- Bob Catley - voce
- Dennis Ward - chitarra, basso, tastiere
- Uwe Reitenauer - chitarra
- Magnus Karlsson - tastiere, chitarra in End Of The World
- Dirk Bruinenberg - batteria
1. Dreamers Unite
2. We Are Immortal
3. End Of The World
4. Open Your Eyes
5. The Searcher
6. One More Night
7. Light Up My Way
8. You Are My Star
9. War In Heaven
10. Win The Throne
11. Haunted
12. Heat Of Passion
Immortal
Sesto album solista per il singer degli storici Magnum Bob Catley, il quale, affiancato da una squadra di musicisti di primissimo ordine, come il tastierista/compositore Magnus Karlsson e i due Pink Cream 69 Uwe Reitenauer e Dennis Ward, quest'ultimo sempre più impegnato sia come musicista che come produttore, grazie al qui presente Immortal pone la sua firma nel registro dell'hard n' heavy del corrente anno solare.
Alla ripresa del pomp/hard mostrato in oltre trenta anni di carriera con i suoi Magnum si accompagna adesso un tocco più heavy ed attuale che sembra in parte richiamare le sonorità di recente intraviste in gente come Leverage, Allen/Lande, Starbreaker, a cui contribuisce anche e non poco la produzione (forse eccessivamente) pulita di Dennis Ward ed ovviamente il song-writing di Magnus Karlsson. In ogni caso le atmosfere pompose ed epiche non vengono affatto abbandonate, del resto basterebbe semplicemente dare un'occhiata alla copertina disegnata dal solito Rodney Matthews, che per molti anni ha offerto i suoi servigi ad Asia e Magnum.
Le atmosfere fantasy dell'art-work vengono immediatamente riprese dall'intro sognante e fiabesco di Dreamers Unite, che si snoda poi in un riff talmente melodico da risultare addirittura canticchiabile, anche se il tasso epico delle sue melodie e dei suoi refrain sono senza dubbio alcuno le caratteristiche predominanti del brano, caratteristiche che peraltro si ripresentano su tutto il platter, a partire proprio dall'hard rock classico e muscolare della seguente We Are Immortal.
Brani come End Of The World, Open Your Eyes o War In Heaven seguono parecchio da vicino lo stile dei Magnum, tanto che non avrebbero affatto sfigurato nemmeno all'interno delle migliori release del combo britannico, nonostante adesso il riffing si faccia decisamente più heavy pur riuscendo a mantenere una melodicità di fondo davvero tangibile e sempre avvincente.
Sembra essere proprio questa la formula vincente di Immortal, il connubio tra il sound più heavy delle chitarre con le tastiere piene ed atmosferiche di Magnus Karlsson, a cui si aggiunge inoltre la solita evocativa interpretazione di un Bob Catley perennemente sugli scudi, tanto che la sua prova in brani come le bellissime The Searcher o You Are My Star risulta a dir poco encomiabile.
Haunted con le sue chitarre pesanti e ribassate sembrerebbe suonare un po' fuori contesto, seguendo quasi un approccio più teutonico influenzato dallo stile degli ultimi Pink Cream 69, ma si potrebbe definire come l'unico lieve calo di ispirazione dell'intero album, presto risollevato e degnamente chiuso dall'ottima Heat Of Passion.
A soli due anni dal buon lavoro svolto con Spirit Of Man, Bob Catley conferma le sue grandi doti e riesce persino a migliorarsi, grazie all'aiuto dei musicisti coinvolti, alla produzione decisamente migliore curata da Dennis Ward e alla collaborazione al song-writing di Karlsson, prezioso anche dietro le sue keys. E del resto che Catley fosse in gran forma lo si era capito anche lo scorso anno, dopo l'uscita dell'ottimo Princess Alice And The Broken Arrow con i suoi Magnum, ragion per cui non stupisce più di tanto che Immortal sia l'ennesimo riuscito tassello da aggiungere alla carriera di un'artista la cui creatività pare essere davvero immortale.