Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
My Graveyard Productions
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Cristian Mustaine - chitarra, basso e voce
- Karl Skyquake - batteria
- Jack The Ripper - basso durante le date dal vivo


Tracklist: 

1. The Awakening (01:15)
2. Let The War Begin (03:42)
3. Black Solitude (03:57)
4. Blood Thirsty Demons (03:33)
5. I Am The Evil (05:25)
6. This Is My Death (03:47)
7. Burn The Witches (04:21)
8. ...All Is Black (04:55)
9. Lucifer's Fall (05:29)
10. Lady Of Sin (04:14)

Blood Thirsty Demons

Let The War Begin

Il genere denominato Horror Music ha tra i suoi padri fondatori sicuramente i Death SS e data l’importanza storica del gruppo sembra abbastanza normale contare oggi numerosi complessi chiaramente ispirati a Steve Sylvester e soci. Tra i più conosciuti in Italia ci sono i Blood Thirsty Demons, band nata nel 1997 dalla mente di Cristian Mustaine. Inizialmente il sound del gruppo varesotto è assai differente da quello che lo caratterizzerà in futuro ed è infatti poco dopo la loro nascita, nel periodo durante il quale i Blood Thirsty Demons rimangono inattivi, che Mustaine inizia ad appassionarsi all’occulto, al cinema Horror ed a spostare le sue influenze musicali verso sonorità più dark. Nonostante diversi problemi di line up, il complesso incide nel 2000 il suo primo demo: Solve Et Coagula. Un anno più tardi esce un mini intitolato Sabbath ed in seguito l’etichetta danese Horror-Records decide di raccogliere su un unico disco i primi due lavori dei Blood Thirsty Demons. E’ soprattutto l’attività live a caratterizzare la band di Varese e ciò è dimostrato anche da A-Live, primo lavoro dal vivo di Mustaine e compagni. Il primo vero full lenght esce solo nel 2004 e si intitola In The Grave. Il 2005 è un anno importante per i Blood Thirsty Demons dal momento che, il primo di aprile, rilasciano il loro secondo album: Let The War Begin.

The Awakening è la tipica canzone di introduzione strumentale. Vento, voci diaboliche ed altri suoni agghiaccianti, uniti ad un organo, formano questa song dall’aria funebre e macabra. Nella line up dei Blood Thirsty Demons non figura alcun tastierista ed infatti lo strumento è suonato da un session man, Giuseppe Morazzoni, che si esibisce con la band anche durante le date dal vivo. La titletrack, Let The War Begin, figura come traccia numero due e si apre con un riffing davvero aggressivo. Musicalmente la composizione ricorda abbastanza sonorità Thrash, per via della velocità esagerata e degli insistenti riff di chitarra, che si rivelano però, purtroppo, quasi noiosi. Mustaine, inoltre, imita palesemente con la sua voce Steve Sylvester, alle volte con risultati appena sufficienti, altre in modo pessimo. Dopo quasi quattro minuti di musica energica e dinamica ecco iniziare un pezzo completamente diverso. Black Solitude è infatti un vero e proprio brano Doom, ispirato probabilmente da qualche mostro sacro del genere, come i mitici Candlemass ad esempio. Un oscuro giro di basso apre la track, la quale prosegue poi fra tastiere, ritmo decadente ed atmosfere lugubri. Il testo è in piena sintonia con il sound di Black Solitude e l’interpretazione vocale di Cristian appare nettamente migliore rispetto al pezzo precedente, a dimostrazione forse di una migliore dimestichezza con canzoni più cadenzate e meno violente. La canzone che da il nome al gruppo e che ne rappresenta in qualche modo il testamento si trova al quarto posto nella tracklist di Let The War Begin. Blood Thirsty Demons riprende i ritmi frenetici della titletrack, tuttavia il risultato è leggermente migliore rispetto alla deludente Let The War Begin. Il passaggio più interessante di tutta la composizione è probabilmente il ritornello, assai banale ma azzeccato. Dopo il breve assolo centrale la song cambia il proprio incedere, diventando davvero piacevole ed allo stesso tempo impetuosa. Il secondo assolo, quello finale, risulta essere uno dei meglio riusciti dell’intero platter e la batteria è suonata qui in modo a dir poco devastante. Nuovamente, in seguito ad un brano sfrenato, se ne trova un altro dal ritmo decisamente più blando: I Am The Evil. La canzone inizia in maniera dolce, ma si tratta di un romanticismo occulto, tenebroso, maledetto. Il testo trasuda di una malvagità unica e la voce, stavolta pulita, di Cristian riesce finalmente a convincere appieno. Terminata la sezione iniziale se ne apre invece una tipicamente Doom, la quale ricorda esplicitamente Black Solitude. Finita a sua volta la seconda parte comincia un rapido frammento di brano, composto dall’assolo e dalle note finali di I Am The Evil.

This Is My Death
, traccia numero sei di Let The War Begin, viene aperta da un imponente lavoro di batteria ad opera di Karl e dai soliti riff di matrice Thrash di Cristian. Purtroppo la canzone risulta noiosa e ripetitiva, nonostante duri abbastanza poco (meno di quattro minuti). Oltretutto, le liriche di This Is My Death, scritte come di consueto da Mustaine, appaiono persino ridicole, proprio come l’imbarazzante nonché scandaloso assolo. Tanta è la delusione per la song che l’ascoltatore si sentirà sicuramente meglio al termine della stessa e soprattutto quando inizierà il brano seguente, Burn The Witches. L’introduzione in lingua latina promette bene ed effettivamente la canzone convince, almeno in dosi minime, più della precedente. L’arpeggio di chitarra iniziale, il quale evoca tempi remoti ed oscuri, si dimostra molto gradevole. Purtroppo, quando esso termina, si ha l’impressione di avere già ascoltato, a causa dei riff a dir poco monotoni, Burn The Witches. Solamente le tastiere durante il ritornello possono essere considerate originali, anche se non troppo. La voce di Cristian comincia a dare quasi fastidio all’ascoltatore e fortunatamente la canzone termina per dare spazio a …All Is Black. L’originalità non è certo una virtù dei Blood Thirsty Demons e lo si capisce sorbendosi un’altra introduzione in latino, più diabolica ma meno dark della precedente. Il brano alterna ritmi blandi e cadenzati ad accelerazioni improvvise per poi rallentare notevolmente durante un ritornello finalmente azzeccato. La chitarra acustica e l’assolo sono davvero apprezzabili ed, in conclusione, si può certamente rimanere soddisfatti di …All Is Black, probabilmente una delle song migliori di tutto il disco. Lucifer’s Fall colpisce immediatamente per la sua orecchiabilità, almeno nella frazione iniziale del brano. La canzone non è affatto dinamica e tirata e dimostra nuovamente come nei pezzi Doom i Blood Thirsty Demons siano maggiormente lodevoli rispetto ai ritmi più elevati. La tastiere accompagnano la sezione ritmica costantemente ed i ripetuti assoli interrompono la voce sgraziata di Cristian, che può e deve indubbiamente migliorare sotto questo punto di vista. L’ultima track del disco si intitola Lady Of Sin e purtroppo conclude l’album nel peggiore dei modi. La tediosità di Let The War Begin raggiunge in questa song il suo massimo livello: la batteria produce un suono massacrante, soprattutto per l’orecchio dello sventurato ascoltatore; il modo di cantare di Mustaine è veramente seccante e dopo dieci tracce, Lady Of Sin inclusa, sinceramente non se ne può più.

Terminato Let The War Begin lo si riporrà fra gli altri cd e lì rimarrà fino a quando non verrà prestato ad uno sfortunato conoscente, preferibilmente non un amico. I Blood Thirsty Demons sono solamente una copia, tra l’altro penosa, dei Death SS. Cristian Mustaine tenta poi di imitare il buon vecchio Steve, ma con risultati scandalosi. Molti critici li chiamano i nuovi Death SS, in realtà sono solamente una fotocopia malriuscita di un complesso impareggiabile in ogni campo. La speranza è quella di vedere questa giovane band evolversi, migliorare, sia tecnicamente che dal punto di vista dei testi, e pubblicare un nuovo ed incisivo disco, magari accompagnato da una copertina perlomeno decente.

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