Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Escapi Music/Self
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Carmine Appice - batteria
- Tim Bogert - basso
- Jim McCarty - chitarra
- Jimmy Kunes - voce


Tracklist: 

1. Doing Time
2. Muscle And Soul
3. Cactus Music
4. The Groover
5. Hi In The City
6. Nite To Days
7. Livin' For Today
8. Shine
9. Electric Blue
10. Brothers Keeper
11. Blues For Mr. Day
12. Blame/Game
13. Gone Train Gone
14. Jazzed

Cactus

V

I Cactus si formano negli U.S.A. nel lontano 1969 e nascono come una sorta di supergruppo, potendo annoverare tra le proprie fila gli ex Vanilla Fudge, cioè il batterista Carmine Appice ed il bassista Tim Bogert, ma anche il cantante Rusty Day, prematuramente scomparso nel 1982 ed il chitarrista Jim McCarty. In pochi anni, dal 1970 al 1973, confezionarono ben quattro album, il debutto omonimo del 1970, One Way…Or Another e Restrictions l’anno successivo, e l’ultimo ’Ot ‘N’ Sweaty, che venne alla luce dopo un rinnovamento della line up, visto che Rusty Day e Jim McCarty abbandonarono il gruppo e furono sostituiti dal cantante Peter Franch e dal chitarrista Werner Fritzschings. In seguito Carmine Appice e Tim Bogert porteranno avanti altri vari progetti solisti e non, come la loro collaborazione con Jeff Beck, col quale formarono un terzetto, o Ultimate Guitar Zeus ultimo progetto di Carmine Apice, in cui il drummer collabora con musicisti del calibro di Yngwie Malmsteen, Ted Nugent, Bryan May, Zack Wylde e Richie Sambora, ma anche con illustri dilettanti come l’ex tennista John McEnroe e l’attore Steven Seagal. Adesso invece, dopo ben 33 anni, ritornano i Cactus, nella formazione quanto più possibile originaria con il solo Jimmy Kunes a sostituire lo sfortunato Rusty Day, e tornano con il loro sound intriso di Hard, Blues, Southern e Boogie Rock, ripartendo da dove avevano lasciato, quella decade settantiana che li aveva visti nascere, crescere e frettolosamente scomparire.

L’album contiene ben quattordici pezzi di intenso Hard n’ Blues, uno stile che aveva permesso al combo americano di ritagliarsi l’epiteto di “The American Led Zeppelin”, in realtà però le somiglianze e similitudini col mitico gruppo inglese non sono poi così evidenti e marcate e si limitano piuttosto a qualche riff e soluzione chitarristica, come in Livin For Today e soprattutto in Hi In The City, dove anche la voce del singer sembra avvicinarsi a momenti a quella di Plant. Maggiori, a mio avviso, risultano quindi le somiglianze con gruppi come Grand Funk Railroad, Free, Cream, Bachman-Turner Overdrive, bands più dedite a mescolare l’Hard Rock con sonorità Funk, Blues, Boogie, Southern, mancando infatti nel loro sound quelle forti contaminazioni Folk che tanto hanno inciso sulla proposta zeppeliniana. A conferma di ciò basti ascoltare il pregevole e solare Boogie Rock dell’opener Doing Time o di The Groover, o anche il Funky Rock di Brothers Keeper, o ancora il Blues sporco e da saloon di Cactus Music, Nite To Days o la breve e strumentale Blues For Mr. Day. Anche gli altri brani risultano comunque interessanti, dall’Hard n’ Blues di Blame/Game, anche questo dagli echi zeppeliniani, a Shine o Electric Blue, passando per episodi più o meno pregevoli e piacevoli, da Muscle And Soul alle ultime, ma solo come ordine di traccia, Gone Train Gone e Jazzed, il cui titolo fa già intendere il tenore della stessa canzone.

V è un album ben suonato da veterani del Rock, che fanno del Blues e di tutte le sue evoluzioni e sfaccettature la maggiore fonte di ispirazione da cui attingere per le proprie composizioni, puntando su un drumming efficace ed eclettico, un riffing semplice e diretto, uno stile coerente con la propria nascita e crescita formativa. Un ascolto è consigliato un po’ a tutti, ma per i nostalgici di tali sonorità diviene quasi obbligatorio.


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