- Eric Burdon - Chitarra, voce
- Wally Ingram - Batteria
- Eric McFadden - Chitarra
- Paula O'Rourke - Basso
- Red Young - Piano, organo
1. Soul Of A Man
2. Kingsize Jones
3. Red Cross Store
4. Como Se Llama Mama
5. 40 Days
6. Feeling Blue
7. Never Give Up Blues
8. GTO
9. 44 Blues
10. Slow Moving Train
11. Don't Ever Let Nobody Drag Your Spirit Down
12. Devil Run
13. I Don't Mind
14. Circuit Rider
Soul of a Man
Ogni volta che si sente pronunciare il nome di Eric Burdon, si è sempre portati a pensare al gruppo storico degli anni '70 i The Animals. Non tutti però, eccetto i fan più incalliti, sanno che il leader della band, ha deciso già da parecchio tempo di continuare a fare musica. Non sempre si hanno avuto successi strabilianti e molte volte i suoi cd sono usciti solo in alcuni stati. Abbiamo quindi di fronte un musicista che più volte ha dovuto lottare col pubblico per potersi affermare e, soprattutto, per farsi riconoscere quei meriti che già molti gli avevano riconosciuto. Con questo album, pare proprio che ormai non si possa dire più nulla su di lui, se non che ha sfornato un cd che presto entrerà nella storia del Rock Blues e su cui, molti aspiranti bluesman, dovranno studiare. Era da tempo che Mr. Burdon diceva di sentire il bisogno di urlare, tramite la sua musica, tutto quello che ha imparato in questa lunga carriera passata a girare il mondo a stretto contatto con le più autorevoli firme musicali. Una sorta di testamento quindi, nel quale mischia e fonde tutto il background musicale e non. Una sorta di autobiografia, dove le emozioni, i concetti e tutto ciò che ha passato, vengono descritte non dalle parole ma dai suoni che escono fluidi, potenti, malinconici dalla sua "penna", ovvero la chitarra. Per fare tutto ciò, bisognava avere anche un buon supporto di musicisti su cui poter fare affidamento. Per questo motivo, è stato allestita una lineup di tutto rispetto: Wally Ingram alla batteria (ha collaborato più volte con David lindley, Sheryl Crow, Stockholme Syndrome), Eric McFadden alla chitarra (EMT, Liar, Stockholme Syndrome), Paula O'Rorke al basso (Liar,Tiny) e Red Young al piano (Sonny and Cher, Dolly Parton, Tanya Tucker).
Si parte subito con Soul of a Man, canzone che dà il titolo all'album. Un inizio migliore non si poteva chiedere. Si viene immediatamente scaraventati nel pieno di quello che saranno le sonorità dell'intero cd. Un Rock Blues di grande impatto e, in questa canzone, c'è il rafforzamento della voce con la presenza di un coro femminile davvero notevole. Della voce di Burdon c'è solo da stupirsi per la sua pienezza baritonale che alterna facilmente a tonalità più alte contornate da quel suono roco che solo lui riesce a tirar fuori. Kingsize Jones è chiaramente un omaggio a Stevie Ray Vaughn. Tempo funky e fraseggi very cool il tutto mischiato con un pizzico di ritmica pop. Da gustarsi a massimo volume l'assolo a metà brano che, se non si sapesse di star ascoltando Eric Burdon, si confonderebbe facilmente con il tocco di Vaughn. Si ritorna alle sonorità rock blues con Red Cross Store. Qui il modello è il mitico Gary Moore. Chitarra quasi fastidiosa per la sua distorsione che rispecchia la ruvidità con cui Burdon canta. Sembra quasi di tornare nei mitici anni '60. Como Se Llama Mama, già dal titolo fa capire di essere una canzone di matrice sudamericana. In effetti è così. Ritmiche alla Santana, organo in sottofondo e duetto vocale con voce femminile. Anche le melodie della chitarra sono di stampo "santiano". Un brano che potrebbe essere tranquillamente la colonna sonora dell'estate. Con Forty Days and Forty Nights, invece, si ritorna alle radici del blues vero e proprio. Lo si può capire già dal testo (sono 40 giorni e 40 notti che la sua donna se ne è andata). E' così che viene rispecchiato il classico giro di blues su cui si divertono ad improvvisare armonica e chitarra. Una song davvero d'impatto che sarà apprezzatissima da tutti gli amanti del blues alla B.B.King. Con Feeling Blue ci si proietta in un panorama più moderno. A partire dalla struttura del brano stesso fino ad arrivare all'accuratezza con cui ogni strumento è stato equilibrato. A sottolineare il tutto ci sono i fiati che danno quel tocco in più che solitamente si sente nelle sonorità di Robben Ford. Anche gli amanti del country possono essere accontentati. Se si vuole ascoltare una canzone mentre ci si sta dondolando sulla propria sedia sotto il portico di casa, basta prestare orecchio a Never Give Up in cui il banjo fa da spalla al tagliente organo. Quando, invece, sentiamo il bisogno di rilassarci non ci resta che ascoltare GTO dove Eric Burdon fa una delle sue migliori performance vocali, dimostrando di saper interpretare anche testi che solitamente sentivamo solo da artisti come Cab Calloway. Notevoli sono anche i frasseggi di sottofondo con cui il pianista ci delizia. Un brano molto smooth. Un altro lento è Slow Moving Train che riesce a dare quel senso di malinconia per cui il Blues è nato. Sembra quasi che attraverso la metafora del muoversi lento di un treno, voglia descrivere la sua vita da musicista e come questa sia sempre stata contornata da alti e bassi. Se invece si è dei nostalgici fan dei Dire straits, bisogna assolutamente ascoltare Devil Run in cui si potrà riconoscere le caratteristiche tipiche di Mark Knopfler & co. a partire dall'apertura della song.
Un album davvero eccezionale, che è un vero e proprio omaggio al blues in tutte le sue sfaccettature a partire dai primi anni '20 fino ai giorni nostri. Con questo nuovo (capo)lavoro, Eric Burdon può tranquillamente entrare a far parte della storia musicale aprendo così, un futuro più aureo e meno di nicchia quale è stato fino ad oggi. Consigliato, quindi, agli amanti del genere ma anche a coloro che sono incuriositi dal panorama Blues,padre di tutti i generi.