- Sam Endicott - voce e chitarra
- Micheal Zakarin - chitarra
- Mike Hindert - basso
- John Conway - tastiere
- Anthony Burulcich - batteria
1. Honest Mistake (03:40)
2. No Brakes (03:04)
3. Fearless (03:07)
4. Tyrant (04:44)
5. Give In (02:48)
6. Swollen Summer (03:18)
7. Public Service Announcement (03:34)
8. Out Of Line (03:04)
9. Unconditional (03:19)
10. The Ring Song (03:28)
11. Rites Of Spring (03:21)
The Bravery
La New Wave non è morta. Essa vive oggi grazie a gruppi quali The Killers, Franz Ferdinand, Interpol, The Hives e molti altri ancora. A questa categoria appartengono anche i The Bravery, formatisi nel 2003 a New York. La band comprende il singer Sam Endicott, il chitarrista Micheal Zakarin, Mike Hindert al basso, il tastierista John Conway e Anthony Burulcich dietro le pelli. I cinque si presentano con un look curato nei minimi particolari, che ricorda molto quello dei Duran Duran e di tutta la corrente New Romantic. La Island non si lacia perdere l’occasione e li mette subito sotto contratto. E’ così che, dopo la pubblicazione dell’EP Unconditional, la band americana debutta con un album intitolato, semplicemente, The Bravery.
Apre il disco Honest Mistake, canzone scelta saggiamente come singolo apripista. Le tastiere richiamano palesemente gli anni ottanta di New Order e Human League, mentre Sam pare ispirarsi alla migliore tradizione Dark per quanto riguarda le parti cantante. Il tutto si rivelerà anche commerciale, terribilmente orecchiabile e poco originale, ma è davvero impossibile resistere alle melodie trascinanti di Honest Mistake, senz’altro uno dei migliori capitoli di questo The Bravery. Il singolo, che si piazza direttamente al numero sette delle classifiche inglesi, viene accompagnato da un video tanto azzeccato quanto piacevole. Il sound dei The Bravery, come già asserito, si rifà in tutto e per tutto agli anni ottanta ed è per questo motivo che risulta perciò accostabile a band come The Killers e The Strokes. Sembra quasi una moda del momento quella di riprendere elementi tipici della New Wave e mescolarli fra loro. Per quanto gli esperti critichino il fenomeno, le copie vendute danno ragione ai discografici, i quali, pertanto, battono ripetutamente la medesima strada in cerca di maggiore successo e profitto. Operazioni commerciali a parte, The Bravery è un album che si fa apprezzare e canzoni come No Brakes e Tyrant, elementari sì, ma mai scontate, non possono che lasciare un’impressione positiva nella mente dell’ascoltatore. Fearless, altro singolo estratto dall’album, è caratterizzata da sonorità orientaleggianti e da una sezione ritmica piuttosto energica.
Se Give In riporta alla mente i The Cure del leggendario Robert Smith, Swollen Summer sposta il sound verso uno stile a metà fra il Rock e l’Elettronica. John Conway fornisce, con le sue tastiere, un apporto fondamentale alla musica proposta dai The Bravery, come dimostra in maniera alquanto evidente l’ ottima Out Of Line. L’ottava traccia del platter non brilla certo quanto a creatività o complessità, tuttavia, si rivela assolutamente coinvolgente ed irresistibile. Ossessiva, a tratti psichedelica ed avvincente: questa è Unconditional, canzone che riporta il disco su una sfera New Wave. Con il passare dei brani ci si accorge che The Bravery non è assolutamente un disco ambizioso né particolarmente impegnativo e basta guadare la durate delle track per averne la conferma. Solamente una canzone supera i quattro minuti, ma ciò non le impedisce comunque di diventare una potenziale hit da classifica, alla pari degli altri dieci brani in tracklist. Detto questo, va ribadito che l’album contiene, al suo interno, una serie di pezzi degni di nota, in grado di appassionare nonostante la loro indiscutibile semplicità. Particolarmente interessante è Public Service Announcement, song dotata di alcune linee di basso veramente elettrizzanti, così come i giri di tastiera del sempre attivo John Conway. La track numero sette si dimostra persino ballabile, grazie specialmente alle sue melodie suggestive ed allo stesso tempo trascinanti. Se con The Ring Song si prosegue a livelli tutto sommato alti, lo stesso non si può certo dire di Rites Of Spring, brano di chiusura abbastanza piatto ed anonimo.
The Bravery, un nome che oggi ancora pochi conoscono, ma che in futuro potrebbe essere sulla bocca di tutti. Il disco in questione non sarà forse un capolavoro, nemmeno l’album dell’anno, ma bisogna ricordare che si tratta pur sempre di un debutto. The Bravery non può che far ben sperare per il futuro di questi cinque ragazzi, statunitensi sì, ma artefici di una musica tutta britannica. La New Wave e gli anni ottanta continuano così a mietere vittime, per la facilità di tantissimi nostalgici ed appassionati.