Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Shagrath - chitarra
- Luna - basso
- Eddie Guz - voce
- Ricky Black - chitarra
- Tony White - batteria

Tracklist: 

1. Doomsday Overture
2. Serial Killer
3. Hate
4. Trouble With the Law
5. Chrome Division
6. Here Comes Another One
7. 1st Regiment
8. Breath Easy
9. The Angel Falls
10. Till The Break Of Dawn
11. We Want More
12. When The Shit Hits The Fan

Chrome Division

Doomsday Rock 'n Roll

Sesso, droga, Rock ‘n Roll. Sembra uno slogan d’altri tempi, ma si può dire tranquillamente che i norvegesi Chrome Division ci vanno vicini e il trinomio si carica anche di una connotazione satanica. Il loro sound in verità stabilirebbe un nuovo genere musicale, il Doomsday Rock ‘n Roll, che è appunto il titolo dell’album, anche se dal punto di vista stilistico dell’innovativo ha ben poco. L’intento del fondatore della band, il famoso in ambiente black Shagrath, non è difatti quello di rivoluzionare la scena musicale, ma quello di riprendere dei canoni sonori dei quali a sua parere la gente necessita. Quindi una buona carica di Hard ‘n Heavy rock è proprio l’elemento portante di questo primo full-length. L’aspetto tecnico poi risente dei vari background della squadra norvegese; si rilevano filoni power per l’influenza del bassista Bjorn Luna e ovviamente black metal per l’apporto del vocalist dei Dimmu Borgir alla chitarra e del batterista Tony White dei Minas Tirith. Il disco, composto di dodici brani, si presenta energico, esplosivo, grazie alla voce tagliente e ruggente di Eddie Guz. Dopo un primo intro maestoso, fortemente ritmato con rulli di drums, inizia un’ondata rock alla vecchia maniera, dominata dalle coinvolgenti linee vocali che accompagnano interrottamente l’ascoltatore. Serial Killer funge proprio da manifesto di questo ripescaggio nei meandri della musica. Contiene tutti gli aspetti ritmici dei grandi classici rock: improvvise soste, riprese, soli travolgenti, forte dinamismo, linee melodiche chiare e d’effetto. Il lavoro delle chitarre, distorte in maniera heavy per i malinconici dei tempi d’oro di quel genere, è molto efficace e si integra bene con un vocal davvero frizzante. In questa e nella successiva Hate, è poi notevole l’evoluzione sonora, il cui merito va principalmente al batterista, che interpreta alla perfezione il tipo di sound da eseguire.

Momenti di quiete, di riflessione, mancano totalmente in un lavoro che si vuole presentare piuttosto devastante, a supporto dei contenuti lirici goliardici (Trouble With The Law). Si aggiunge ai soliti toni, che rischiano di diventare ripetitivi dopo le prime tre tracks, un tocco progressive nel riffing e nella scansione ritmica di batteria, grazie alle conoscenze in proposito del batterista dei Minas Tirith. Si susseguono quindi continuamente una serie di virtuosismi tecnici che diventano i punti nodali delle singole track. Ad esempio Here Comes Another One e The Angel Falls sono caratterizzate da bei fraseggi e soli di basso; se no 1st Regiment è di stampo più “sabbathiano”, con distorsioni decadenti e diverse svolte più meditate. Per il resto si viene trascinati dal ritmo cadenzato di Breath Easy o dai bei intro melodici di The Angel Falls e di We Want More. Nell’ultima track è lasciato anche spazio per un breve attacco sonoro abbastanza punkeggiante, che chiude in modo euforico l’album.

Doomsday Rock ‘n Roll centra in pieno il suo intento. Dona vita nuovamente a sonorità praticamente morte, che infiammeranno gli animi di tutti coloro che non si sono mai staccati da quelle sponde musicali. Rischia con ciò di inceppare nello stesso problema che decine di anni fa aveva portato alla fine degli anni d’oro della forma più tradizionale del rock. La mancanza di varietà sonora, proiettata in futuro, è sicuramente un limite per i Chrome Division.

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