Voto: 
3.0 / 10
Autore: 
Filippo Morini
Genere: 
Etichetta: 
Steamroller
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Andrea Bonomo - voce, chitarre, cori

Tracklist: 

1. Credi
2. Anna
3. Bello è
4. Piano Piano
5. Tu
6. Bau Bau (Scappa!)
7. Non Ci Penso Più

Andrea Bonomo

11 12

Andrea Bonomo si è fatto notare all’inizio di quest’anno per essere stato uno dei partecipanti a Sanremo Giovani 2008 con la canzone Anna, contenuta ovviamente in questo suo lavoro d’esordio.
11 12, questo il titolo dell’album, riunisce 7 brani di stampo prettamente melodico-italiano composti ed eseguiti seguendo lo stile più radiofonico ed accessibile tipico di quelli proposte volte a piacere alla massa, con testi costantemente rivolti ad una “lei” più o meno reale, e strati di arrangiamenti artificiosi ma sottili e mai invadenti, atti ad avvolgere ed evidenziare come da tradizione la voce, unica e vera protagonista assoluta di ogni singola traccia.

C’è veramente troppo poco da spiegare a proposito di questo disco: Chi appunto conosce la proposta musicale tipica del Festival di Sanremo saprà esattamente cosa aspettarsi da Andrea Bonomo, che in fin dei conti non aggiunge assolutamente nulla alla ricetta, troneggia con la sua voce ricca di tecnica e dall’intonazione perfetta al di sopra di classici arpeggi di chitarra classica seguiti da innocue virate elettriche e supportati da una batteria che sa di elettronico lontano un miglio, giusto per aggiungere la definitiva nota di “sintetico” al tutto.
Il singolo Anna è di una banalità disarmante, a partire dal testo buonista assolutamente in linea con quanto detto poche righe sopra che dà il suo meglio, ovviamente, nel ritornello, per non parlare della componente strumentale arricchita per l’occasione da archi che portano quell’ agrodolce sfumatura drammatica, come la scuola nostrana insegna da decenni.
I restanti pezzi si assestano, senza alcun sintomo di originalità, sullo stesso identico livello qualitativo di Anna, sebbene l’atmosfera si sforzi di cambiare più di una volta ma con scarsi risultati.Un esempio potrebbe essere Bau Bau (Scappa), il tipico episodio “di stacco” che vira in direzione di un rock costruito tra sala mixer e sintetizzatori, decidendo di appoggiarsi ad un testo ai limiti del surreale, che sarebbe stato un tentativo apprezzabile se non fosse che in alcuni frangenti la necessità di trovare una rima a qualsiasi costo lo porta a sfiorare il ridicolo (una su tutte: “bambini fate un salto nel fosso/e anche se vi rompete un osso/per un secondo sapete volare”).
Non Ci Penso Più si sposta verso atmosfere più leggere e meno legate a scontati sentimentalismi, ma non riesce ad aggiungere un po’ di cuore a questo disco, veramente troppo freddo e precalcolato, caratteristica che allontana ogni possibilità di apprezzamento da parte di chi abitualmente non segue il pop commerciale italiano.

Insomma, chi si sintonizza spesso e volentieri su Radio Italia, chi ama i vari Francesco Renga, Laura Pausini e simili, ma soprattutto chi segue assiduamente il Festival di Sanremo, può fare suo questo disco ad occhi chiusi, per tutti gli altri, evitatelo senza ripensamenti.

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