1. Ships In The Wind
2. Feel The Movement
3. Sweet Dream
4. Out In The Frontline
5. Dear Old Friend
6. Intro/Brush
7. Brush My Cymbals
8. Before My Eyes
9. What I See
10. Voices From Nowhere
11. Alone In The Dark
12. Taking Chances
Before My Eyes
Dalle pianure piacentine arriva J.C. Cinel, cantautore dedito ad un southern/country di chiarissima ispirazione americana, già membro fondatore e cardine della progressive band Wicked Minds. Arrivato alla pubblicazione del suo primo disco d’esordio, ovvero Before My Eyes, Cinel perfeziona ancora di più il suo sound, impreziosendolo con componenti folk alla Bob Dylan e Eagles e influenze che richiamano il progressive settantiano, confezionando infine un buon prodotto, di facile e scorrevole ascolto.
La copertina dell’album rievoca fin dal primo sguardo gli scenari che occuperanno i nostri pensieri dalla prima all’ultima nota di questo Before My Eyes: una strada deserta, presumibilmente americana e un cielo limpido e sereno. Grande peculiarità della musica di Cinel è infatti, la componente atmosferica, che riesce non poco a farci immergere negli stati meridionali degli States.
L’opener Ships In The Wind ci fa capire fin da subito di cosa stiamo parlando: ci troviamo immersi nell’entroterra americano, in compagnia di Cinel, della sua chitarra e della sua armonica. La musica proposta è rilassante, ben curata anche se non eccessivamente tecnica, e rievoca sonorità southern di buona qualità. La seguente Feel The Movement è invece impostata secondo canoni più hardrockeggianti, riportando alla mente band come Led Zeppelin e Lynyrd Skynyrd, mentre Sweet Dream riesce a colpire particolarmente per la sua dolcezza e per le sue melodie azzeccate. Man mano che si procede la musica non cambia radicalmente, rimanendo ancorata agli stilemi sopra descritti, raggiungendo però picchi qualitativi superiori. Canzoni come Dear Old Friend o la title-track Before My Eyes alzano infatti la media di gradimento dell’intero disco. Leggermente sottotono invece le due song conclusive, ovvero Alone In The Dark e Taking Chances, anche se rimangono canzoni non totalmente scartabili, anche perché giungono dopo un capitolo interessantissimo come Voices From Nowhere, con le sue percussioni così tribali e i suoi arpeggi così azzeccati.
Parlando in linea più generale, il piacentino J.C. Cinel ha confezionato un disco senza troppe pretese, ma riuscendo a incorporare in un sound unico molteplici influenze, dal folk rock al country passando per le sonorità più incisive dell’Hard Rock settantiano. Niente di nuovo sotto il sole, ma un disco veramente piacevole e quadrato.