Voto: 
4.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Bjorn “Speed” Strid - voce
- Thomen Stauch - batteria
- Thorsten Praest - chitarra
- Oli Holzwarth - basso
- Gonzalo Alfageme Lopez - chitarra
- Mi Schuren - tastiera


Tracklist: 

1. My Affliction
2. Democracy Lesson
3. Nothing But A Loser
4. Five More To Fix
5. Burning With A Shade
6. Low
7. On My Way
8. Reflection
9. Completion Makes The Tragedy
10. Hatchet
11. Vulture Of The Throne
12. At Last

Coldseed

Completion Makes the Tragedy

Il progetto Coldseed, nato a metà del 2004 dalle menti del celebre cantante dei Soilwork, Bjorn “Speed” Strid e del batterista dei Savage Circus (ex Blind Guardian) Thomen Stauch, vede il primo spiraglio di luce nell’estate del 2006 con la pubblicazione dell’esordio Completion Makes the Tragedy. Difficile definire gli intenti sperimentali del duo, attorniato da altri personaggi assai attivi nell’odierna scena Metal europea, quali Thorsten Praest alla chitarra, Oli Holzwarth (Blind Guardian, Sieges Even) al basso, lo spagnolo Gonzalo Alfageme Lopez all’altra chitarra e Mi Schuren (Blind Guardian) alla tastiera: gli internazionali Coldseed cercano di addentrarsi in giochi di colore e di timbri, proponendo un Alternative Metal moderno e parecchio reminescente di influenze Power e Heavy Metal.

Nonostante l’importanza della squadra di strumentisti e di tecnici (il bassista dei Gamma Ray e l’ingegnere del suono dei Rage al mixaggio) che ha collaborato per il debutto dei Colseed, il risultato è alquanto deludente, poiché riflette la povertà del song-writing in ambito Alternative da parte dei membri della band. E’ certamente da sottolineare la preparazione tecnica di mostri sacri del Metal come Strid, tanto incisivo e tagliente nel growl quanto melodico ed espressivo nei cori, o come l’impetuoso Stauch, ma le strutture risultano confusionarie, scontate e poco omogenee.
Già dall’opener My Affliction si ha l’impressione di entrare all’intero di un album non concluso dal punto di vista concettuale e musicale, un’opera formata da una serie di riffs che si accavallano senza collegamenti, permeati dalle atmosfere delle tastiere che si inseriscono sporadicamente e inefficacemente.
Democracy Lessons corregge di poco il tiro della formazione, che continua però a viaggiare attraverso architetture sonore per nulla convincenti, amorfe e non degne di un cast di così grande spessore: anche Strid fatica a prendere il sopravvento in molte sezioni, apparendo banale in brani come Low e On My Way, che conciliano il Power tedesco d’ultima generazione con lo stile proprio dei Soilwork, condendo il tutto con punte di Alternative Metal moderno totalmente sconnesso.
Immancabile anche una sdolcinata ballata, l’ottava Reflection, che cerca di scoprire nuovi meandri, lontani dall’aggressività dei riff di chitarra proposti precedentemente: essa alza di certo il livello compositivo di Completion Makes the Tragedy, ma viene immediatamente soppressa da brani come la tilte-track, dozzinale Power dotato di voce sporca, che risulta insostenibile a lungo andare.

Rimane solo da comprendere come una realtà così ancora acerba come quella dei Coldseed sia riuscita a sfondare in casa Nuclear Blast, sempre molto attenta a portare sotto la sua scuderia grandi nomi della scena Metal internazionale: forse il gestire le produzioni sia di Blind Guardian che di Soilwork ha garantito una speciale raccomandazione per i sei musicisti, eccezionalmente curati nella professionale registrazione, ma deludenti sotto ogni punto di vista.

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