- Dan Swano - Chitarra, Backing Vocals
- Peter Tagtren - Voce
- Andres "Blakkhelm" Nystrom - Chitarra
- Jonas Renske - Basso
- Martin Axenrot - Batteria
1. Cancer Of The Soul
2. Brave New Hell
3. Soul Evisceration
4. Outnumbering The Day
5. Feeding The Undead
6. Eaten
7. Bastard Son Of God
8. Year Of The Cadaver Race
9. The Ascesion
10. Dreaped In Disease
11. Stllborn Saviour
12. Blood Vortex
Nightmares Made Flesh
Nightmares Made Flesh rappresenta la terza e più rappresentativa uscita discografica dei Bloodbath, death metal super-band che ha arruolato tra le sue fila (oltre alla divinità di Dan Swano) alcuni tra i più grandi musicisti svedesi come Mikael Akerfeldt (voce nell’EP Breeding Death e nel primo full-lenght Resurrection Through Carnage), Jonas Renkse e Blackheim dei Katatonia e Peter Tagtren, leader degli Hypocrisy impegnato in questo progetto in veste di singer (e i risultati si sentono, eccome).
Nel frattempo Dan Swano, che avevamo visto dietro le pelli nei due precedenti lavori, si sposta dalla batteria alla chitarra e il salto di qualità, soprattutto in fase di composizione e arrangiamento, è visibile sin dai primi macabri vagiti della nuova creatura marchiata Bloodbath.
Nightmares Made Flesh rappresenta innanzittutto un impressionante balzo in avanti dell'all-star band scandinava, in quanto perfeziona, rifinisce ed eleva il marciume e la tenebrosa carica atmosferica delle due precedenti produzioni, scavando nelle tradizioni sia del death americano che di quello svedese: il risultato è un disco sensazionale, curato nei minimi particolari; un lavoro in cui le perle si susseguono l'una dopo l'altra senza lasciare vie di scampo all'ascoltatore. Tanta furia demolitrice sottoforma di plettrate al vetriolo e blast-beat fulminei, ma anche tanta ricerca melodica e un'attenzione particolare nella cura del songwriting, soprattutto per quanto concerne i momenti più 'svandinavi' e melodici.
Il primo capolavoro del disco porta il nome di Cancer Of The Soul, terrificante inabbisamento nelle più schizofreniche e malate grotte creative di Swano&Co, una discesa negli inferi che prosegue (in maniera decisamente più letterale) nella successiva, splendida Brave New Hell, feticcio death metal che richiama le sue origini più scandinave attraverso un riffing massiccio ma ben scandito e non privo di aperture melodiche mozzafiato; tipologia espressiva che nell'altra perla Outnumbering The Day sottolinea ancora di più la sua provenienza tipicamente svedese (Entombed e Unanimated docet) mediante blastbeat rallentato, riffing melodico e continui parallelismi tra chitarra ritmica e solista.
Più vicina allo stile Hypocrisy è invece la sesta traccia Eaten dove a farsi strada vi sono riff brutali e cadenzati, accompagnati dalla straziante e disumana interpretazione vocale di un Tagtren che sfiora allucinanti picchi espressivi; Nightmares Made Flesh continua così ad emanare tutta la sua tenebrosa poetica proseguendo su queste coordinate stilistiche, proiettate verso un ideale death metal oscuro ed estremamente violento. Nonostante rimanga stranissimo come geni della melodia del calibro di Swano, Blackheim e Tagtren si orientino verso una così estrema ricerca musicale, sembra proprio che i Bloodbath ci prendino gusto, tirando fuori dal cilindro pesantissimi monoliti come Bastard Son Of God e Year Of The Cadaver Race. Ciò che però rende realmente superbo il lavoro della band scandinava, è l'accuratezza e la ricercatezza attraverso cui l'attenzione verso l'impianto melodico viene trasposto da un piano decisamente più sofferto e malinconico (tipico di gran parte del death svedese) a un piano più oscuro e tenebroso, in cui ad essere straziato non è tanto il cuore emotivo dell'ascoltatore, quanto la sua resistenza a questa dimensione così claustrofobica ma non priva di momenti di pura estasi emozionale (la meravigliosa The Ascension, il riff centrale di Draped In Disease).
Unico vero problema di Nightmare Made Flesh è la sua conclusione, dettata dal death metal sterile e inefficace di Stillborn Saviour e Blood Vortex: avessse avuto un epilogo più efficace, il secondo full-lenght di Swano e soci sarebbe stato indubbiamente migliore di quello che è già. Ciò che abbiamo di fronte è comunque un lavoro di uno spessore artistico impressionante, una raffinata commistione proveniente dagli stili di tutte le terre d'origine della musica estrema (non mancano anche riferimenti al black); ottime come al solito le prove di Dan Swano e Blackheim (ogni singolo riff cela qualità espressive non trascurabili), per non parlare dello stato di grazia vocale in cui versa Tagtren (mai così vario nello stile di canto) e della tenacia con cui Martin Axenrot è stato in grado di sostenere, canzone dopo canzone, il pesantissimo macigno costruito dai suoi partner.
Nightmares Made Flesh, se non fosse per lo scetticismo che si ha sempre verso le nuove uscite, soprattutto verso quelle che tentano di riesumare un passato ormai lontano e "mitologico" come quello death, godrebbe di molta più fama rispetto a quella che ha ora. In ogni modo chi ha questo disco tra le mani ha la fortuna di assaporare uno stile nuovo e inconfondibile, incredibilmente eccitante, con pochissime pecche e tanti spunti interessanti. Una perfetta rivisitazione del Death classico in chiave più moderna. Un disco semplicemente fantastico.