- Mauro Berchi - chitarra, synth, voce
- Nico Faglia - basso, synth
- Luca Risi - tastiere, synth
- Andrea Freschi - batteria
- Matteo Risi - chitarra
Guests:
- Gianni Pedretti - voce in un Ultimo Patetico Addio e Essere Nulla
- Diego Merletto - voce in Frequency Omega
- The Universal Chaos Orchestra - violini e violoncelli
- Andrej - coce e chitarra in A Last Lullaby
- Khalid - voce in To Those Who Cried
1. To Those Who Cried
2. Prayer For Nothing
3. Warm Dust
4. Everything You Say
5. Scars
6. Un Ultimo Patetico Addio
7. The Forever Passion
8. Falling Again
9. Grey
10. The Fires In Me
11. Essere Nulla
12. Submission
13. Mercury
14. Chrome Red Overdose
15. The Ghosts Of My Betrayal
16. Frequency Omega
17. A Last Lullaby
A Calling To Weakness
Esoteriche voci cariche di misticismo e oscurità permeano il quarto capitolo discografico dei Canaan, divenuti progressivamente i cardini del filone Dark italiano, dopo oltre otto anni di attività; la musica tessuta in un disco come A Calling To Weakness non rimane vincolata ad un’unica sfera stilistica, ma spazia fluidamente attraverso più tradizioni timbriche, raccogliendo sotto la sua aura le deviazioni Dark ottantiane, così come gli aloni avvolgenti dell’Ambient e una certa sensibilità di stampo gotico.
Quella dei Canaan costituisce un’opera che sembra non trovare pace e sollievo, poiché nei toni tormentati e nella spettrale dimensione plasmata la band continua il percorso tracciato nei precedenti episodi di studio: sonorità contemplative e senso di perdizione si intrecciano in una spirale di vuoto cosmico ed esistenziale, consentendo a A Calling To Weakness di raggiungere un sapore noir di notevole effetto.
L’emblematica e distante introduzione To Those Who Cried raffigura il primo passo del viaggio che i Canaan si apprestano a compiere attraverso i sentimenti più tenebrosi della natura umana: una voce densa di spiritualità e proveniente da una cultura apparentemente lontana strega l’ascoltatore, trascinandolo in meandri di ascetica memoria attraverso il suo accostamento a strumenti tradizionali o a tetri sintetizzatori.
E’ Prayer For Nothing il primo vero brano del platter, un brano intriso di amara delicatezza e di disillusa eleganza: tra chitarre clean e tappeti di tastiere si snoda la voce decadente di un Mauro Berchi che raggiunge l’espressività tipica del profilo Wave degli Ottanta.
E se Everything You Say persevera nel proporre un’affascinante tavolozza timbrica di grigi, Un Ultimo Patetico Addio arricchisce la teatralità di un disco equilibrato tra tensioni verso il sublime e chiusure riflessive.
Altrettanto degno di nota è Grey, splendido monologo che esplora i territori Wave più classici, tralasciando temporaneamente i vagiti Dark Ambient, ripresi successivamente con una The Fires In Me permeata anche di un'usuale patina industriale.
Submission ritorna invece sulla componente esoterica e mistica dei Canaan attraverso cori ecclesiastici che la elevano a liturgia nera, prima dell’ordinaria ripresa atmosferica di Mercury.
Anche gli intermezzi acquistano un peculiare significato, poiché il quintetto italiano cerca di impiegarli come naturale sentiero che conduce da un brano al successivo; non mancano neppure reminescenze dallo stile raffinato degli Anathema, come testimonia la toccante Frequency Omega, che fa immergere l’ascoltatore in un contesto onirico e cosmico.
La conclusione è poi affidata a A Last Lullaby, pezzo dalla direzione retro’ che conserva molti tratti comuni con la maestosità dei migliori Dead Can Dance, cullando verso l’inevitabile tramonto di A Calling To Weakness.
Piccolo gioiello della musica di nicchia europea, il quarto tassello della discografia dei Canaan non ha elementi da invidiare alle più valide pubblicazioni del panorama Dark, perché sia nell’ambito della produzione sia in quello dell’interpretazione riescono ad emergere il carisma e la sensibilità di una formazione spesso dimenticata o trascurata.
Si consiglia pertanto questa perla cupa non solo agli appassionati della scena gotica, ma anche a coloro che sono rimasti colpiti dalle magie delle composizioni esoteriche e d’atmosfera, rappresentate dall’Ambient o dal binomio Neo-Folk/Industrial.