- Roberto Ortu - chitarra, voce
- Francesco Palmieri - voce
- Emanuele Ninu - chitarra
- Francesco Usai - batteria
- Gabriele Viviani - basso, chitarra, voce
1. Reflections
2. The Force of the Life
3. Rising
4. Face The World
5. Thousand Miles Away
6. If You Want to Fly
7. The End of This War
8. The Evil Inside
9. My Destiny (Bonus Track)
Face The World
Spesso, quando ci si ritrova di fronte ad una band emergente, oltre che prestare attenzione alla tecnica di esecuzione e alla qualità della produzione ci si aspetta che la band in questione abbia un'idea chiara del genere, o almeno del tipo di sound che intende proporre all'ascoltatore. Nel caso dei Broken Melody, non solo la produzione del disco non risulta ai massimi livelli, ma viene addirittura difficile capire che tipo di musica questi cinque ragazzi hanno intenzione di elaborare, anche ascoltando più volte il cd in questione. Nati nell'aprile del 2006, dopo una grande attività live e dopo aver ricevuto giudizi positivi da critica e pubblico hanno deciso di mettersi in proprio; nasce così l'EP "If You Want To Fly", ed ora è giunto alle nostre orecchie anche il loro primo full-lenght Face The World.
In teoria il genere proposto dalla band dovrebbe essere il power, e questa supposizione viene in parte confermata dalla song di apertura The Force Of The Life, che segue al solito intro: buona l'esecuzione, anche se già si comincia a notare lo sballamento dei volumi, in particolare quello delle chitarre, troppo basso, che costringe l'ascoltatore ad alzare il volume del proprio stereo. Ma ciò che salta all'orecchio e che non può che causare qualche perplessità, è la scelta del gruppo di appoggiarsi a chorus tipicamente punk e/o emo, che poco hanno a che vedere con il power; stesso discorso vale per gli stacchi e per i riff. La batteria ci rinfresca ogni tanto con alcuni patterns di doppia cassa, ma non riesce molto bene nel suo intento; gli assoli sono buoni, ma non troppo evocativi. Insomma, non è power propriamente detto, non è punk. La seconda traccia mostra ancora di più la scarsa qualità della produzione, essendo di volume più basso rispetto alla prima; tuttavia già dal riff iniziale si comincia a sperare che la band abbia finalmente incanalato la strada giusta; canzone rapidissima e cattiva, ottima l'esecuzione, pecca nello stacco melodico, fuori luogo e alla 30 Seconds to Mars. Si è giunti alla title track, e il risultato finale è un deludente punk melodico: nemmeno la batteria in questo caso sembra essere in grado di ricordarci che stiamo ascoltando una band che dovrebbe suonare power, come d'altro canto gli assoli, carini ma decisamente poveri di ispirazione.
Finalmente un attimo di respiro viene concesso dalla ballad Thousand Miles Away, cadenzata e dotata di una particolare orecchiabilità. La song seguente, If You Want To Fly, concede (finalmente, è il caso di dirlo) all'ascoltatore di assaggiare il power propriamente detto. Anche The End Of This War e The Evil Inside, mantengono la linea della traccia precedente, mancando purtroppo ti originalità. Il brano di chiusura, My Destiny, orecchiabile e melodico, non riesce invece a comunicare nulla di significativo.
In conclusione, viene difficile bocciare una band emergente, specialmente se italiana; tuttavia, da quanto è stato proposto, i Broken Melody non raggiungono la sufficienza, sia per la produzione, per l'andamento altalenante dello stile e per tristi scelte del sound. Qualche spunto interessante alla fine viene a galla, ma in questo caso sembrano più che altro nodi che vengono al pettine, poiché non si comprende bene da che prospettiva debba essere ascoltato un lavoro del genere.