- Roberto Caramelli - Drum machine
- Enrico Giuliani - Bass
- Alberto Pietropoli - Saxophone
- Natale Nitti - Synthesizer, keyboards
- Alvise Cristinelli - Vocals, violin
01. Saturday Nite
02. Rock Onee
03. What Use? (Version)
04. Beset City
Loving Machinery
Per il trentesimo anniversario del fortunato primo EP dei Central Unit, la Mannequin decide di ristampare ( giustamente) questo importante capitolo della new-wave Italiana con una operazione che prevede di mettere a disposizione una tiratura limitata su vinile di trecento copie.
Di fondamentale importanza e di grande attrattiva – soprattutto per il pubblico mitteleuropeo, che li portò in trionfo con il primo singolo Saturday Nite, grazie al quale potranno poi calcare palchi di prestigio come quello del No Wave, No Jazz a Berlino, a fianco di nomi come Einstürzende Neubaten –, la parabola del gruppo bolognese risulta, a conti fatti, una delle più anomale, rispetto alla moltitudine di nomi italiani legati alla new-wave di quel periodo.
Anzitutto per due motivi: l' impeccabile bravura nell' uso degli strumenti elettronici ( nel press kit si può addirittura leggere che erano tra i pochi nel mondo a saper utilizzare la Korg-KR55, modello di drum machine decisamente all' avanguardia, non avente nulla a che fare ovviamente con la stessa resa dei synths utilizzati dai primi Cabaret Voltaire) ed il fatto di aver precorso i tempi, seppur di poco, attenendosi quindi sì a stilemi provenienti dall' estero, ma senza esagerare con le citazioni e restando comunque fedeli ad un proprio credo musicale.
L' EP "Loving Machinery" in questione difatti vede la luce già nel marzo del 1982, e costituisce in tutto e per tutto il perfetto lasciapassare per i Central Unit, che si immergono fin da subito con sagacia e maestria nel mesto mood del dark cabaret, a metà tra la lucentezza del synth-pop ed i clangori del post-punk – non a caso l' uscita valse alla band il titolo di Tuxedomoon italiani, con Peter Principle che un anno più tardi produrrà l' esordio omonimo.
Ma oltre che per suscitare gli inevitabili ( e possibili) paragoni, la musica di "Loving Machinery" rispecchia appieno le tendenze del momento, piazzandosi a metà tra pop e sperimentazione grazie alla miscela adesso opportunamente scheletrica ed effettata di Saturday Nite ( che verrà peraltro inclusa nella compilation "Electro Italia (1980-1986) - From New Wave to Italo Disco", il che è tutto dire) adesso ricca di effetti elettronici a cascata, come nella già citata What Use? (Version), una vera perla, ottimamente cavernosa e pulsante con i suoi mille loop elettronici.
Non di meno, le pulsazioni delle strumentali Rock Onze e Beset City conferiscono all' EP un' atmosfera notturna, in maniera particolare la seconda, che con il suo andamento alcolico e caracollante dimostra come ai Central Unit importasse poco o nulla scrivere canzoni solamente orecchiabili, o peggio ancora danzereccie.