- Robin Guthrie - guitars, drum-machine
- Elizabeth Fraser - vocals
- Will Heggie - bass
1. Blood Bitch
2. Wax and Wane
3. But I'm Not
4. Blind Dumb Deaf
5. Shallow Then Halo
6. The Hollow Men
7. Garlands
8. Grail Overfloweth
Bonus tracks:
9. Dear Heart
10. Hearsay Please
11. Hazel
12. Blind Dumb Deaf pt II
13. Speak No Evil
14. Perhaps Some Other Aeon
Garlands
Il termine "dream pop" nasce per definire la musica dei Cocteau Twins e dei loro successivi emuli.
Ciò che caratterizzava questo genere erano le atmosfere oniriche e dilatate, con muri di chitarra stratificati imparentati con le distorsioni della new wave ma che invece di suonare corrosivi costruivano invece paesaggi eterei, amplificati dai bassi pulsanti e da dei melodismi vocali da nenia cristallina.
Questo approccio, visionario e a suo modo mesmerizzante, aveva qualche affinità con la psichedelia, ma a differenza di essa non si ricercava il viaggio mentale o il "trip" acido, bensì una dimensione intimista e sognante, condita da un certo spiritualismo ed esistenzialismo.
Con questi risultati finali Elizabeth Fraser e Robin Guthrie, compagni di vita oltre che musicali, iniziano la loro avventura nel 1980 a Grangemouth in Scozia (prendendo il nome da una canzone dei futuri Simple Minds) come uno dei numerosi gruppi venuti fuori dal filone post-punk; a loro si aggiunge ben presto il bassista Will Heggie e nel 1982 debuttano con l'album Garlands per la 4AD, che sarebbe diventata l'etichetta per eccellenza del dream pop.
Si tratta comunque di un lavoro che non presenta ancora i particolari connotati che i Cocteau Twins inventeranno e istituzionalizzeranno di lì a poco.
Le loro radici musicali vanno ricercate nel gothic rock, dato che il dream pop è d'apprincipio una emanazione della dark-wave e quindi del post-punk: infatti è a pane e gruppi come i Public Image Limited, i Cure o i Birthday Party, (influenti per la particolare dimensione malinconica, emozionale e mentale, con una tensione psicologica interiorizzata mediante le loro sonorità cupe e avvolgenti) come anche e soprattutto i Joy Division (dai quali riprendono un certo senso di disagio e in particolar modo l'accoppiata chitarre con drum-machine) che i tre crescono. Ma in realtà più di tutti andrebbe citata Siouxsie Sioux e i suoi Banshees, icona chiave della transizione dal punk al dark, dichiarata musa ispiratrice della Fraser che ne imita le linee vocali dolenti durante la prima parte di carriera.
Garlands è, quindi, un lavoro ancora molto legato nei gruppi goth, dai quali non si discosta molto, con molti stereotipi come le penetranti linee di basso, le percussioni sintetiche continue ed ossessive, le chitarre quasi dissonanti, il canto tetro. Ma c'è una cosa in più che aggiungono i Cocteau Twins, cioè lo stile compositivo di Guthrie, che dilata i suoni tingendoli di celestialità e cristallinità, anticipazione delle stratificazioni oniriche per i quali il gruppo è famoso.
Il risultato comunque è ancora acerbo e non del tutto personalizzato nelle forme, con canzoni alienanti e dalla forte carica psicologica ma anche un po' ripetitive e che non sfruttano appieno il potenziale canoro della Fraser, ancora troppo legata a Siouxsie.
Svettano in particolar modo Wax and Wane (liquida, ossessiva, riverberata e tragica, ma anche ancora molto "siouxsieana"), Shallow Then Halo (inquietante e tenebrosa, con distorsioni rumoristiche agghiaccianti accompagnate da scurissimi bassi pulsanti) e, in una rara versione con inediti aggiuntivi, Dear Heart (eterea, dissonante e alienante) e Speak No Evil (fumosa e cadenzata).
Garlands è quindi un disco poco incisivo e alla lunga monotono, ma in esso sono presenti già alcuni germi di uno stile particolare e personale che vedrà la luce nel successivo Head Over Hills.