Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Davide Merli
Genere: 
Etichetta: 
Spinefarm Records/Universal
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Alexi Laiho - voce, chitarra
- Roope Latvala - chitarra
- Jaska W. Raatikainen - batteria
- Janne Warman - tastiera
- Henkka T. Blacksmith - basso

Tracklist: 

1. Living Dead Beat (05:03)
2. Are You Dead Yet? (03:56)
3. If You Want Peace...Prepare for War (03:57)
4. Punch Me I Bleed (04:51
5. In Your Face (04:12)
6. Next in Line (04:19)
7. Bastards of Bodom (03:25)
8. Trashed, Lost & Strungout (04:02)
9. We're Not Gonna Fall (03:17)

Children of Bodom

Are You Dead Yet?

Che i Children of Bodom fossero arrivati con questo Are You Dead Yet? ad un punto cruciale della loro carriera risulta abbastanza evidente, quello che non si riesce ancora a capire bene è se l’evoluzione del loro sound prima o poi si stabilizzerà su certi canoni o se la band continuerà questo processo di continuo rinnovamento del loro suono: dalla quasi attitudine Death-Black del primo Something Wild abbiamo assistito prima ad una evoluzione verso il Thrash-Death in Hatebreeder poi un turn verso suoni più ispirati all’Heavy pulito in Follow the Reaper per poi finire nel Death ‘n Roll di Hate Crew Deathroll.
Questa evoluzione ricorda tanto quella dei Carcass che gradualmente sono passati dal Grind all’Heavy-Death riscuotendo lo stesso successi in tutti i loro capitoli discografici.
Lo stesso vale per i Children of Bodom: pur continuando ad evolvere il loro suono sono riusciti lo stesso a farsi amare da oramai un’ abbondante fetta dei metalheads di tutto il mondo.
Ma torniamo al discorso di prima. Quale sarà la nuova evoluzione dei Children of Bodom in questo Are You Dead Yet?

Questo disco possiamo considerarlo come una via di mezzo tra il precedente Hate Crew Deathroll e il celebre Hatebreeder, orientato molto di più sul primo dei due citati.
Non mancavano però elementi nuovi come suoni tipicamente Industrial presenti in canzoni come If You Want Peace… Prepare for War o l’opener Living Dead Beat.
Altre due importanti novità sono il cambio del produttore ed addetto alle fasi di registrazione ( lo storico Anssi Kippo è stato sostituito da Mikko Karmilo) ed il debutto discografico senza contare l’ep “trashed, lost and strungout” del chitarrista Roope Lavala (ex-Sinergy quindi vecchia conoscenza di Lahio e soprattutto ex-Stone, trash metal band che lo stesso Lahio ha più volte confessato di amare) arrivato per sostituire Alexander Kuoppala che ha deciso di dedicarsi a tutt’ altro che alla musica.
Il mixaggio del disco lascia positivamente sorpresi per il buon lavoro svolto dal nuovo produttore: i suoni sono un poco pìù puliti nel loro essere sporchi ed diretti e le canzoni sono ben mixate tra di loro creando quasi un filone unico cheva dall’ opener all’ ultima traccia.

Non si può dire lo stesso ahimè per l’artwork e soprattutto il booklet. La scelta della copertina non è poi così male infatti l’uso dei contorni sfuocati serve a dare una sensazione di movimento al personaggio in copertina (provate a guardarla da lontano…) ma l’uso di questa tecnica avrebbe dovuto limitarsi solamente alla copertina e non a tutto l’artwork foto della band comprese.
Un'altra scelta folle è quella di non inserire i testi nel libretto: una delle motivazioni per cui una persona dovrebbe preferire il disco origniale da quello masterizzato è senza dubbio la presenza dei testi in quello originale.
La mancanza dei testi ed una pessima realizzazione dell’ artwork sono due colpe madornali da attribuire ai Children of Bodom che non dovrebbero certo fare queste cose col budget che hanno (ricordiamo che la band ha un contratto molto fruttuosa con la Universal, una major che punta molto su di loro e che cercherà di promuovere e di spremere dal disco fino all’ ultimo centesimo del succo ricavabile dalle vendite) e che non giustificano il prezzo di 18 euro minime del disco.
Ma cerchiamo di dimenticare questi aspetti negativi e passiamo alla vera e propria recensione del disco (che alla fine è quello che importa veramente…)

Il terzetto di canzoni che aprono il disco è a dir poco ottimo: L’ opener Living Dead Beat si mostra fin dal primo ascolto immediata e ben strutturata, in pieno stile Children. Il suono appare molto pulito e accurato e rende la canzone molto orecchiabile e godibile. Ottimo inizio.
Le buone pretese del disco vengono confermate dalla titiletrack Are You Dead Yet? dove è il duo Lahio-Lavala a dettare i tempi nella canzone. Il ritornello è volutamene persuasivo e rende la canzone apprezzabile. Uno degli apici del disco lo si tocca sicuramente in If You Want Peace… Prepare For War! Canzone ottima sotto tutti gli aspetti con la tastiera di Wirman che emette suoni in pieno stile horror e si rivedono sia le sfuriate dei tempi di Hatebreeder che il migliore Lahio negli assoli. Canzoni così mancavano da un po’ di tempo.
Dopo questo terzetto una riflessiva e maligna Punch I Bleed strutturata sulla falsa riga di Angels don’t Kill presente nell’album precedente che è giocata su ritmi molto lenti e pesanti e che come nel caso della canzone di HCDR appena citata può riscontrare a seconda dei gusti dell’ ascoltatore consensi o no.

Segue la canzone scelta come singolo apripista del disco: In Your Face è, come si può dedurre dal titolo, una canzone molto diretta dove si mettono in mostra come sempre sia Lahio che soprattutto Wirman il quale come semrpe sforna suoni sempre molto belli e cristallini dalla sua tastiera.
Uno dei punti deboli del disco è senza dubbio la successiva Next in Line, canzone non di per se brutta ma troppo costruita su sentieri già sentiti e che essendo mediocre non riesce ad emergere sufficientemente da attirare l’attenzione dell’ascoltatore.
Cosa che non si può certo dire della successiva Bastards of Bodom che ricalca suoni molto in stile HateMe! e che risulta molto coinvolgente e che fa pensare ai fasti dei vecchi album.
La penultima traccia è una vecchia conoscenza: Trashed, Lost and Strungout era già stata pubblicata nell’omonimo ep uscito un annetto fa. Come il nuovo singolo la canzone è molto in the face con Lahio che adatta per l’occasione uno screaming molto aspro che risulta esser ottimo per una canzone così diretta come questa. Ottimi davvero gli sweep e le scale dell’assolo. Uno dei punti più alti del disco.
La conclusiva We’re not Gonna Fall ha lo stesso problema di Next in Line: è troppo simile ad altre canzoni mediocri dei CoB e suscita indifferenza nei confronti dell’ascoltatore. Il Solito ritornello in stile Children dell’ultimo periodo cantato con qualche backing vocals de Lavatala. L’unica cosa da salvare è forse l’assolo.

Tutto sommato possiamo di certo dire che l’ultima fatica dei Children of Bodom sia un ottimo disco, migliore sotto tutti gli aspetti del precedente Hate Crew Deathroll e che fa ben sperare per il loro proseguimento di carriera: certo Hatebreeder e Something Wild restano su un altro pianeta ma questo Are You Dead Yet? non sfigura poi tanto.
Le uniche pecche come detto sono un paio di canzoni troppo “nella media” e la realizzazione pessima di artwork e booklet ma quest’ ultima critica non può di certo influire sul voto del disco che comunque è meritatamente alto.
Una buona risposta alle critiche anche eccessive ricevute dopo la pubblicazione di Hate Crew Deathroll.
 

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