di Tony è tuttavia in grado di trasmettere purezza melodica e non annoiare l’ascoltatore.
Live Good Today / PRINCE JAZZBO
Tutt’altro che trascurabile il grande Prince dei sound system: da ragazzo debutta al Killer Whip di
Spanish Town, Giamaica, sfidando dj del calibro di I Roy ed impressiona il boss Coxsone Dodd che subito lo chiama in sala di registrazione per un album di riddim, Choice Of Version (1973). In questo progetto Jazzbo trova pane per i suoi denti: la sua performance è impeccabile. La tendenza al Raggamuffin è la caratteristica fondamentale di questo brano, il quale non può fare a meno di spingere l’ascoltatore a ballare dimenticando ogni preoccupazione.
Man Should Know / FREDDIE McGREGOR
Freddy è sicuramente uno dei più precoci talenti giamaicani: la sua carriera inizia infatti all’età di sette anni. Egli è influenzato non solo dalle grandi stelle del Reggae quali Alton Allis e John Holt, ma anche da cantanti come Stevie Wonder o Marvin Gaye. Creatore del Big Ship Recording Studio, cantante, musicista e produttore, Freddie propone anche questa volta una brano nel quale le contaminazioni Soul sono evidenti. La melodia scelta risulta interessante e il timbro vocale di McGregor non può che considerarsi assai piacevole. Originale l’inserimento della sezione fiati, che contribuisce a rinnovare la vecchia base e a variare lo schema melodico.
Fisherman’s Anthem / DEAN FRASER
Musicista di gran classe, è presente in quasi mille dischi in veste di sassofonista. L’abilità di Fraser nell’improvvisare pezzi sul suo inseparabile sax è ormai rinomata nel mondo intero. Come ci si poteva aspettare, il celebre artista giamaicano propone un brano interamente strumentale, caso isolato nel cd 1. Dean si lancia in una serie di variazioni sulla melodia vocale iniziale e, nonostante il suono del sassofono non sia accompagnato da altri strumenti supplementari alla base iniziale, la voce corposa dello strumento riempie ogni spazio ed incanta l’ascoltatore, creando un’atmosfera assai suggestiva.
Fisherman Style / U ROY
Considerato dai più colui che ha posto le basi per la nascita dell’Hip Hop e del Rap americano, U Roy è uno dei maggiori toaster della storia. Il suo stile viene imitato da moltissimi giovani artisti e le sue parole si distinguono da quelle di numerosi dj giamaicani odierni, basate spesso sulla rabbia verso omosessuali e donne e sulla passione per armi e violenza. Fisherman Style non solo utilizza la base della canzone dei Congos, ma mantiene addirittura frammenti delle parti cantate da Cedric Myton e Watty Burnett, lasciando che U Roy si concentri unicamente sul talk-over. Quella cantata da Daddy U è una lirica disimpegnata e serena, incentrata sulle specialità alimentari a base di pesce. Pur trattandosi di un testo piuttosto banale, il mitico deejay non tradisce il proprio stile né le aspettative dei fan.
Captain Of The Ship / SUGAR MINOTT
Dio è ovunque, potete trovarlo quindi nella veste di taxista, pilota, guardiano della città o capitano di una nave: questo il divertente messaggio di Sugar Minott, nominato “Godfather of Dancehall”, compagno di Tony Tuff nei vecchi African Brothers. Per Minott suonare non significa limitarsi ad eseguire un determinato tipo di musica: questo grande pioniere del Reggae si destreggia abilmente nel ruolo di deejay, così come è capace di grandi prestazioni in ambito Roots o Lovers. La sua voce è dolce, piena di passione, in grado di trasmettere l’amore non solo per Dio, ma anche per la musica. Gli interventi di Sugar si alternano al ritornello dei Congos e i lunghi intervalli che intercorrono tra le parti cantate accrescono l’attenzione dell’ascoltatore.
Row Fast / DILLINGER
Noto esponente del Dj Style, Dillinger riscontra grande successo a cavallo tra fine anni ’70 e inizio ’80 e, dopo un periodo di inattività, torna sulla scena negli anni ’90 per infiammare ancora una volta l’animo del popolo della dance hall. In Row Fast, Dillinger sembra dare al pescatore il ritmo giusto per la remata: a caratterizzare questa track -la più breve del primo disco- non sono certo incredibili qualità canore di Dillinger, ma proprio il ritmo coinvolgente, che il deejay scandisce in maniera impeccabile.
Let Your Love / MYKAL ROSE
Voce dei Black Uhuru fino a metà anni ’80, Mykal Rose, con i suoi lunghi dreadlocks, è ancora oggi un’icona del Reggae ribelle, un portatore del messaggio Rasta. Let Your Love è, non a caso, una canzone impregnata di sentimento religioso e d’amore, un climax di emozioni che crescono insieme alla voce di Mykal. Rose non teme confronti e non ha paura di rischiare: egli è dotato di una buona estensione vocale e non risparmia certo il fiato in quest’inno al “Leone Conquistatore Della Tribù Di Giuda”.
CD 2
Se i nomi presenti nella tracklist del primo disco sono conosciuti a livello internazionale, lo stesso non si può dire di quelli che compaiono nel secondo cd. Esso è infatti dedicato ai nuovi talenti del panorama Reggae giamaicano (eccezion fatta per Gregory Isaacs), alcuni dei quali si stanno già creando grande fama anche all’estero.
Going Home / LUCIANO
Quella di Luciano è una delle più belle voci della scena Reggae mondiale ed il suo entusiasmo gli ha procurato il successo in Giamaica fin dal 1993, anno del suo debutto. Going Home ha un suono malinconico, ma riesce in ogni caso a trasmettere ottimismo e gioia di vivere.
Whitewash Walls / LUTAN FYAH
Due album alle spalle ed una promettente carriera di calciatore abbandonata per dedicarsi alla musica con tutto se stesso. Raggamuffin e protesta sociale: questa la formula di Lutan Fyah, autore di questo entusiasmante pezzo che lascia ben sperare per il futuro.
Carthage / PAUL St HILAIRE
Conosciuto precedentemente con il nome di Tikiman, Paul St Hilaire mescola Dub, Elettronica, Roots, Raggamuffin e Pop ottenendo un risultato assai originale. Per la prima volta nella storia del Reggae una canzone celebra Cartagine, l’antica città africana.
Make Poverty History / COUNTRY CULTURE
Anthony Martin dimostra il meglio di sè nel tratto finale della canzone, nel quale può dare sfogo all’indole portata al Ragga più che al Roots, nel quale la sua voce matura risulta invece strascicata e non troppo piacevole.
Jig Jig Jig / EARLY ONE
Il deejaying è la strada prediletta dai nuovi talenti giamaicani: anche Early One si dedica a questo genere ed ottiene fortunatamente buoni risultati. Jig Jig Jig è una dettagliata descrizione della vita e del lavoro di un pescatore giamaicano al giorno d’oggi.
Nuh Worry Your Mind / MacLAW
Simile a quello di Early One, lo stile di MacLaw segue la stessa direzione della track precedente, peccando forse di scarsa melodicità: la voce è a tratti ruvida, le parole quasi urlate. Jah viene nominato più volte: Dio rimane al centro delle liriche dei nuovi Rasta giamaicani.
Fisherman Melody / Mr RAGGAMONICA
Unico brano strumentale del secondo disco, Fisherman Melody è davvero notevole per l’effetto che essa produce sull’ascoltatore: il suono della melodica di Mr Raggamonica è ipnotico, quasi mistico.
Alla fine di ogni frase le note sfumano in sonorità Dub, cancellando i contorni ed estendendo il suono nel tempo.
Spot And Beat The Bank / GREGORY ISAACS
Gregory costituisce l’unica eccezione nel secondo disco: egli non appartiene infatti al gruppo delle nuove voci emergenti, ma è al contrario un artista già largamente conosciuto, il quale ha pubblicato il suo primo singolo nel 1968. La parte vocale di Spot And Beat The Bank è armoniosa, nonostante il cantato suoni un po’meno vellutato del solito.
Behold Jah Live / RICKY CHAPLIN
Tra successi e delusioni, Ricky Chaplin, pur essendosi dato al deejaying fin dagli anni ’80, non ha mai varcato i confini giamaicani sfondando all’estero. La scarsità dei riconoscimenti è ingiustificata: la voce di Ricky, accompagnata in Behold Jah Live da un secondo singer, è coinvolgente ed ispirata, mentre il ritmo non ha nulla da invidiare ad artisti come Early One.
Nine To Five / LUCAN I
L’influenza di Luciano è riscontrabile in modo chiaro in questa Nine To Five: lo stile è dettato da un Roots profondo con sfumature Lovers, quasi Soul. Le linee vocali seguite da Lucan I non sono dissimili da quelle di Luciano, nonostante il timbro del primo sia più profondo e meno facilitato a raggiungere le note acute familiari al secondo.
Enjoy Your Blessings / AL PANCHO
Emule del successo di Buju Banton e Pan Head, Al Pancho cerca il successo dal 1991, ma riesce a raggiungerlo soltanto nel 2003 con il suo Righteous Man. Melodia quasi canzonatoria e voce a tratti grossolana per quest’artista pieno di voglia di far sentire le proprie parole al mondo intero.
Bring The Mackaback / UPSETTERS
A chiudere l’intera opera è Bring The Mackaback, originale versione Dub della hit dei Congos, prodotta anch’essa dal mitico Lee Perry ed emersa già negli anni ’70. La prima strofa rimane praticamente invariata rispetto a Fisherman, mentre segue un lungo intervallo strumentale rimaneggiato in base agli stilemi del Dub. Il basso diviene protagonista, ma modifiche ed effetti rimangono comunque marginali, mantenendo la natura ed il feeling che caratterizzavano il pezzo.
Il fatto che tutte le track siano registrate sulla stessa identica base può risultare penalizzante per Fisherman Style: la tendenza è infatti quella di cercare di tanto in tanto singole tracce e non certo quella di ascoltare dalla prima all’ultima canzone l’intero disco, che risulta nel suo complesso piuttosto pesante. Fisherman Style non è consigliato ad ascoltatori occasionali, ma costituisce una chicca per gli appassionati di Reggae, che potranno, scorrendo i vari brani, rivivere la storia di un intero genere.