Alex Webster Bass
Patrick O'Brien Guitars
George "Corpsegrinder" Fisher Vocals
Rob Barrett Guitars
Paul Mazurkiewicz Drums
1. Demented Aggression 03:14
2. Sarcophagic Frenzy 03:42
3. Scourge of Iron 04:44
4. Encased in Concrete 03:13
5. As Deep as the Knife Will Go 03:25
6. Intestinal Crank 03:54
7. Followed Home then Killed 03:36
8. The Strangulation Chair 04:09
9. Caged…Contorted 03:53
10. Crucifier Avenged 03:46
11. Rabid 03:04
12. Torn Through 03:11
Torture
Da qualche anno a questa parte sembra che i Cannibal Corpse abbiano riacquistato nuovo vita. Pur non essendo assolutamente un accanito adoratore della band di George Fisher, devo dire che lavori come Kill e questo Torture riscattano lavori meno convincenti come Evisceration Plague o The Wretched Spawn. Partendo dal presupposto che, a modesto parere del sottoscritto, ogni album dei Cannibal Corpse annovera punti deboli legati ad una proposta forse leggermente sopravvalutata, ammetto di essere stato piacevolmente sorpreso dalla brutalità della proposta per quanto riguarda gli ultimi lavori.
Parlando nello specifico di questa nuova uscita discografica del gruppo, possiamo dire tranquillamente di trovarci nella solita marea di fango e putridume. George, Alex, Patrick, Rob e Paul non si risparmiano e per quaranta minuti ci assalgono con il loro death metal ormai riconoscibile, composto da riffs soffocanti e repentine accelerazioni. Tutto come da copione ma sicuramente con una marcia in più. Come ormai da tempo, la Metal Blade si accaparra la produzione dell’album.
La ferale Demented Aggression ci accoglie con un riff death/thrash dall’impatto distruttivo per proseguire con ferali uptempo sostenuti dal grugnito malefico di George, sempre di più in stato di grazia. Non mancano brevi momenti di groove maggiore nelle linee delle chitarre e soprattutto in questi momenti si assaggia il puro sapore di decomposizione. Paul dietro alle pelli non si lascia andare in inutili orpelli per dedicarsi completamente a ricreare un muro ritmico immane, sempre sostenuto dal basso pulsante di Alex. Un leggerissimo tocco melodico si annida tra le linee soliste di un’altrimenti catacombale Sarcophagic Frenzy, seguita a ruota dall’asfissianteScourge of Iron. La brutalità e la velocità di Encased in Concrete sono sempre benvenute per una delle tracce maggiormente riuscite dell’album. Riffs dissonanti fanno la loro comparsa durante i tempi medi al fine di donare maggior varietà.
Si prosegue si binari altamente impulsivi grazie ai semi blast beats alternati a catacombali ricadute di una devastante As Deep as the Knife Will Go. Segue prontamente Intestinal Crank, traccia abbastanza anonima che spicca solamente per il ritornello ben piazzato. Per il resto ci troviamo al cospetto di una classica traccia alla Cannibal Corpse, tra momenti al limite del doom e veloci partenze. L’inquietante titolo Followed Home then Killed si rispecchia appieno in una traccia lugubre, drammatica e dal testo riguardante i pensieri di uno stalker folle. Tracce come The Strangulation Chair, Caged…Contorted o Crucifier Avenged rinchiudono tutto ciò che non digerisco del gruppo: i riffs sono fiacchi, prolungati, monotoni e la struttura dopo poco cede a causa di questo groove ormai trascinato da anni e privo d’impatto.
Avvicinandoci alla fine dell’ascolto, troviamo la veloce Rabid la quale, comunque, nasconde alcuni spunti leggermente più accessibili in poche parte del suo riffing. Piacevole, ma nulla di più. La tagliente Torn Through chiude un album sicuramente gradevole ma che in molte parti conferma le mie personali idee a proposito di un gruppo di sicuro valore ma comunque sopravvalutato.Un ascolto è d’obbligo per i fan più accaniti del gruppo, i quali sicuramente alzeranno di almeno un punto la mia valutazione finale.