- Francesco "Francis" Farinola - Chitarra
- Fabio "Fab" Chiarazzo - Basso
- Francesco "Frank" Morgese - Voce
- Ruggero "Roger" Ricco - Batteria
1. From The South
2. Dummies Of The Screen
3. The Sponger
4. Obscene Slammers
5. Six Hours
Underneath
Interessante gruppo della scena thrash metal italiana, i Cancrena, band proveniente da Bari, a due anni dal primo full lenght Fears tornano sulle scene con questo Underneath, breve EP composto da 5 canzoni. Se già il disco precedente era stato un buon esordio, il secondo conferma le ottime potenzialità della band, che, dopo la recente sostituzione del bassista con l’arrivo di Fabio "Fab" Chiarazzo, ha visto un enorme miglioramento sia a livello tecnico, in particolare nel drumming di Roger, ora più che mai devastante, vario e dinamico, e valorizzato da una produzione nettamente migliore sebbene ancora sui livelli base dell’autoproduzione, sia a livello di songwriting, grazie ad un progressivo allontanamento dalle influenze panteriane che si rileva soprattutto nell’andamento più spedito e vario delle composizioni.
La spinta in più è data appunto dalla batteria, molto complessa e variegata negli stacchi frequenti e soprattutto nel doppio pedale sempre presente e rombante, ricordando lo stile di grandissimi batteristi del calibro di Vinnie Paul Abbot e Dave Lombardo.
Questo devasto ritmico si ritrova già nella opener From The South, che stupisce per la sua violenta accelerazione iniziale sull’eco dei primi Testament, per poi proseguire con una miscela varia di parti veloci e aggressive e altre più cadenzate dove predominano i riff contorti e squadrati dei Pantera, e un ottimo assolo di chitarra, elemento che a differenza di Fears trova nel nuovo disco spazio in tutti i brani, aggiungendo ulteriore varietà alle canzoni. Ottima come sempre la prova del cantante Frank, che spazia da ruggiti bassi e profondi allo screaming rauco, passando per i vocalizzi potenti e rabbiosi tipici di Phil Anselmo; una menzione particolare si merita anche il testo, che esprime in chiave thrash la rabbia della band nei confronti del razzismo verso il sud Italia.
Questa è solo la prima delle realtà che i Cancrena denunciano nelle loro canzoni: si continua infatti con l’offensiva contro la televisione e la realtà dell’immagine in Dummies Of The Screen, pezzo lento e oppressivo che, sebbene risulti un poco prolisso, vede un riuscito accostamento di diversi riff articolati; il dramma dei prigionieri di guerra, con chiari riferimenti alle prigioni statunitensi, si ritrova invece in Obscene Slammers, ottimo brano caratterizzato dall’accostamento di riff cadenzati e un drumming veloce, folle e complesso.
La band se la prende invece con gli scrocconi in The Sponger, pezzo vario e caotico sia nella parte vocale sia nei riff distorti e nella costante batteria trascinante; il brano si conclude nel migliore dei modi, con una sfuriata ultraveloce degna degli Slayer più cattivi, che spinge l’ascoltatore all’headbanging più sfrenato.
La canzone dove emerge in maggior modo lo stile personale della band è però la conclusiva Six Hours, sospesa tra accelerazioni dalla ritmica impressionante e riff contorti e spaccaossa, e maggiormente sganciata dall’influenza dei Pantera che continua ad aleggiare soprattutto nelle parti più cadenzate.
Continua dunque l’evoluzione dei Cancrena con questo Underneath, un disco molto riuscito che mostra come la band stia delineando il proprio modo di suonare e comporre, slegandosi progressivamente dall’emulazione delle grandi band che aveva contraddistinto in modo pesante il precedente Fears, e che rimane comunque ancora presente nel nuovo album. Rimangono ancora alcune cose da perfezionare, a cominciare dalla produzione non sempre all’altezza, che andrebbe rivista valorizzando maggiormente i riff di chitarra, ma in ogni caso i Cancrena sono una band creativa e tecnicamente molto preparata, che mi auguro e mi aspetto che possano fare grandi cose in futuro, e mi sento di consigliare a chiunque sia interessato a scoprire una nuova realtà thrash del nostro paese.